comunicato
come avevamo largamente valutato,
conclusasi la campagna per la manifestazione del primo dicembre alla fiat sata lanciata dallo slai cobas per il sindacato di classe con
l'adesione del sindacato lavoratori in lotta napoli,
assemblea lavoratori autoconvocati e altre forze proletarie e comuniste è sostanzialmente calato il silenzio e la
mobilitazione sui licenziamenti alla fiat sata, così come sulla montatura
giudiziaria esemplare contro una intera organizzazione sindacale di classe in
diverse città, così come analoghi licenziamenti politici in corso
nelle fabbriche fiat e altrove ecc.
tutti coloro che non hanno aderito e partecipato alla mobilitazione del primo
dicembre, fino a quelli che hanno fatto di tutto per boicottarla e attaccarla prima durante e dopo dando una mano allo stato e al
padrone, tutti coloro che hanno parlato in maniera indecente e demagogica in nome degli operai, . nulla
hanno fatto di più e nulla hanno prodotto gli stessi due operai fiat sata
licenziati, autori della ipocrita dissociazione dell'ultima ora sono rimasti affidati alla raccolta di firme della 'cosa rossa'
rivolti a Napolititano perchè
interceda...
tocca ancora a noi e al cartello del primo dicembre rilanciare la palla e combattere a viso aperto su scala locale
-alla fiat sata, come nei posti di
lavoro e nelle città toccate dalla montatura e licenziamenti - come su scala
nazionale la nuova proposta è come è stato già detto nell'assemblea nazionale
di rionero del pomeriggio del 1 dicembre di una giornata nazionale di lotta su
tutti i posti di lavoro e nelle piazze contro tutti i licenziamenti alla fiat,
contro la montatura giudiziaria in corso e contro ogni repressione contro le lotte e le organizzazioni
sindacali e politiche dei lavoratori. da realizzarsi entro gennaio
riprendiamo a tessere la tela dei contatti adesioni e organizzazioni a partire da chi il 1° dicembre ha
partecipato e aderito se si ritiene necessario una riunione nazionale siamo
pronti a
organizzarla
Slai COBAS per il sindacato di classe
La rete nazionale
per la sicurezza sui posti di lavoro si riunirà, come già annunciato, a Roma,
in Via del Policlinico, 131, Saletta Libertini (sede nazionale Rifondazione
gentilmente concessa), dalle ore 10 alle 14 del 12 gennaio 2008. La sala è a un
quarto d'ora dalla stazione Termini (stazione metro più vicina Castro
Pretorio). All'Ordine del Giorno sono: - piano di iniziative
- legge di iniziativa popolare - altre
proposte - per informazioni: 3471102638
A proposito di morti sul lavoro
La tragedia che si è consumata in questi giorni a Torino, ha colpito e
indignato l'Italia intera.
I giornali ne hanno riempito le prime pagine, le televisioni le edizioni dei
tg, scavando nella rabbia e nel dolore dei protagonisti, i quali hanno urlato a
gran voce che i riflettori non devono spegnersi su questa vicenda.
E' stata aperta una sottoscrizione in tutta Italia a sostegno delle famiglie.
E' stato chiesto che le rendite inail vengano corrisposte al più presto e che
sia dato un posto di lavoro alle vedove, trattandosi di nuclei monoreddito.
Che delle figure professionali supportino psicologicamente i familiari per
elaborare la perdita.
Che si avvii una rapida inchiesta per un rapido processo.
Come tutti, anch'io ho provato indignazione, anche più di altri; anch'io ho
provato pena, così tanta che ho dovuto spegnere il televisore per non sentirne
più parlare. Per sensibilità ci si può immedesimare nel dolore altrui, ma
viverlo sulla propria pelle è tutt'altra cosa.
Non è facile accettare la morte, mai. Ancora meno se si tratta di una morte
improvvisa. Ancora peggio se è una morte ingiusta: come ingiusta è quella che
si trova sul posto di lavoro.
Come ingiusta è quella che hanno trovato in questi giorni i cinque operai della
Thyssen , avvolti dalle fiamme. Come ingiusta è quella che ha trovato mio
marito il 18aprile 2006 nell'Ilva di Taranto, avvolto in una nube di gas, che
ha stravolto la mia vita e quella dei miei figli.
Per noi non c'è stato nessun supporto psicologico.
