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diffuso a Marghera alla manifestazione dei chimici ed alle portinerie e capannone del Petrolchimico la mattina del 3 ottobre 2006

COMPAGNI  OPERAI

LAVORATORI E LAVORATRICI

 

La borghesia imperialista e guerrafondaia che si mangia le tasse di noi lavoratori, per fare le guerre e per la loro “sicurezza”, della sicurezza del posto di lavoro di noi lavoratori non ha alcun interesse.

A Venezia questa borghesia è interessata a mantenere e sviluppare la economia del turismo, dell’università separata dalle masse e dei libri in carta patinata fatti coi soldi che non vengono dati per la spesa sociale, poiché provengono da chi questi soldi li sottrae al fisco stesso (capitale finanziario) e della spettacolarizzazione di una città unica al mondo, che tuttavia non è nata sullo schiavismo ma sul lavoro dei suoi cittadini, lavoro che la Costituzione sorta dall’Antifascismo, ha il suo cardine e principio fondamentale, come quello della salute, che di fatto le stesse autorità non hanno mai rispettato in decenni di stragi sul lavoro di noi operai, con lo sfregio di Cacciari Massimo di cercar di metter contro alla classe operaia di Marghera la popolazione civile, con il peraltro fallito  “referendum” illegale di luglio.

Oggi questa borghesia collusa con la mafia finanziaria, ha l’interesse di colpire l’intero ciclo chimico di Porto Marghera lasciando le raffinerie ad uso e consumo di questa economia da guerra che vede nel saccheggio delle risorse altrui il vero motivo della tanto conclamata sua “Umanità”.

Per questo concordiamo con gli operai avanzati, con i delegati ed i lavoratori che hanno recentemente espresso in forme di lotta (blocco autonomo delle portinerie, 21 settembre) e critiche pubblicamente espresse (anche nella stessa CGIL), la critica fondamentale: il sindacato o è al servizio dei lavoratori, o riflette la vita stessa e le problematiche stesse di noi operai, o non è sindacato !

Per questo concordiamo nella parola d’ordine

UNITA’ DI TUTTA PORTO MARGHERA e UNITA’ AI CITTADINI LAVORATORI E DISOCCUPATI, SOTTOCCUPATI E SUPERSFRUTTATI NELLE STESSE NOSTRE FABBRICHE

rifiutando di ricadere solo ed esclusivamente in forme di lotta che i cittadini possono non capire, e rivolgendo invece AI RESPONSABILI (Confindustria, ENI, Governo, Enti Locali) dello scempio della realtà e del patrimonio industriale di Porto Marghera tutta, già colpita da decenni di tagli occupazionali (voluti sin dall’inizio del 1981 dal governo socialista-democristiano), e di vere e proprie chiusure di fabbriche, che sono rimaste vuote anche quando, come alla Galileo, possedevano un alto valore aggiunto e quota di mercato.

NON SOLO !

Gli operai hanno detto e ripetuto ai sindacalisti che apparivano RASSEGNATI alla futura chiusura di Marghera, CHE SOLO IN ITALIA, rispetto a tutta Europa, si vuole assassinare la chimica, e che questo non fa parte né del progresso né di una società democratica, ma di una società guerrafondaia dissoluta e fascista. Hanno anche detto che occorre occupare le sedi del potere che gioca a rimpiattino. NON POSSIAMO SUBIRE OLTRE !  NON VOGLIAMO LA MISERIA !

 

COMPAGNI ! STIAMO COSTRUENDO IL SINDACATO DI CLASSE, SOSTENIAMO LA VOSTRA LOTTA CHE E’ LA NOSTRA, NEI PRINCIPI E NELL’IDENTITA’ !

 

 

Slai Cobas per il SINDACATO DI CLASSE coordinamento costitutivo provinciale (SLAI COBAS per il sindacato di classe lavora già oggi nella classe operaia delle grandi fabbriche e non solo, a Taranto, Melfi, Ravenna, Dalmine, Palermo ed altre città)

 

Fip via corridoni 4, mira VE – 334-3657064  www.prolcom.org  www.paolodorigo.org/Classeoperaia.htm