Si chiamava Mary Begum e aveva 38 anni, il figlio,
 Hasib Mohamod aveva 10 anni: venivano dal Bangladesh  e sono morti la notte
del 12 gennaio 2007 a Roma.
Lo stabile in cui abitavano, nelle vicinanze di Piazza Vittorio, prese
fuoco, e la donna
terrorizzata dal fumo e dalle fiamme si gettò dal quarto piano.
Il" Mattone" è il bene rifugio in una società che non da alcuna sicurezza,
poi ci sono i grandi palazzinari con i loro scandali e con i loro scempi
urbanistici; nel mezzo una serie di viscidi proprietari che lucrano sulla
precarietà diffusa, comprano abitazioni fatiscenti per affittare in nero
agli studenti un letto e per stipare in pochi metri quadrati gli
extracomunitari.
Come gli incidenti sul lavoro i roghi in queste abitazioni sovraffollate e
senza alcuna norma igienica e di sicurezza sono all'ordine del giorno:
è' la logica spietata del profitto.
L'appartamento da cui la donna  cercava di fuggire al rogo col suo bambino
era abitato da 15 persone.
La morte per sfuggire  alla morte fece scattare indignazione, dolore e
rivolta contro questo ennesimo scempio in molte persone.
Fu indetta una manifestazione e un presidio per esprimere il cordoglio e la
rabbia, e il presidio fu regolarmente e brutalmente caricato, furono ferite
15 persone, parecchi identificati, fra cui anche un rappresentate della
comunità bengalese.
Ora a distanza di pochi mesi dall'accaduto 32 persone hanno avuto un avviso
di garanzia per aver osato esprimere pubblicamente la propria indignazione,
pare che fra i denunciati vi siano anche i parenti delle vittime.
La manifestazione fu un moto spontaneo, popolare, e parecchi che vi
parteciparono neanche si conoscevano tra loro, fu una risposta spontanea
sull'onda del dolore per la tragedia.

Ora non ci stupisce che i manifestanti siano stati caricati brutalmente ed
identificati, non ci stupisce
nemmeno che oggi siano sottoposti a denuncia, giacché nella società del
Capitale lo scandalo vero
non è che una madre col suo bambino sia costretta a vivere in un tugurio e
che trovi  la morte per fuggire la morte, lo scandalo vero, per i padroni ,
è che alcuni osano gridare la loro rabbia
contro questa società della morte. Lo scandalo vero è che alcuni rendano
tangibile il loro rifiuto a questa società della morte totale e globale, lo
scandalo vero è che alcuni sono ancora determinati a lottare contro questa
società di rapina e sterminio.

Non ci chiediamo il perché di questi fatti, siamo coscienti che questi fatti
sono connaturati e scontati nel sistema Capitale, vorremmo almeno che tutti
i padroni e i loro rappresentanti, dai politici ai preti la smettessero di
blaterare sui "sacri valori della famiglia e della vita", tanto è coscienza
diffusa  fra le masse che per loro conta solo la loro, di vita, e contano
solo le loro di famiglie più che allargate!
Che la smettessero di riempirsi la bocca,ipocritamente, di "accoglienza": i
Cpt sono sempre lì e la piantassero con le loro "interrogazioni" per
salvarsi la faccia.
 Che almeno non ci rompessero i coglioni
con le prediche sul "rigore" e sul "risanamento dei conti pubblici e della
loro politica", tanto sappiamo che il rigore è solo per i proletari, che il
rigore e il risanamento si fa negando i più elementari diritti, come sempre
: dalla stabilità del lavoro, al decoro dell'abitare, allo scadimento della
sanità e del diritto all'istruzione, sappiamo che il "risanamento delle
finanze" si fa togliendo il diritto alla pensione con lo scippo del tfr e
con il lavoro precario che non permette di avere un tfr da scippare o
decurtando le pensioni di reversibilità alle vedove.
In quanto al "risanamento della politica" di lor signori sappiamo pure che
si fa sfornando leggi "ad personam", che tuteli o i loro interessi o la loro
onorabilità solo apparente ,questa, non stanziale di fatto.

Noi continueremo la nostra strada, senza farci intimidire, noi continueremo
a manifestare e a lottare perché questo sistema di morte trovi finalmente la
sua  giusta  e definita ecatombe.

DESTRI O SINISTRI LA FACCIA DEI PADRONI E' SOLO UNA E FA SEMPRE SCHIFO

Domenica 25 Marzo 2007 , alle ore 17
corteo da Piazza della Repubblica

compagni anarchici e comunisti aderenti al presidio
Comitato Faina
L'Avamposto degli Incompatibili