Diciamo no alla truffa dei Fondi Pensione !
Ribelliamoci al furto del nostro TFR !
A partire dal gennaio 2007 ed entro il 30 giugno, i lavoratori del settore
privato dovranno scegliere se trasferire o meno il proprio
TFR ai fondi pensione; per quelli del settore pubblico, il governo sta
approntando un provvedimento analogo che dovrebbe
entrare in vigore tra poche settimane.
Cosa è il TFR ?
E' il trattamento di fine rapporto, la liquidazione. Nel settore pubblico si
chiama Trattamento di Fine Servizio. Le aziende
prelevano ogni anno dalla retribuzione dei propri dipendenti , cioè dal loro
salario, il 6,9% ed al termine del rapporto di lavoro
rendono al lavoratore la somma accumulata. L'ammontare del TFR viene rivalutato
annualmente di un 1,5%, nonché del 75%
dell'inflazione (aumento dei prezzi al consumo, il costo della vita) registrata
nel corso di ciascun anno. Questa rivalutazione
costituisce il "rendimento" del TFR. Ad esempio, se alla fine
dell'anno l'aumento dei prezzi al consumo è stato del 2,7, il
rendimento del TFR sarà, per quell'anno, del 3,52% (75% di 2,7 uguale 2,025,
più la rivalutazione fissa di 1,5, dà in totale
3,52%). Quando cessa il rapporto di lavoro (perché si va in pensione o si
cambia azienda) si rientra automaticamente in
possesso dell'intero ammontare del TFR fino a quel momento accumulato.
Ciò avviene anche in caso di licenziamento e costituisce spesso quel piccolo
capitale che permette di tirare avanti in
attesa di trovare un nuovo lavoro. Il TFR assume così la funzione di un vero e
proprio "ammortizzatore sociale" che il
lavoratore si è pagato in anticipo, ed infatti a tale scopo venne istituito
all'inizio del secolo passato.
Cosa sono i Fondi Pensione ?
Sono, in pratica, raccolte di denaro che vengono investite in Borsa oppure in
obbligazioni o buoni del tesoro di qualsiasi
nazione. Quindi guadagnano o perdono a seconda dell'andamento dei titoli
comprati. Appartengono infatti alla categoria dei
"capitali di rischio". Ne esistono di due tipi: Fondi chiusi (o
negoziali) e Fondi aperti. Ai Fondi Chiusi possono aderire
solamente i lavoratori di una data categoria.
Ad esempio il Fondo COOP-LAVORO è riservato ai dipendenti delle Cooperative, al
Fondo "ESPERO" possono aderire
solo i dipendenti della Scuola, a quello COMETA solamente i metalmeccanici,
etc. Questi Fondi sono gestiti dai padroni e dai
sindacati; ogni due anni alla presidenza del Fondo si alternano un
rappresentante del padronato ed un dirigente sindacale.
I secondi, quelli aperti, sono costituiti da Banche, Assicurazioni, Società
Finanziarie create appositamente a questo
scopo, e ad essi può aderire qualsiasi persona, indipendentemente dalla
categoria lavorativa a cui appartiene. I fondi di
investimento esistono da anni, per ora costituiti da versamenti volontari, ma
pochissimi lavoratori hanno scelto di aderirvi
perché il loro rendimento è stato basso e per questo governi, padroni e
sindacati hanno fatto di tutto e di più per indurre i
lavoratori ad investirvi. Vere porcherie come aumentare la tassazione del TFR
quando non viene investito e diminuire quella
sul TFR passato ai Fondi.
Come funziona un Fondo Pensione ?
Se ci si iscrive ad un Fondo Pensione si disporrà di un conto personale su cui
l'azienda, da quel momento, verserà ogni
anno quel 6,9% della retribuzione lorda che costituiva il TFR.
Il TFR versato viene trasformato in "quote del Fondo": se si versa
100 e in quel momento ciascuna quota del Fondo vale
20, si entra in possesso di 5 quote. Se l'anno successivo le quote valgono 25,
versando 100 si avranno altre 4 quote del
Fondo che si aggiungeranno alle precedenti e così via anno dopo anno.
I gestori del Fondo investiranno quelle quote che dunque potranno crescere
oppure diminuire a seconda dell'andamento
dei mercati finanziari.
