COMUNICATO STAMPA
Il 16 aprile 2007, con atto a firma congiunta (nota prot. n.
1/07), i direttori dei dipartimenti Materno-Infantile e
Chirurgia dell'Azienda Sanitaria n. 8 di Vibo Valentia, rispettivamente
il dott. Leonardo De Luca e il dott. Francesco Miceli, hanno decretato la
chiusura in un colpo solo delle Unità Operative di Ostetricia - Ginecologia e
Pediatria dell'Ospedale di Serra San Bruno. E' l'ennesimo tentativo, se il
buongiorno si vede dal mattino, di creare le condizioni per la chiusura totale
del ospedale serrese in quanto tale.
Premettiamo che già le attività chirurgiche e
ostetrico-ginecologiche erano rimaste ferme per circa 2 mesi a partire dal
gennaio 2007 in quanto, nonostante si sapesse che dal 15 gennaio 2007
l'attività presso le sale operatorie poste al primo piano dell' ospedale
serrese sarebbe stata interrotta per ristrutturazione e messa a norma, i lavori
per la sistemazione della sale operatorie provvisorie non venivano avviati con
l'anticipo necessario, come sarebbe stato necessario per evitare
un'interruzione di pubblico servizio.
Questi fatti erano comunque superati con la
disposizione del 27 febbraio 2007 che, appunto in attesa della ristrutturazione
definitiva delle sale operatorie, avviava le attività in urgenza -
emergenza di Ostetricia - Ginecologia nonché quelle di Chirurgia Generale (dopo
gli opportuni lavori e collaudi) presso la sala operatoria e la sala parto
provvisorie situate al 2° piano dell'ospedale, garantendo cosi un minimo
di assistenza sanitaria anche alla popolazione delle Serre Calabre.
Lo stesso management, in una conferenza stampa garantiva che a breve vi
sarebbe stato il perfetto funzionamento dell'intera struttura nel suo
complesso.
La nota prot. n. 1/07 è quindi nettamente in
contrasto con quanto disposto e garantito dal management aziendale, anche se i
due sceriffi vibonesi cercano di far apparire il provvedimento di sospensione
delle attività come un fatto temporaneo in attesa della ristrutturazione delle
sale operatorie, dell'adeguamento del personale medico e dell'imminente inizio
dei lavori della sala parto; inoltre la decisione viene giustificata con il
basso indice di natalità rilevato in questi ultimi mesi. Di fatto, invece,
decretano la fine della Ostetricia - Ginecologia e Pediatria e preparano il
terreno per la chiusura della Chirurgia.
Perché sono state spese diverse migliaia di euro per la
sistemazione delle sale operatorie e parto provvisorie se poi i servizi vengono
chiusi? Con quale coraggio ancora si parla di futuro adeguamento del
personale medico se quello assunto per Serra viene dirottato a Vibo, se
si trasferisce altro personale senza sostituirlo e se ad altri viene interrotto
il rapporto di lavoro sia pure a tempo determinato? Ed inoltre, quale indice di
produttività possono avere le unità operative in un ospedale se le loro
attività vengono interrotte continuamente?
Chiediamo che il direttore generale dimostri la sua estraneità al
provvedimento, revocandolo e revocando gli incarichi dei direttori di dipartimento
De Luca e Miceli che, invece di risolvere i problemi, li stroncano alla radice,
comportandosi come i pistoleri del Far West che sopprimevano il cavallo
azzoppato invece di curarlo.
Che l'intenzione della dirigenza dell'A.S. n. 8 e della politica vibonese
sia quella di sopprimere l'ospedale di Serra San Bruno è un fatto ormai
arcinoto, come è noto che per riuscirci stanno utilizzando tutti i mezzi
possibili; se ancora il criminale disegno non è riuscito lo si deve a chi
finora si è opposto con fermezza, sin dalla grande manifestazione del dicembre
1996. La situazione è oggi più difficile, considerato che la giunta regionale
ha eliminato le tutele per gli ospedali montani.
Noi continueremo comunque la nostra battaglia, non accetteremo
passivamente che si spadroneggi e si umili pubblicamente la dignità della
popolazione delle Serre Calabre. Ai politici del territorio, in particolare a
quelli di centrosinistra che governano dappertutto e che si ergono a
paladini dei diritti dei più deboli - e invece dimostrano con i fatti che gli
interessi che difendono sono altri - diciamo che siamo stufi della loro
demagogia, delle loro vuote promesse, dei loro periodici giri turistici
nell'ospedale a scopo propagandistico. Chiediamo invece a tutti coloro che sono
seriamente interessati alla difesa dei servizi pubblici in generale e
dell'ospedale in particolare, di unirsi a noi nella lotta per la salvaguardia
dei diritti del popolo delle Serre Calabre: l'unica lotta che si perde è quella
che non si fa.
Serra San Bruno,
16/04/2007
Coordinamento Serre Calabre
SLAI - Cobas
Sindacato Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale
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