Per noi la sottoscrizione l'hanno fatta i suoi colleghi, che hanno sostenuto lo
sciopero più lungo mai registrato in Ilva, 32 ore, con l'80% di adesione. Ma i
giornali e le televisioni nazionali non se ne sono accorti,impegnati a
raccontare i dettagli della celebrazione di un'importante anniversario della
monarchia inglese.
Hanno scioperato perché gli volevano bene e perché non ne potevano più dei
continui incidenti che avvengono in quello che è il più grande stabilimento
siderurgico d'Europa.
Perché l'Ilva da sola ha mietuto 40 MORTI dal '93 ad oggi e i feriti non si
contano. E non fanno notizia.
La rendita che percepisco è ancora parziale, l'Inail non ha
ancora aggiornato i calcoli.
Io non ho un posto di lavoro, la nostra era una famiglia monoreddito.
La situazione processuale, dopo 20 mesi, è ancora in un limbo che si chiama
"fase d'inchiesta".
Vittime e familiari di Torino hanno la mia solidarietà e li abbraccio
idealmente tutti,compresi i compagni di lavoro che si battono per i diritti di
chi non c'è più.
L'unica polemica che vorrei sollevare è nei confronti degli organi
d'informazione, che "cavalcano l'onda" delle notizie, sfruttando il
dolore di chi lo vive per stimolare l'attenzione di chi ascolta.
E il dolore e la rabbia inducono a raccontare. E queste storie sono per certi
versi simili, accomunate dall'impossibilità di trovare un lavoro diverso,più a
misura umana. E tante storie sono sconosciute, come quella di Vito Antonio, di
Natale,di Andrea e di Domenico, tutti deceduti
in Ilva dopo mio marito, e che non hanno avuto voce per essere raccontate.
Ed é per il rispetto di tutti coloro che sono morti sul posto di lavoro(non
solo in Ilva) che ho pudore a scendere in particolari toccanti, quando mi viene
chiesto di raccontare la storia che mi riguarda.
Lo scorso giovedì sono stata invitata nella trasmissione di rai2
"AnnoZero", incentrata sulla vicenda di Torino.
Oltre a parlare dell'incidente di mio marito, non mi è stato permesso di
parlare dell'Associazione12giugno, che abbiamo costituito con altri familiari
di vittime Ilva e che intendiamo estendere su tutto il territorio nazionale per
tutte le vittime sul lavoro. Per noi è uno
strumento per reagire collettivamente al dolore e cercare di scongiurare altre
morti.Ci proponiamo di sensibilizzare in modo sistematico l'opinione pubblica
su questa piaga che riguarda tutti.
Ci sosteniamo a vicenda nelle udienze durante il lungo iter processuale.
Forse sarebbe stata una notizia utile per qualcuna di quelle
famiglie "senza voce".
Appoggiamo dunque le richieste fatte a gran voce dagli amici di Torino, ma
vorremmo fossero adottate automaticamente per tutti i casi di morti e
invalidati gravi sul lavoro, senza misure straordinarie, perché ogni vittima ha
la sua dignità ed ogni famiglia il suo dolore.
Franca Caliolo dell'associazione 12 giugno Taranto Brindisi
Dopo quello di Mimmo Mignano delegato Cobas alla Fiat di Pomigliano, il nuovo licenziamento politico-sindacale di Vittorio Granillo a Pomigliano mostra come la Fiat voglia liberarsi del sindacalismo di classe per proseguire nei suoi piani di sfruttamento, fiancheggiata dallo stato e del governo che sviluppano montature giudiziarie come quelle che colpiscono con base Fiat Sata, Slai Cobas per il sindacato di classe e delegati e lavoratori Fiat Sata.
Dovrebbe essere ovvio per tutti che occorre opporre una dura lotta unitaria e nazionale per far rientrare i licenziamenti politico-sindacali, far cadere le montature giudiziarie, opporsi a ogni repressione delle lotte operaie e sociali e delle organizzazioni dei lavoratori ma finora non lo è stato per settarismo, cecità politico-sindacale, spirito di faida ed egemonismo che caratterizza linee e prassi di organizzazioni sindacali di classe e di base che non esitano a tacere e boicottare la lotta contro padroni e stato se non riguarda sè stessi - nei casi recenti di Mimmo Mignano, Slai Cobas per il sindacato di classe, Fiat Sata l'esecutivo nazionale dello Slai Cobas di Delle Donne ha fatto anche di peggio unendo a dissociazione legame con il padrone, istituzioni e procure.