Ma attenzione, quando il valore scende, è sempre difficile risalire al valore
precedente.
Ingenuamente crediamo che se un giorno il valore scende ad esempio del 50% ed
il giorno dopo risale del 50%, la quota
rimane invariata, ebbene non è così: se oggi la mia quota vale 1000, perdendo
il 50% va a 500 e anche se l'indomani recupera il
50% non torna a 1000 ma va a 750 (che è il 50% in più di 500); ci diranno che
il mercato è in pareggio ma in realtà abbiamo perso
un quarto del valore di tutto quanto abbiamo versato.
Succede lo stesso se un giorno il valore delle quote sale e poi scende della
stessa percentuale: se possediamo quote per
1000 euro e si verifica un aumento del loro valore del 50%, le quote passano a
1500 euro; se il giorno dopo perdono ugualmente
il 50%, non tornano ad un valore di 1000 bensì scendono a 750 (il 50% in meno
di 1500). Anche in tal caso il mercato "appare" in
pareggio in realtà abbiamo perso 250 euro rispetto ai 1000 iniziali. Può
accadere di perdere anche in caso di salite dei titoli
superiori alle discese.
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Un bel giorno si ha un aumento del 60% e i nostri 1000 euro diventano 1600. Il
giorno dopo si ha una discesa del 50% e i
nostri 1600 euro diventano 800: abbiamo perso 200 euro!
Un altro giorno ancora si ha un ribasso del 50%, i nostri mille euro divengono 500;
il giorno successivo si ha un bel rialzo
del 70%: ebbene i nostri risparmi non tornano nemmeno a 1000 ma si fermano a
850 (il 70% in più di 500). Il mercato azionario ha
"recuperato alla grande" ma noi abbiamo perso 150 euro!
Questo è il vecchio imbroglio della speculazione finanziaria (spieghiamo meglio
nelle pagine successive cosa è veramente
il mercato azionario) e noi non potremo farci niente perché potremo solo
assistere senza intervenire: non potremo decidere di
ritirare le quote, anzi dovremo continuare a versare a lorsignori il nostro
TFR. E qui non si tratta di chi vuol rischiare nel "gioco
borsistico" parte di un proprio capitale, qui sono in gioco i risparmi di
una vita lavorativa, quelli che soli permettono di
sopravvivere.
Come sarà erogato l'assegno integrativo?
Sarà erogato solo al momento del raggiungimento dell'età pensionabile, a parità
di montante l'assegno delle donne sarà
comunque inferiore a quello degli uomini essendo l'aspettativa di vita
femminile superiore a quella maschile. Dal momento in
cui il dipendente andrà in pensione, potrà richiedere la restituzione del 50%
di quanto versato mentre il resto (o tutto se non si
richiede il 50%) gli verrà reso con un vitalizio mensile basato sulla sua
"speranza di vita". L'ammontare del versamento verrà
infatti diviso per il numero di anni e mesi che teoricamente restano da vivere
(ad oggi 76 anni per gli uomini e 82 per le
donne); il risultato rappresenterà il mensile che verrà corrisposto (con la
detrazione dei costi di gestione).
Questi costi sono molto elevati, soprattutto nei fondi aperti, tanto che in
molti casi hanno persino superato il rendimento
del Fondo. Se il rapporto di lavoro si interrompe prima del pensionamento, non
si potrà ritirare quanto versato al Fondo, ma
solamente quanto si aveva maturato di TFR prima dell'adesione al Fondo.
Quanto rendono i Fondi Pensione ?
Intanto occorre dire che da un po' di tempo a questa parte, chissà perché,
sempre più raramente compaiono sui mezzi
di informazione dati completi ed attendibili sul rendimento dei fondi pensioni.
Comunque il loro rendimento và sempre
confrontato con quello, sicuro, del TFR. Partiamo da un dato certo e
incontestabile: dal 1999 ad oggi il TFR ha reso il 15,8%
contro il 9,2% medio dei Fondi.
Negli anni 1999-2002 l'andamento dei Fondi fu disastroso: la media fu negativa,
persero l'1,5%, con perdite record di
"prestigiosi" gruppi come Fondiaria (Conto Previdenza)-19%, Fideuram
(Conto Crescita) -20%, Mediolanum (Previgest) -17%
Credit Agricol (Seconda Pensione) -30% !!! In quel periodo si verificò anche il
crollo dei fondi pensionistici di colossi mondiali
come quello dei dipendenti della Coca Cola (-23%) della General Electrics, la
più grande impresa mondiale di elettricità (23,3%),
della Campbell, prima impresa al mondo dei cibi in scatola (-46%), solo per
citarne alcuni.
