SLAI COBAS provinciale di VENEZIA per il sindacato di classe
aderisce al convegno ed invia una propria delegazione che porterà
anche il recente quaderno MORTI SUL LAVORO DEMAGOGIA E REALTA'
edito dalle Edizioni Lavoro Liberato,
che è in diffusione a Marghera.
----- Original Message -----
From: "slai cobas Taranto" <cobasta@libero.it>
To: "movimento" <movimento@ecn.org>
Cc: "redditolavoro" <redditolavoro@ecn.org>
Sent: Sunday, April 15, 2007 2:45 PM
Subject: [redditolavoro:] Sicurezza sul lavoro: Mesagne (BR) il 20.04
> * "Mai piu' morti sul Lavoro" a Mesagne (BR) il 20 aprile alle
17,30
> (siete
> pregati di diffondere, se volete).
> * La presente e.mail vale come INVITO a partecipare, ed è rivolta a tutti:
> cittadini, associazioni, organizzazioni sindacali, organismi, comitati di
> lavoratori e familiari, magistrati, avvocati, parlamentari, ispettori del
> lavoro, giornalisti
> Di seguito riportiamo integralmente un commosso ricordo di Antonino
> Mingolla
> - apparso su SenzaColonne quotidiano di Brindisi e provincia del 10
> aprile -
> della locale corrispondente Sonia GIOIA
> Si terrà il 20 aprile un Convegno in materia di sicurezza sul lavoro
> UN'ASSOCIAZIONE PER LE VITTIME DELL'ILVA
> Voluta dai famigliari di Antonino, il capocantiere morto un anno fa a 46
> anni, ha incontrato l'appoggio dei parenti degli altri caduti
> di Sonia GIOIA
> MESAGNE - Era il 18 aprile, anno
domini 2006. I mesagnesi faticavano
> a
> smaltire gli effluvi del buon vino e delle gozzoviglie consumate all'ombra
> della chiesa della Grazia, popolo gaudente che festeggia la Pasquetta per
> tutte le 24 ore successive al lunedì dell'Angelo. La notizia della morte
> di
> Antonino Mingolla, capocantiere dell'Ilva di Taranto arrivò repentina e
> inaspettata spegnendo l'aria di festa in un improvviso black out che
> rapprese tutta la città. La deflagrazione della tragedia zittì i bagordi.
> E
> qualcuno promise di non dimenticare, di non far finta di niente. Il
> convegno
> organizzato per il 20 aprile prossimo presso il castello di Mesagne dalla
> neonata "Associazione 12 giugno", fortemente voluta da alcuni
parenti
> delle
> vittime dell'Ilva e dalla moglie di Antonino Franca, è la testimonianza di
> una promessa mantenuta. Si discuterà del disegno di legge presentato dal
> governo Prodi in materia di infortuni sul lavoro, ciascuno degli oratori
> sarà chiamato a relazionare su "sicurezza e Ilva",
"sicurezza e salute",
> sulla "sicurezza vista dalla parte dei lavoratori", nonchè delle
> iniziative
> sulla sicurezza da parte della Regione Puglia e quindi del governo
> nazionale.
> La reiterazione del sostantivo
"sicurezza" nel convegno dedicato ad
> Antonino Mingolla, morto per esalazione di gas cosiddetto "afo",
una
> miscela
> mortifera a base di ossido di carbonio, ha il suono di una insistita
> formula
> magica, lo sforzo di tradurre l'auspicio in realtà. Di ridurre al grado
> zero
> della sicurezza appunto, le statistiche che raccontano di "morti
bianche"
> presso il colosso siderurgico, sommando dati, mai abbastanza eloquenti.
