comunicato stampa

martedi 20 marzo ore 10 manifestazione al Tribunale di Taranto

martedì 20 vi é la conclusione del processo intentato da 320 lavoratori
della ex-NUOVA SIET- di cui una parte costituitasi parte civile - che vede
imputati Emilio e Claudio Riva, il responsabile del personale Biagiotti e
l'ex amministratore delegato della ex-Nuova siet Perona imputati di truffa
ed estorsione.
L'inchiesta é nata da un esposto presentato dallo Sai Cobas,
all'epoca dei fatti primo sindacato nelle elezioni RSU in questa che era la
più grossa fabbrica dell'appalto Ilva . Il processo e il suo dibattimento
hanno mostrato senza ombra di dubbio che in quella occasione si sono violate
e aggirate le leggi sul lavoro e anche precedenti accordi esistenti in
materia di appalto, con l'assorbimento di una azienda, fatta passare per
chiusura e l'assorbimento di una parte dei lavoratori adibiti alle stesse
mansioni ma privati di professionalità e diritti acquisiti e si sono
ricattati i lavoratori che per lavorare hanno firmato accordi capestro - chi
non firmava restava in mobilità. Il PM Carbone ha chiesto dure condanne per
gli imputati tra cui 5 anni e mezzo per Emilio Riva.
Noi ci auguriamo che giustizia sia fatta nell'interesse dei lavoratori e
dell'affermazione dei diritti. Ma al di là della sentenza, il processo
stesso é stato una vittoria dello slai cobas, che é riuscito a mantenere
aperta una vicenda che tutti volevano chiusa ed é riuscito a dimostrare che
là dove c'é lo slai cobas non é possibile per padron riva spadroneggiare e
fare i suoi comodi.
L'operazione Nuova Siet é stata anche una operazione anti slai/cobas, perché
riva voleva impedire che lo slai cobas entrasse in Ilva e per fare questo non ha
esitato a cancellare i diritti di 320 lavoratori.
Ma questo processo ha
messo in luce anche una altra verità in questa fabbrica che tutti sono
impegnati a nascondere. Questa operazione truffaldina ed estorsiva é stata
realizzata con la complicità delle segreterie sindacali FIM_FIOM_UILM
dell'epoca , tanto che i segretari confederali e i delegati RSU FIM_FIOM_UILM
Nuova siet di queste confederazioni sono stati citati come testimoni a favore di Riva contro i
lavoratori. 

Palombella segr. UILM e uomo forte del sindacato in fabbrica ha
reso una ampia deposizione a favore dell'azienda in Tribunale, ottenendo i
ripetuti elogi come 'sindacalista buono' dagli avvocati di RIVA, contro i
sindacalisti cattivi "i coordinatori dello slai cobas Palatrasio Ernesto e
Calderazzi Margherita.
Bene aspettiamo la sentenza, ma qualunque essa sia, ma abbiamo già pronto
l'esposto contro Palombella e sindacalisti confederali dell'epoca  per 'concorso in truffa ed
estorsione".
 E' necessario che si vada a fondo in questa vicenda perché in
questa fabbrica e nell'appalto la presenza di un sindacalismo complice e
colluso, di un sindacalismo di potere - legato mani e piedi all'azienda é
diventato un cancro che i lavoratori pagano con omicidi bianchi, infortuni,
clima di repressione,  cancellazione di diritti, precarietà, discriminazioni  e
umiliazioni.
Come pure si deve andare a fondo sul ruolo dell'Ufficio Provinciale del
Lavoro , che all'epoca ratificò questo accordo truffaldino ed estorsivo,
nonostante le ripetute e circostanziate denunce dello slai cobas e dei
lavoratori ex-nuova siet
Come pure si deve fare luce su alcuni magistrati del lavoro, che nei
processi civili dettero torto ai lavoratori, in un clima spesso di spudorata
connivenza con l'azienda e diintimidazione dei lavoratori.
Vogliamo che non solo la magistratura ma anche la finanza indaghi su queste
persone, perché senza ombra di dubbio vi sono state mazzette e privilegi e
scambi di
vario tipo che hanno permesso il caso ex-nuova siet, e permettono molti
altri casi che sono nascosti in materia di sicurezza e salute, appalti,
diritti e organizzazione del lavoro, ma che tanti lavoratori, delegati
onesti e
ispettori del lavoro e magistrati che fanno il loro dovere conoscono e non
vengono mai alla luce.
Per questo sono tutti uniti RIva/capi/ sindacalisti confederali e presunti
sindacati autonomi fatti di traffichini/ partiti parlamentari di destra e di
falsa sinistra/ uomini delle Istituzioni, nel cercare di tener fuori con le
buone e con le cattive lo slai cobas dall'Ilva e dalle ditte d' appalto.

Questo e il coperchio della fogna che bisogna far saltare se si vuole

mettere fine alla fabbrica-tomba e alla fabbrica lager,
se si vogliono tutelare le condizioni di vita e di lavoro, i salari, i
diritti e le libertà sindacali in questa fabbrica e nell'appalto.

I lavoratori, sopratutto i giovani operai possono e devono fare la loro parte.
 

Il 20 ci aspettiamo la sentenza , ma qualunque essa sia, una pagina é stata
scritta di una nuova storia che porteremo in fabbrica e nella città
l'ora dell'autorganizzazione dei lavoratori nello slai cobas e di un nuovo
ciclo di lotta  che apri la strada a un cambiamento reale.
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