POSIZIONE DEGLI OPERAI COBAS AL PORTO DI GENOVA

Oggi è morto un altro lavoratore: Enrico Formenti (35 anni).

E' morto nel porto di Genova schiacciato da una balla di carta di due
tonnellate.

Da stamattina qualche centinaio di lavoratori del Porto sta bloccando le
strade (il Lungomare Canepa è chiuso) e presidiando il Ponte Etiopia. E un
denso fumo nero di copertoni bruciati indica alla città dove è successa
l'ennesima tragedia.
Al momento i lavoratori sono ancora riuniti in assemblea al presidio del
Ponte Etiopia, decisi a continuare la protesta.

Lo sciopero dei lavoratori dei Porti è stato convocato nazionale dalle 24 di
oggi venerdì 13 aprile alle 24 di sabato 14 aprile.

Vi alleghiamo di seguito il comunicato stampa dei lavoratori del Cobas di
Genova e un articolo del Secolo XIX e invieremo prossimi aggiornamenti.

Cobas Genova

Comunicato stampa 13/04/2007
Ancora una volta, un'altra tragedia sul lavoro nel porto di Genova, ci
troviamo di nuovo tristemente ad affrontare il problema della sicurezza.
Sicurezza sbandierata da tutti gli operatori portuali ( terminalisti,
autorità portuale, sindacati ecc.) ma che di fatto resta una chimera
irraggiungibile in un porto dove ormai contano solo gli interessi economici
e finanziari, dove i lavoratori sono solo numeri, dove l'importante è fare
soldi anche trascurando la sicurezza dei lavoratori.
I regolamenti sulla sicurezza sono una bella cosa però vanno applicati
sempre senza deroghe, troppe volte sentiamo "va be' per questa volta..",
tutto va bene finché non succede niente e poi?
Poi muore qualcuno e tutti pronti a sposare la causa della sicurezza, ma
solo a parole, fatti se ne vedono pochi e chi lavora in porto come noi sa
che è solo questione di tempo, che presto o tardi un lavoratore pagherà
dazio sacrificato sull'altare del profitto.

Cobas "Santa Barbara" 349 33 20 447
Confederazione Cobas - Genova 338 25 94 023







GLI OPERAI UCCISI NON SONO MARTIRI

PADRONI ASSASSINI

Nelle fabbriche, nei cantieri, nei porti, nelle campagne, continua la strage
degli operai. Dai tre morti al giorno stiamo passando ai quattro morti.
L'aumento del numero degli operai assassinati è una diretta conseguenza
dell'aumento della competitività tra i padroni. Se oltre i morti guardiamo
il numero di migliaia di feriti e invalidi la strage di operai appare in
tutta la sua orrenda brutalità. Sono i padroni i responsabili di questa
strage. I padroni uccidono per aumentare i loro profitti. Il Signor
Napolitano, capo dello stato borghese italiano, dichiara ai giornalisti:
"Ogni caduto sul lavoro è un martire che sacrifica la propria vita per tutti
noi". Napolitano mente. Martiri sono coloro che muoiono per le loro idee.
Gli operai non sono "martiri" vengono uccisi per incrementare i profitti dei
padroni. Il presidente del Consiglio Prodi è turbato. Perché si turba?
Finanzia i padroni perché aumentino i loro profitti è responsabile allo
stesso modo dei padroni assassini. Il buffone Bertinotti, presidente della
camera, nel discorso di occupazione della poltrona aveva dichiarato che mai
più in Italia ci sarebbero stati morti sul lavoro. E' un buffone per i
pacifisti e per gli operai. Tutti i politici borghesi di destra, centro e
sinistra sono responsabili dell'assassinio degli operai . Gli operai entrano
in fabbrica giovani e forti. Quando riescono a rimanere vivi e ad arrivare
alla pensione sono dei rottami, dei sopravvissuti alla carneficina dei
padroni. Sopravvivono per pochi anni dopo il pensionamento. Ora il governo
di sinistra ha deciso di rubargli pensione e TFR. Questa è la realtà. I
dirigenti sindacali di CGIL-CISL-UIl e i dirigenti dei sindacatini vari
starnazzano e vogliono che la legge 626 sia più efficace. Nessuna legge dei
borghesi sarà più efficace di quella del profitto. Per fermare la strage gli
operai devono abbattere i padroni.


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