> L'associazione nata in terra mesagnese reca nelle insegne la data di morte
> di un altro soldato dell'Ilva, il giovanissimo Paolo Franco, deceduto nel
> 2003, unito da identica sorte al sorridente Antonino, che andava a
> lavorare
> preannunciando ogni volta il suo viaggio verso "l'inferno",
medesima
> destinazione. In comune avevano altresì la scelta pregressa, a mezzo di un
> bivio: "fra una disoccupazione disgraziata e una occupazione
assassina",
> come scrisse Graziano Santoro a nome di tutto il movimento "A
sinistra" di
> cui l'operaio 46enne era parte attiva, turni di lavoro permettendo.
> Soldati
> morti sul campo, dopo aver risposto alla cartolina di precetto redatta dal
> Bisogno.
> Il primo miracolo è compiuto. Miracolo
di rabbia e di
> determinazione,
> anelito di giustizia. Ustica, piazza Fontana... Adesso anche l'Ilva conta
> su
> una associazione "parenti delle vittime", come si conviene ad
ogni strage.
> Un parto più difficile che altrove, parlare di vittime a proposito di un
> colosso industriale che, nel bene e nel male, rappresenta fucina di
> occupazione per chi non ha da scegliere se non a quel bivio. Un parto che
> non ha contato sulla solidarietà di tanti "sopravvissuti", gli
operai,
> colleghi di Antonino, di Paolo, zittiti dallo stesso Bisogno senza
> alternative.
> I parenti di Antonino Mingolla, la
moglie Franca, i figli entrambi
> minorenni Gabriele e Roberta, il papà del giovane Paolo Franco hanno
> trasformato la rabbia e il dolore in gesti concreti di solidarietà per chi
> resta, perseguendo risolutamente l'obiettivo di aprire un cantiere
> parallelo
> di lavoro e di discussione, che dia nome e cognome ad un deficit di
> sicurezza che quotidianamente attenta alla vita dei lavoratori. Ponendo le
> basi affinchè le morti all'Ilva non restino pagine di cronaca che
> sbiadiscono quando la commozione generale si stempera e il dramma viene
> relegato a dimensione di tragedia intima e privata, con strascichi, nel
> migliore dei casi, processuali.
> Il procedimento giudiziario per
accertare le responsabilità in
> merito
> alla morte di Antonino Mingolla, che avrebbe compiuto 47 anni lo scorso 25
> agosto, è tuttora in corso. In corso le indagini condotte dalla Procura di
> Taranto, come attesta il legale della famiglia, il fasanese Stefano
> Palmisano che relazionerà al convegno del 20 aprile prossimo: "Le
indagini
> preliminari scadranno da qui a breve, entro settembre si suppone che il
> magistrato renderà nota la sua decisione. Intanto constatiamo con conforto
> che tutti gli accertamenti sono stati posti in essere con serietà".
Il
> gip,
> sulla base degli elementi raccolti sarà chiamato a decidere in merito
> all'archiviazione del caso ovvero al rinvio a giudizio degli indagati,
> intanto il fascicolo processuale è coperto da inviolabile segreto
> istruttorio. L'epilogo della vicenda giudiziaria zittirà una volta per
> tutti
> i dubbi sulla evitabilità o meno di quella tragedia, indicherà eventuali
> responsabili e li assicurerà alla giustizia.
> Ma la determinazione delle famiglie ha
fatto sì che alla battaglia
> legale si affiancasse una battaglia civile sulla "sicurezza",
nella
> profonda
> convinzione che la somma delle morti presso l'Ilva costituisca un
> inaccettabile tanto quanto prevedibile bollettino di guerra. Lo status di
> "parte civile" ai parenti delle vittime non basta, come non può
bastare la
> giustizia delle aule di tribunale, nella convinzione che il silenzio
> sarebbe
> complice di coloro sul capo dei quali pende oggi l'ipotesi di reato di
> "omicidio colposo". Questo il senso del convegno che reca
l'eloquente
> insegna: "Mai più morti sul lavoro", accanto al ritratto di
Antonino
> Mingolla che sorride del sorriso mesto di sempre.
