Compagni.

Oggi 13-12-2006 tre compagni del coordinamento provinciale SLAI/COBAS -sindacato di classe- di Venezia erano presenti, come da mesi, alla assemblea delle RUS al capannone del Petrolchimico, nell'ambito della vertenza dei chimici contro la chiusura del TDI e del clorosoda paventata da una campagna mediatica e padronale orchestrata a più mani sin dal giugno scorso, tramite referendum istituzionali e subalternità istituzionale alla fuga di DOW Chemical, arrivata nel 2001 come un "salvatore" e andatasene nel momento più opportuno alla politica di distruzione della chimica a Marghera in cambio di fumo, di piani di riconversione e riadeguamento degli impianti che da decenni si susseguono senza un nulla di fatto al solo scopo di ingannare generazione dopo generazione di operai.

Negli scorsi mesi i sindacalisti gestori di cgil-cisl-uil, che dal 1988 gestiscono le rsu dopo la "riforma" dei consigli di fabbrica, garantivano che le assemblee erano aperte a tutti.

Noi in questi mesi abbiamo partecipato non solo con le nostre opinioni ma con il rapporto, anche ai cancelli, ai blocchi, con volantinaggi e contributi, alla lotta in corso, nello spirito di tutti, deciso sin dall'inizio, della unità di tutta Porto Marghera alla lotta non solo per salvare i posti di lavoro, ma per non far chiudere un settore che va casomai risanato, ma non certo chiuso per far felici gli speculatori di manod'opera di altri paesi, visto peraltro che la funzione del petrolchimico di Porto Marghera è riconosciuta da tutti e costituisce da sola, con l'indotto e gli impianti di Ravenna, Ferrara e Mantova, 100 mila posti di lavoro ed una quota del 1 per cento del prodotto interno lordo.

Ma questo certo ai sindacalisti Cgil-Cisl-Uil non interessa allorquando si tratta di negare la parola in assemblea, giocando su un ruolo di censori che nessuno gli ha attribuito, ad un compagno coordinatore Slai Cobas che intendeva portare alla assemblea una questione importante (la vertenza Labor), una proposta (di assemblea operaia contro la precarietà, il 20 dicembre) ed alcune critiche rivolte alla ratifica che si vuole entro Natale, di un accordo bidone, che semplicemente prende atto della chiudura degli impianti TDI, che non ne esige la requisizione, che gestisce sulla carta e solo sulla carta la riassunzione di 200 operai TDI ma che nulla dice di 300 posti di lavoro delle imprese di appalto, che non ottiene null'altro che la riproduzione di promesse che da ben oltre il 1998 il sindacato contratta in cambio di una perdita crescente di posti di lavoro a Marghera, per cercare poi, sulla differenza di pochi anni, di farla dimenticare ai compagni presenti.

Senza dire del mancato sciopero generale di Marghera, senza dire poi del mancato sciopero interregionale con Ravenna, Ferrara e Mantova, senza dire della divisione stessa a livello di dibattito dei delegati, visto che "delle imprese metalmeccaniche" non ci si può far carico perdurando la divisione intersindacale all'interno della stessa Cgil-Cisl-Uil a Marghera, una divisione che non può che rimandare a logiche esterne ed estranee alla cultura operaia e solidale.

Oltre a questo, non si censuri agli operai l'atteggiamento di quei bonzi della politica, che, dietro battaglie ecologiste condotte sempre a senso unico, parlano di "riconversione" di Marghera, a qualcosa che non sarà, non potrà essere altro, con questi rapporti di forza, che ulteriore schiavizzazione del lavoro.

Ecco, queste cose avremmo voluto dire in assemblea Rsu oggi, ma le diciamo da mesi, da dentro le lotte, e le diremo sempre meglio, nella lotta, in futuro.

Operai organizziamoci nei COBAS fabbrica per fabbrica. Non deleghiamo a chi non rispetta la democrazia sindacale verso le organizzazioni non istituzionali, alcunché.

SLAI COBAS -sindacato di classe- provinciale VENEZIA