Ma il problema resta lì intatto e solo l'iniziativa nazionale del 1° dicembre alla Fiat Sata ha posto sia pure in forme ancora molto al di sotto della necessità diversamente e correttamente le cose.
Serve una nuova giornata nazionale di lotta unitaria entro gennaio che tocchi il maggior numero di fabbriche a partire dalle fabbriche fiat, piazze, città e occorre battersi senza esitazione, spirito di gruppo e di rivalsa perchè essa si realizzi, assumendosi in forme proletarie e di classe la respondabilità
Slai Cobas per il sindacato di classe
morte alla fiat sata. quanta ipocrisia
comunicato stampa
lo slai cobas per il sindacato di classe puglia basilicata
esprime la sua solidarietà alla famiglia dell'operaio Simeone
"ucciso" dentro i cancelli della fiat sata e il suo appoggio alle
iniziative di lotta dichiarate ma nello
stesso tempo non possiamo che esprimere tutta la nostra
indignazione per le ipocrite reazioni
che assistiamo da parte della Fiat,
delle istituzioni e delle OO.SS presenti attualmente in fabbrica anche in
questo caso come è avvenuto alla Tyssen, come avviene nelle fabbriche in cui siamo presenti dall'Ilva
alla dalmine dall'enichem si
tratta non di tragica fatalità ma di
una sorta di morte annunciata la verità è che ora si muore anche alla Fiat, si
era rischiato alcune settimane fa a mirafiori,
è morto un operaio alla fiat cassino non più di due settimane fa
ritmi, precarietà lavoro in ogni condizione, ricatto dei
capi massima produzione, inosservanza
delle norme della 626 sono diventae la regola e non l'eccezione anche alla fiat sata alla tragedia della morte,
si aggiunge la morte lenta delle malattie
professionali provocate dal ciclo produttivo
dove sono gli organi ispettivi ?
quante ispezioni sono state fatte
nell'ultimo anno nella fiat e
nell'appalto ? come e da chi sono state fatte ? con quali risultati ?
che dire della asl -
abbiamo recentemente denunciato come e con quale esito ad esempio la asl di Venosa ha fatto le ispezioni sul tmc
2, comminando una multa di 1032 euro alla fiat
laddove per le stesse cose a torino giudice guariniello abbiamo avuto
68 condanne di dirigenti - quali
controlli ha mai realmente fatto in sata,
appalto ecc.?
e la tanto invocata magistratura ?
stendiamo un velo pietoso per non
ripetere argomenti fortemente denunciati in queste ultime settimane da
più parti - ma in maniera organica da
noi e solo da noi
ma lamentarsi non basta se non si mette
il dito nella piaga dell'assenza di un
reale sindacato di classe combattivo e determinato o di rls capaci di contrastare sul campo i pericoli e gli attacchi
costanti ma alla fiat sata vigono altri modo di far sindacato (concorrenza
anche sporche tra sigle) dilagante uso
del sindacato per privilegi personali e
di gruppo, personalismo esasperato che contagia anche il cosiddetto sindacalismo autonomo e alternativo e
potremmo continuare :::
noi da parte nostra il 26 ottobre
abbiamo fatto una assemblea nazionale a
roma sulla sicurezza con partecipazione di operai e delegati di diverse fabbriche e posti di lavoro, stiamo
costituendo una rete e la proposta di
una carovana nazionale che a questo punto toccherà anche la Fiata sta
melfi per costruire un movimento reale
capace di abolire lo stato di cose
esistente anche in materia di sicurezza sul lavoro compreso con una proposta di legge di iniziativa popolare che
sancisca
- definizione delle morti bianchi e
delle violazioni della sicurezza del
lavoro come crimini e non contravvenzioni
- postazioni
ispettive interne alla fabbriche medie e grandi
- aumento del numero dei rappresentanti
lavoratori per la sicurezza -rls-eletti da tutti i lavoratori, senza liste
sindacali (la sicurezza non ha sigle9
- estensione della procedura d'urgenza
a tutte le cause del lavoro aventi per
oggetto la sicurezza sul lavoro
- costituzione automatica ai processi
come parti civili delle associazioni
familiari e delle sindacali effettivamente sul campo a sostegno di
queste richieste chiameremo tutti a un convegno sin da
gennaio - sempre se solerti magistrati
ce lo permetteranno - si sa per loro noi siamo "una associazione sovversiva con finalità di terrorismo",
mentre la fiat sata è "la fabbrica del benessere del sig.marchionne !