> 10 aprile 2007
>
>
> Siamo coscienti che e-mail indesiderate sono oggetto di disturbo, quindi
> la
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> Suo interesse. A norma del decreto legislativo n. 196 del 30.06.2003
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> INVII,
> laddove ciò avvenisse vi preghiamo di segnalarcelo e ce ne scusiamo sin
> d'ora. Questo messaggio non può essere considerato SPAM poiché include la
> possibilità di essere rimosso da ulteriori invii.
> Qualora non intendesse ricevere ulteriori comunicazioni, la preghiamo di
> inviare una e-mail ad: associazione12giugno@email.it
con in oggetto:
> Cancella. Grazie.
>
> rettifica e integrazione
Abbiamo letto con commozione e ottimismo il comunicato.
>
> Per la chiarezza che c'è tra noi che non abbiamo nulla da difendere se non
> la lotta per un mondo in cui gli operai non devono più morire per
> lavorare,
> vogliamo far notare che rispetto all'Associazione 12 Giugno e alla
> battaglia
> più generale all'Ilva sulla sicurezza, stranamente non si cita mai
lo
> slai
> cobas. Perchè? L'Associazione è stata proposta e lanciata dallo slai
> cobas
> ed è stata fatta propria dai familiari di operai morti (tra cui, non
> dimentichiamolo, anche dalla Stasi, figlia di Pasquale Stasi, che anche
> dalla morte tragica del padre ha preso la forza di andare avanti e oggi,
> come avvocatessa di mettere la sua attività al servizio di questa
> battaglia), come da operai dell'Ilva, come Cosimo Semeraro che negli anni
> passati, da solo e solo con l'appoggio dello slai cobas, ha portato avanti
> la battaglia sull'amianto che ha anticipato quella degli anni successivi.
> Anche la denominazione 12 Giugno è stata proposta dallo slai cobas, perchè
> lo slai cobas nel silenzio e nella "dimenticanza" dei sindacati
> confederali,
> fin dall'anno dopo la morte di Paolo Franco e Pasquale D'Ettorre, ha fatto
> iniziative alla fabbrica e in città il 12 giugno indicando questa data
> come
> "giorno della memoria".
> Se l'Associazione è giusto che abbia delle sedi in ogni posto in cui vi
> possono essere familiari o operai a portarla avanti, e ora sicuramente a
> Mesagne, non è giusto dire che l'Associazione è nata a Mesagne perchè
> questo
> restringerebbe il carattere della stessa Associazione, e poi non è così.
> Noi lavoriamo, e auspichiamo, per un'Associazione a cui aderiscano non
> solo
> tanti familiari ma anche decine e decine di lavoratori dell'Ilva e
> dell'Appalto e che abbia le sue "sedi" anche in fabbrica.
> Far sparire da questa battaglia lo slai cobas non è giusto - non certo per
> noi che non abbiamo nulla da "ricavare" dalla nostra continua
attività se
> non quella di accendere la scintilla che possa "infiammare la
prateria"
> degli operai - ma per gli operai, i tanti giovani lavoratori oggi in Ilva;
> perchè la nostra azione permette di unire la battaglia per la sicurezza
> alla
> battaglia giornaliera continua in fabbrica contro le condizioni di lavoro,
> la logica del profitto al di sopra di tutto, per la coscienza della giusta
> ribellione degli operai; vere cause delle morti e unica possibilità di
> dire
> veramente "Mai più morti sul lavoro"!
>
> Infine, sul fronte della azione giudiziaria, è importante affermare che la
> battaglia, come slai cobas prima e come Associazione dopo, ha già portato
> ad
> un importante risultato, niente affatto scontato e anzi fortemente
> osteggiato: la riapertura delle indagini da parte dell'Isp. Severini
> dell'Ispettorato del Lavoro; cosa che per esempio non solo potrà
> permettere
> di individuare le vere cause della morte di Antonino, ma di chiamare
> ancora
> una volta sul banco degli imputati non solo la Ditta appaltatrice ma RIVA,
> il "sistema Riva".
>
> Un forte saluto
> margherita per lo slai cobas taranto