E' necessario prendere coscienza dello stretto legame
che esiste tra l'attacco al tfr e quello alle pensioni: dire no ai fondi
pensioni significa salvaguardare le pensioni pubbliche.
Non dimentichiamo che coloro che ora ci dicono che
bisogna aderire ai fondi pensione, sono gli stessi che negli anni '90 hanno
accettato il sistema di calcolo contributivo che porterà i giovani ad avere
pensioni da fame pari al 40% dell'ultimo stipendio.
Sono gli stessi che in questi giorni hanno iniziato
una trattativa con il governo per ridurre ulteriormente le pensioni pubbliche
e aumentare l'età pensionabile (senza il mandato dei lavoratori).
Infatti cgil-cisl-uil con la scusa di abolire lo
scalone introdotto da Berlusconi (aumento brusco a 60 anni nel 2008), già in
questi giorni discutono con il governo Prodi per un graduale
innalzamento dell’età pensionabile e il taglio dei coefficienti di calcolo
della pensione, che come giustamente ha ricordato il ministro Damiano
(ex fiom ex cometa) ai suoi ex colleghi sindacalisti è quanto previsto dalla
riforma Dini.
cosi si ottiene lo stesso risultato ma con la vaselina
della concertazione con il governo amico che da anni stanno usando per fregare
i lavoratori.