saremmo su 'scherzi a parte' se la
tragedia del 18 dicembre non ci
richiamasse a una dura, dolorosa e inaccettabile realtà anche alla
fiat sata BASTA MORTI PER IL PROFITTO,
LA VITA OPERAIA VA DIFESA !
slai cobas per il sindacato di classe
puglia basilicata
22-12-07
Mercoledì 9 gennaio sciopero generale dei lavoratori della
SMA Puglia manifestazione dalle ore 9 a Bari sotto la Presidenza della Regione
invece che tempo pieno lettere di licenziamento per gli oltre 300 lavoratori
della SMA puglia !
La vertenza degli otre 300 lavoratori
della SMA Puglia (ex-LSU Forestali) ha avuto in questi giorni un inatteso
sviluppo e i lavoratori hanno avuto come auguri del nuovo anno la lettera di
licenziamento dopo una convenzione fatta dalla giunta fitto con la SMA durata 5
anni, al termine di una dura e clamorosa lotta – tutti ricorderanno la
cosiddetta 'aggressione a fitto del 27 novembre 2001 -la convenzione e scaduta
e le OO.SS.
Slai Cobas e Cobas confederazione che organizzano la
stragrande maggioranza dei lavoratori hanno fatto un accordo con la regione
PUGLIA per una nuova convenzione frutto di una gara d'appalto che contenesse le
clausole di reimpiego di tutti i lavoratori, di salvaguardia dei diritti
acquisiti, di passaggio al tempo pieno per tutti i lavoratori.
Questa convenzione avrebbe dovuto partire dal 1° novembre 2006, invece siamo a
gennaio 2008 e non è ancora partita e i lavoratori sono a tempo parziale,
inoltre la gara d'appalto è andata deserta e ora dobbiamo trovare una
soluzione.
L'azienda SMA con la lettera di licenziamento vuole istigare la lotta dei
lavoratori per avere più fondi di qui le lettere di licenziamento.
I lavoratori non sono nè dalla parte della regione nè dalla parte della SMA MA
VOGLIONO IL LORO lavoro a tempo pieno senza interruzioni , il servizio di
manutenzione boschiva e di prevenzione intervento contro gli incendi è troppo
importante per essere abbandonato a sè stesso penalizzando lavoratori che da
nni lo svolgono, la regione deve farsene carico, bisogna trovare ora una
soluzione che permetta la continuità del lavoro per tutti e il passaggio a
tempo pieno dal 1° febbraio.
i lavoratori della SMA Puglia
Slai Cobas per il sindacato di classe
Cobas lavoro privato
blocco al cimitero di taranto
l'assemblea a partecipazione totale dei lavoratori dei servici cimiteriali
della cooperativa l'ANCORA SERVICE indetta per questa mattina dallo slai cobas
per il sindacato di classe,
dopo uno stato di agitazione che
perdura da circa un mese ha deliberato l'astensione totale dal lavoro dalla
giornata di oggi i lavoratori sono stanchi di richiedere incontri al Sindaco e
all'amministrazione per ottenere vere e
trasparenti garanzie circa l'orario di lavoro, gli organici, gli adeguamenti
contrattuali incontri che non si tengono, non ci sono risposti se non gneriche
assicurazioni verbali qui e là i
lavoratori hanno detto in tutti questi mesi che non accetteranno tagli
delle ore come esito di una gara di
appalto al ribasso che è in dirittura d'arrivo, nè vogliono aspettare fatti
compiuti che li mettano davanti a soluzioni prendere o lasciare penalizzanti,
per questo chiedono un tavolo di discussione e confronto per cercare una soluzione
il Sindaco ha affermato più volte che l'appalto sarà poi integrato di un 20 per
cento con attività aggiuntive
ma diciamo noi: questo non deve
prevedere periodi transitori con il taglio delle ore se si tagliano le ore,
peggiora il servizio ai cittadini se si tagliano le ore, si incentivano
straordinari e fuoribusta, si
chiederà ai lavoratori di fare in
quattroore quello che adesso si fa in 6 se intanto si tagliano le ore la
integrazione della gara d'appalto, vista la situazione finanziaria del comune,
potrebbe avvenire chissà quando o non avvenire proprio i lavoratori vedono il
loro salario eroso e non hanno goduto finora degli aumemti contrattuali che li
toccano occorre quindi ora tutelare e garantire i lavoratori, confrontandosi
con loro per le soluzioni e bisogna farlo adesso i lavoratori cimiteriali sono
nella quasi totalità rappresentati dallo slai cobas per il sindacato di classe
di taranto
per questo il confronto deve essere tra comune, cooperativa l'ancora service,
slai cobas per il sindacato di classe
senza questo incontro e questo tavolo
ci sarà la continuazione dello sciopero
i lavoratori della cooperativa l'ANCORA SERVICE
slai cobas taranto per il sindacato di classe
8-1-2008
Mobbing all'Ilva di Taranto: 6 sotto inchiesta
Fonte: Tarantosera 9/1/2008
TARANTO - Lo spettro del mobbing torna sinistramente ad aleggiare intorno alle
ciminiere dello stabilimento Ilva di Taranto. Sospetti che sono al centro
dell'inchiesta aperta dalla Procura dopo la denuncia presentata da un operaio.