Ma anche se esaminiamo il triennio 2002-2004, un periodo in cui il mercato
finanziario è stato "tranquillo", solamente
negli investimenti sui titoli obbligazionari entrambi i tipi di Fondi sono stati
positivi: dell'11, 5 i fondi chiusi e del 7,8 quelli
aperti, mentre sul mercato azionario i fondi chiusi e quelli aperti hanno fatto
registrare entrambi perdite del 10%. Nei cosiddetti
investimenti "bilanciati" i fondi chiusi hanno reso 1,3% mentre quelli
aperti hanno perso in media il 2,9%. Ebbene in quegli
stessi anni il TFR ha reso l'8,7%.
Ed anche in questo triennio si sono avuti crolli dei fondi dei dipendenti di
colossi come le compagnie aeree United
Airlines e U.S. Airways, della Bethelem Steeel (acciaio), per non dire dei casi
clamorosi della Enron e, in Italia, della Parmalat
e della Comit.
Ma tutto questo ha i realtà una spiegazione se teniamo presente che cosa è il
mercato azionario. In sintesi: il mercato dei
titoli non crea nuova ricchezza ma ha la unica funzione di centralizzare in
poche mani la ricchezza già esistente, quella già
prodotta nell'unico modo in cui si produce ricchezza: attraverso il lavoro. In
altre parole, il valore dei titoli azionari non ha alcuna
vera corrispondenza con i capitali reali che essi rappresentano.
In una prima fase, soprattutto in periodi di difficoltà per il mercato
monetario, quando per le imprese è difficile ottenere
danaro dalle banche, questi titoli vengono gettati in massa sul mercato per
convertirli in denaro, raccogliendo i risparmi di chi
li acquista. Prima o poi però, riprendono il loro valore precedente ed il
risultato ultimo rimane il rastrellamento di risparmio
operato nella prima fase a danno dei piccoli risparmiatori.
Come avviene l'adesione a un Fondo Pensione ?
Ovvio che nessun lavoratore un po' informato accetterebbe di affidare la
propria liquidazione ai fondi pensione ed allora
dalle lusinghe e le promesse, si passa all'imbroglio del meccanismo del
silenzio/assenso: se i lavoratori non esprimeranno per
iscritto entro il 30 giugno 2007 la volontà di lasciare in azienda il loro TFR,
questo finirà automaticamente in un Fondo pensione.
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Le norme vigenti e la logica prescriverebbero il contrario; evidentemente
padroni governo e sindacati sperano che un bel
po' di lavoratori dimentichino di fare la dichiarazione o non ne vengano al
corrente per perpetrare ai loro danni un vero e
proprio furto.
Entro giugno 2007 tutti i lavoratori del settore privato, e presto anche quelli
del pubblico, dovranno dunque comunicare se
intendono mantenere il proprio TFR presso l'INPS (nel caso delle aziende con
più di 50 dipendenti) o presso l'azienda (nel caso
di aziende con meno di 50 dipendenti).
Se i lavoratori scelgono di non aderire ad un Fondo pensione, il TFR continuerà
ad essere di proprietà esclusiva del
lavoratore, essendo salario differito, sia che rimanga all'INPS sia che rimanga
all'azienda.
Ed in entrambi i casi continueranno ad essere valide le norme della legge
297/1982, sia per quanto riguarda i meccanismi di
rivalutazione annuali, sia per eventuali richieste di anticipi da parte del
lavoratore, che dovrà sempre rivolgersi per averli, alla
propria azienda, indipendentemente dal numero dei dipendenti di questa.
L'ergastolo dei Fondi Pensione: chi aderisce ad un fondo pensione non ne può
venire
più via
Attenzione, regole e statuti dei Fondi Pensione non saranno quelli che leggiamo
oggi sui loro siti Internet, sui dépliants di cui
ci sommergeranno, o che ci descriveranno i loro procacciatori, ma saranno
quelli che tutti i Fondi dovranno adottare dal 31
marzo 2007, in base al modello di Statuto obbligatorio emanato il 13/ 11/2006
dalla COVIP, l'organismo di controllo sui Fondi
Pensione. Questo Statuto al comma 6 art. 8, dice che dal 1° gennaio 2007 aderire
ad un fondo diviene una scelta irrevocabile.
