A volte quando la borghesia punta i piedi la Giustizia sbaglia

5-5-2012

Tre vertenze che ci costringono con i legali a noi convenzionati, al ricorso in appello,
dimostrano che esistono anche "punti sensibili" su cui la Giustizia del Lavoro
NON porta Giustizia ma difende i capitalisti, a volte anche del tutto immeritevoli
di rispetto.
Stiamo parlando di tre sentenze contrarie al buon senso ed a quanto già sia emerso
e noto all'opinione pubblica.
 
La prima:
Una ditta di Padova di Autotrasporti, acquistata di recente dal noto Trusendi,

 ha opposto irragionevoli deduzioni sulla articolazione

del mondo sindacale di base, per negare alla ns.OS la presenza nazionale che ci è
conosciuta e riconosciuta, e che è indiscutibilmente affermata nel mondo sindacale.
Un giudice del lavoro di Padova ha negato con una ordinanza
al ns.ricorso ex art.28 validità, in quanto secondo
Lei, "Slai Cobas" non avrebbe presenza nazionale !!!! Ovvio il ricorso in appello.
 
La seconda:
A Milano, il giudice del lavoro che già aveva negato rappresentatività nazionale alla Fiom,
Teraborelli, ha rigettato il ricorso dei tre licenziati politici alla Fercam di Casale sul SIle,
ricorso per appalto illecito e per illegittimo licenziamento camuffato da "disciplinare" da
una "cooperativa" di Bresso. Allucinante il rigetto, in quanto almeno sul punto dei licenziamenti
Giustizia doveva riconoscere la illegittimità formale e non solo di contenuto dei licenziamenti.
Anche qui ricorso in appello e daremo battaglia fino all'ultimo.
 
La terza:
A Venezia, un giudice del lavoro noto per la sua esperienza, ha incredibilmente avallato
la procedura invalida e irregolare di mobilità per i lavoratori licenziati (6) della Vecont
del novembre 2010, una procedura talmente invalida che i lavoratori, tutti iscritti a Slai
Cobas per il sindacato di classe, avevano visto sia la ns OS che Cgil-Cisl-Uil, presenti
alla riunione in Provincia ex 223/91, si erano persino rifiutate di firmare il verbale stesso.
Azienda tutt'altro che in crisi la Veneziana Contenitori, il cui titolare nelle ultime due settimane
sta attuando forme di mobbing comunicativo con strani volantini che ciarlano di art.18 e
di libertà di licenziare. Un autogol per lo stesso giudice del lavoro che ha firmato la
sentenza, nota per la sua sensibilità in moltissime vertenze.
Nel frattempo due mesi fa la Vecont aveva firmato la CIG in deroga con Cisl e Uil, ma sta
lavorando, e la CIG non si capisce bene a che titolo è stata fatta passare, più che altro
per fattori "preventivi". La firma era avvenuta dopo due incontri sindacali anche alla ns
presenza, superati dalla fretta di firmare, cui Cisl e Uil non si erano certo sottratti. Lo
diciamo chiaramente, adesso che la Cisl paga pagine intere dei fogli locali per
sponsorizzare la propria lista al Porto.
Il deposito dell'appello di quattro dei licenziati, è avvenuto stamattina.