Il pm Enzo Petrocelli ha già effettuato sequestri ed ha iscritto sei persone
nel registro degli indagati. Coinvolti vigilanza ed ufficio del personale.
stato
di agitazione alll'ispettorato del lavoro di taranto
Controlli ispettivi:
basta con i discorsi demagogici e ipocriti del giorno dopo
In questi giorni
all'ispettorato del lavoro di Taranto, mentre esprimiamo il nostro cordoglio e
solidarietà ai familiari, ai compagni di lavoro degli operai morti alla
ThyssenGrupp, ci sentiamo direttamente coinvolti nel grave problema degli
infortuni sul lavoro e della necessità di una effettiva azione preventiva che impedisca questa strage quotidiana
di morti di lavoratori, e sentiamo che dobbiamo far sentire la nostra voce.
I lavoratori della
ThyssenGrupp stanno denunciando la mancanza di ispezioni o che la azienda era
avvisata prima dei controlli, o che alcuni ispettori della Asl in realtà
facevano i "consulenti aziendali".
Bisogna FARE UN'OPERAZIONE
DI VERITÀ, sia in merito a quello che il Ministero del Lavoro sta dicendo in
questi giorni sui controlli ispettivi, sia al proprio interno per una diversa
assunzione di responsabilità.
Dopo le tragiche morti di
Torino, il Min. del lavoro Damiano ha dichiarato più volte che ci sarà un
aumento di 300 ispettori, ad incremento degli altri 700 assunti più di un anno
e mezzo fa. E la stampa subito ha dato grande risalto a questo provvedimento come
se risolvesse il problema della carenza
di controlli.
Ma, primo, se dobbiamo
giudicare da quello che è successo con le precedenti 700 assunzioni, le parole
del Ministro hanno un triste sapore di ipocrisia; il Min. Damiano non dice che
la stragrande maggioranza dei nuovi
ispettori, per la stessa impostazione data ai concorsi, NON è affatto andata ad aumentare il personale
ispettivo adibito alla vigilanza sulla sicurezza. A Taranto, per esempio, in
una realtà a grande industrializzazione e con stabilimenti come l'Ilva che ha
il record nazionale di morti e infortuni sul lavoro, l'Eni, ecc. e dove vi sono
solo 5 ispettori effettivi per questa vigilanza, solo 1 interviene all'Ilva,NESSUNO
degli 8 nuovi assunti è stato adibito alla vigilanza sulla sicurezza. E mi
risulta che dei famosi ulteriori 300 ispettori nessuno è previsto per Taranto.
Secondo, il Ministero del
Lavoro non dice che da anni, senza un apparente motivo, sono state tolte
all'Ispettorato del Lavoro le COMPETENZE sulla vigilanza delle norme di
sicurezza, limitandole al solo settore edile, e affidandole alle Asl. Che senso
ha, allora, sbandierare "300 nuovi ispettori" se poi
anche se fossero adibiti al settore tecnico, non avrebbero, come tutti gli
altri ispettori, poteri per intervenire nella stragrande maggioranza dei
settori, per fare azione preventiva? A Taranto,
questo passaggio di competenze - in contrasto col dovere dello Stato di esercitare
direttamente l'azione di controllo sull'applicazione delle leggi - ha significato
non solo un grave ridimensionamento in termini di quantità dell'azione
ispettiva, colmato solo parzialmente dalle richieste della Procura ma sempre ad
infortunio già accaduto, ma anche un abbassamento della qualità delle
ispezioni, perché viene meno la possibilità di una vigilanza completa che verifichi il nesso tra
infortunio e condizioni di lavoro, tra le violazioni sulle norme di sicurezza e
altre violazioni di legge (per es. il nesso con lo straordinario, i turni di
lavoro, come è successo alla Thyssen Grupp).
