DL 1660: un disegno di legge repressivo e di stampo fascista

Con il Disegno di Legge n. 1660, sulla “sicurezza pubblica”, presentato dai ministri Piantedosi, Crosetto e Nordio, in discussione nelle aule parlamentari, il governo Meloni va all’assalto delle agibilità sindacali, politiche e sociali, preparando una micidiale stretta repressiva sulle lotte operaie e popolari, così come su qualsiasi comportamento di protesta e dissenso da parte dei proletari, della povera gente, delle donne.

Il DDL, fra la altre misure reazionarie, inasprisce le pene nell’ambito di manifestazioni di piazza; trasforma in reato penale il blocco stradale e ferroviario, aggravato se commesso “da parte di più persone riunite” e con il “proprio corpo” (cioè in occasione di scioperi e picchetti operai); aumenta ulteriormente le pene per oltraggio, resistenza e lesioni (anche lievissime) a pubblico ufficiale; introduce il reato di rivolta in carcere e nei lager per migranti, esteso alla resistenza passiva; rende possibile il porto abusivo di armi da parte di agenti di pubblica sicurezza; mette le pubbliche amministrazioni e le società a partecipazione pubblica al servizio delle agenzie spionistiche; cancella l’obbligo di rinvio dell’esecuzione della pena per le donne in gravidanza e per le madri di bambini fino a tre anni…

Come se non bastasse, con un emendamento presentato al DDL sicurezza dalla Lega di Salvini, si prevedono pene pesantissime, fino a 20 anni di carcere, per chi si oppone alle “grandi opere” come la TAV o il Ponte di Messina, anche con atti simbolici.

Prima arrivano i manganelli e poi le condanne per chiunque provi a resistere e ostacolare i piani in/civili e militari del capitale. Assieme all’escalation bellica procede l’escalation della repressione antioperaia e antipopolare. Altro che politiche di inclusione!

È evidente il tentativo di bloccare ogni possibile forma di lotta e di protesta di fronte alle politiche governative, comprese le mobilitazioni operaie e sindacali.

Infatti se nel corso di una lotta si bloccheranno i cancelli di un’azienda per rendere più efficace la protesta, gli operai rischieranno fino a due anni di carcere.

Il DDL “sicurezza” (della classe dominante) costituisce uno strumento con cui si concretizza l’ulteriore avanzamento della fascistizzazione dello Stato e il rafforzamento delle retrovie dei fronti di guerra.

La lotta contro questa legge reazionaria, che favorisce l’instaurazione della dittatura aperta e terroristica degli elementi più reazionari del grande capitale, va condotta nel solo modo possibile: con il fronte unico proletario, il cui punto di partenza e contenuto principale è la difesa intransigente degli interessi economici e politici immediati, delle libertà degli operai!

Ogni proletario, ogni lavoratore, indipendentemente a quale sindacato sia iscritto, oppure non iscritto, deve sentirsi aggredito da questo DDL e unirsi ai suoi compagni di lavoro per organizzarsi e respingerlo in massa.

Spetta ai comunisti porsi alla testa di questa battaglia spiegando alle masse cosa bisogna fare per difendersi dallo sfruttamento e della repressione borghese, legando queste lotte alla lotta generale per l’abolizione del sistema capitalista-imperialista !

Da Scintilla n.146, giugno 2024