Si potrà solo, dopo due anni, cambiare Fondo. Mentre invece fino al 31 dicembre
scorso chi era iscritto ad un fondo pensione
poteva uscirne (seppure con una serie di ostacoli e dopo un po' di anni, a
seconda del tipo di fondo).
Il comma 2 dell'articolo 12 dichiara poi che, in caso di licenziamento, solo
dopo un anno di disoccupazione si potrà
richiedere il 50% di quanto versato, mentre la totalità del TFR versato si
potrà riavere soltanto dopo 4 anni, e solo se si è ancora
senza lavoro.
Sappiamo che se abbiamo dei risparmi in Banca possiamo ritirarli quando
vogliamo; con i Fondi pensione non si può.
Sarà solamente possibile prelevare non più del 75% del capitale investito
esclusivamente per "gravissimi motivi di salute". E
per prelevare un anticipo (non oltre il 50%) per l'acquisto di una casa per sé
o per i figli, occorrerà aspettare che siano passati
almeno otto anni dall'adesione al Fondo. Il fatto che abbiano posto queste
condizioni da ergastolo dimostra come padroni,
governo e sindacati siano consapevoli che i lavoratori che saranno cascati
nella trappola, si accorgeranno presto della truffa;
per questo chiudono la gabbia.
Massacrano le pensioni per costringerci ad aderire all'imbroglio
Da quindici anni a questa parte tutti i governi succedutisi, sia di
centrodestra che di centrosinistra non hanno fatto altro
che modificare in peggio i meccanismi di calcolo delle pensioni (metodo
contributivo al posto del retributivo), aumentare i
contributi versati dai lavoratori (0,3% solo con l'ultima finanziaria) ed
innalzare le età pensionabili: già oggi si va in pensione
mediamente con il 70% dell'ultimo stipendio, la pensione di anzianità sta per
scomparire, quella di vecchiaia verrà tra breve
portata a 67 anni (65 per le donne).
Dunque quegli stessi che massacrano le pensioni, poi ci "avvertono"
che dobbiamo cedergli il nostro TFR per farci la pensione
integrativa, perché le pensioni tra poco non ci basteranno per vivere. Come se
oltretutto già non fosse così: su 13,5 milioni di pensionati
ben 7 milioni non superano i 500 euro mensili, altri 3 milioni non arrivano a
prenderne più di 750, solamente altri 3 milioni ricevono in
media 1.037 euro mensili. Quelli che hanno pensioni pari ad un salario operaio
(1300-1400 euro) sono appena 600.000.
Perché vogliono i nostri risparmi ?
Come abbiamo visto, da sempre le aziende tengono i nostri TFR fino a che non
cessa il rapporto di lavoro e sono sempre
state libere di investire quei soldi come meglio ritenevano.
Ma allora perché adesso vogliono cambiare le cose? E' chiaro: fino ad oggi sono
comunque obbligate a restituirci intatto il
nostro TFR quando smettiamo di lavorare, anche se nel frattempo loro l'hanno
impiegato in operazioni finanziarie che sono
andate male. Facendoci aderire ai Fondi invece, se gli investimenti vanno male
anche noi ci rimettiamo. In altre parole, vogliono
farci condividere gli eventuali fallimenti dei mercati. Con le nuove regole
insomma, la fregatura la prendiamo anche noi; se va
male i padroni non sono obbligati a restituirci un bel niente.
Ma questa ansia di rastrellare i nostri risparmi si capisce solo se teniamo
presente la fase che attraversa l'economia
mondiale. I capitali investiti nella produzione di beni materiali danno oggi un
profitto bassissimo, a causa della crescente
concorrenza mondiale. Quindi la speculazione finanziaria diviene un mezzo per
valorizzare, ma solamente in parte e
temporaneamente, i capitali che non fruttano più abbastanza nelle attività
produttive. Il mercato finanziario, la speculazione su
titoli e monete, diviene lo strumento per far fruttare i capitali
"inattivi" rastrellando il denaro dei piccoli risparmiatori.