Terzo, l'"incremento
dell'attività ispettiva", perché non resti ancora una parola, dovrebbe
avere come conseguenza un INCREMENTO DI MEZZI E DI FONDI PER ESERCITARE EFFETTIVAMENTE TALE ATTIVITÀ.
Ma la realtà è che questi fondi invece di aumentare sono stati volutamente
tagliati anche da questo Governo.
Ma dobbiamo dire che nello
stesso tempo accade anche il paradosso che mentre per 10 mesi gli ispettori
devono penare per le indennità di missioni, per avere mezzi, vengono poi spesi soldi per far venire
ispettori da fuori, o a fine anno per "consumare" comunque i fondi residui
anche con ispezioni inutili.
Per cui si impiegano ben 4
ispettori per andare ad un negozio di cinesi dove sta solo il titolare e la
moglie e non si manda nessun ispettore all'Ilva per controllare la sicurezza.
Normalmente non si fanno visite di iniziativa,
mentre andiamo anche in 2/3, come sta accadendo ultimamente in alcuni settori, a fare solo verifiche
cartacee sui controlli fatti dalla Guardia di Finanza e dall'Inps.
Infine sul fronte della
"lotta al lavoro nero" e delle precarie condizioni di lavoro, dello
straordinario, spesso concause degli infortuni, al di là delle parole, la
realtà è che I CONTROLLI E L'AUMENTO DELLE SANZIONI VANNO A COLPIRE LE PICCOLE O PICCOLISSIME AZIENDE, MA NON VANNO
AFFATTO AD INTACCARE LE GRANDI, verso cui la stessa legislazione, anche quella recente,
punta piuttosto a liberalizzare/flessibilizzare l'orario di
lavoro, la legislazione
sui contratti a termine, il lavoro interinale è rimasto, ecc.
Nello stesso tempo, sul
fronte dell' aumento delle sanzioni, non si è visto pari inasprimento delle
sanzioni per le violazioni delle norme sulla sicurezza. Oggi il Ministro
Damiano parla di condanna a tre anni di carcere per le aziende che sono
colpevoli di gravi e reiterati infortuni (pur sempre pochi per stragi come
quelle della Thyssen Grupp), ma nulla si dice ancora sul fatto che la
maggioranza delle violazioni non sono considerate reato, ma prevedono solo una
sanzione amministrativa.
SE VOGLIAMO UN EFFETTIVO
CAMBIAMENTO DELLA SITUAZIONE, PERCHE' SI PASSI DALLE "LACRIME DA
COCCODRILLO" DEL GIORNO DOPO A UN REALE AZIONE DI VIGILANZA SULLA
SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO.
Per questo è dichiarato lo
stato di agitazione e rivendichiamo
1. un incremento reale del personale ispettivo adibito alla
vigilanza sulla sicurezza, realizzando anche - da parte del Ministero - corsi
di formazione dei nuovi assunti;
2. il ritorno pieno delle
competenze per le ispezioni delle norme sulla sicurezza in tutti i settori;
3. un pool di ispettori
sia della DPL che della Asl, coordinato dall'ispettorato del lavoro, che
intervenga periodicamente a scopo preventivo nelle grandi aziende e nei settori
in cui avvengono più infortuni e che abbia pieni poteri repressivi ma anche
dipositivi;
4. Predisporre un numero
verde per le richieste d'emergenza sulla sicurezza, che devono essere fatte
immediatamente, anche se chieste da delegati e/o lavoratori;
5.un adeguato aumento dei
fondi e dei mezzi per svolgere l'attività ispettiva;
6.la qualificazione come
reati delle principali violazioni alle norme di sicurezza;
7.porre al primo posto la
vigilanza di iniziativa.
Margherita Calderazzi
ispettrice del lavoro
taranto
dello slai cobas per il
sindacato di classe taranto