Ma c'è dell'altro, e probabilmente è questo il vero obiettivo, il risultato più
importante che i padroni port erebbero a casa,
quello su cui più dobbiamo riflettere: d'ora in poi saremmo (illusoriamente)
anche noi cointeressati al buon andamento del loro
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sistema economico. Ad esempio, se un Fondo Pensioni ha investito su una impresa
che per "risollevarsi" deve licenziare
poniamo la metà dei suoi dipendenti, allora i lavoratori di altre aziende ma
che possedessero azioni di quella impresa, dovranno
sperare che quei licenziamenti avvengano. E mai scenderebbero in lotta in
sostegno dei propri compagni di quella azienda. Per
esempio possiamo star certi che le azioni dell'Alitalia torneranno a salire
appena l'azienda e i sindacati riusciranno a far ingoiare
il "piano licenziamenti" ai lavoratori.
Poniamo che il nostro Fondo Pensioni investa in azioni di una impresa che
costruisce armamenti. Sono tra quelle che in
Borsa vanno meglio e ancor meglio quando c'è qualche guerra in giro per il
mondo; dovremo allora auspicare che scoppi
qualche conflitto (certo ben lontano da noi) per veder crescere i nostri
risparmi.
In Africa le imprese petrolifere hanno la bella abitudine di pagare bande di
mercenari per cacciare le popolazioni dalle
zone dove devono costruire pozzi ed oleodotti: espropriano terreni, ammazzano
chi si oppone, abbattono foreste Dovremo
chiudere gli occhi su tutto questo, o auspicare che questo accada,così anche a
noi andrebbero un po' di briciole della rapina,
qualora il nostro Fondo Pensioni avesse investito in queste
"imprese"?. Se uno sciopero dei minatori boliviani per salari
migliori facesse scendere le azioni delle Compagnie minerarie, dovremo sperare
che venga represso nel sangue?
Poniamo poi che uno stato dell'America Latina chieda un prestito alla Banca
Mondiale e che il Fondo Monetario vincoli
questo prestito a tagli dello stato sociale, magari alla sanità. Quel paese
taglia le spese sanitarie, riceve il prestito e i Buoni
del suo Tesoro si rivalutano. Se il nostro bravo Fondo Pensioni avrà investito
in quei Buoni i nostri risparmi si accresceranno
di qualche decina di euro... e i proletari di quel paese, se si ammalano,
dovranno pagarsi le cure, sempre che possano.
Potremmo continuare all'infinito; la sostanza è questa, che il vero trionfo dei
padroni sarebbe la nostra cooptazione nel loro
schifoso sistema.
La squallida parabola dei sindacati confederali, e il loro conflitto di
interessi
Anche i sindacati di stato CGIL, CISL, UIL e i fascisti dell'UGL vogliono che i
lavoratori aderiscano ai Fondi Pensioni
perché rappresentano il modo di rastrellare un bel po' di denaro per il
mantenimento di quelle imprese d'affari in cui si sono
oramai da tempo trasformati.
Sono anni che ci lavorano ed ora sentono che l'affare sta per concludersi, che
la rapina sta per andare a buon fine.
Pensiamoci bene: ora che sono titolari e beneficiari dei Fondi Pensione, quando
andranno alle trattative sulle "riforme della
pensione" quali panni vestiranno, quelli di rappresentanti dei lavoratori
o quelli di gestori di Fondi? Avranno interesse che le
pensioni siano almeno sufficienti a campare o avranno interesse che siano
sempre più misere in modo che i lavoratori mettano
altre quote dei propri salari nei loro Fondi Pensione? Si chiama conflitto di
interesse, definitiva perdita della legittimità a trattare
a nome dei lavoratori.
Si a pensioni pubbliche dignitose, Diciamo no alla truffa dei Fondi
Pensione, no al furto del nostro TFR, smascheriamo il tentativo dei
padroni e dei loro servi, di coinvolgere i lavoratori nel loro sistema di
sfruttamento mondiale sempre più in declino, illudendoli di poterne
trarre dei benefici.
Per organizzare un Comitato cittadino per la difesa del TFR, per il
rilancio della previdenza pubblica, tutti i martedì dalle ore 17.00 alle 19.30
presso la sede Cobas, via dell'Aiale 20 Prato.
Prato 16 -02-2007