comunicato
 come avevamo largamente valutato, conclusasi la campagna per la  manifestazione del primo dicembre alla fiat sata   lanciata dallo slai cobas per il sindacato di classe con l'adesione del   sindacato lavoratori in lotta napoli, assemblea lavoratori autoconvocati e   altre forze proletarie e comuniste  è sostanzialmente calato il silenzio e la mobilitazione sui licenziamenti   alla fiat sata, così come sulla montatura giudiziaria esemplare contro una   intera organizzazione sindacale di classe in diverse città, così come   analoghi licenziamenti politici in corso nelle fabbriche fiat e altrove   ecc.
tutti coloro che non hanno aderito e partecipato alla mobilitazione del   primo dicembre, fino a quelli che hanno fatto di tutto per boicottarla e   attaccarla prima durante e dopo dando una mano allo stato e al padrone, tutti coloro che hanno parlato in maniera indecente e  demagogica in nome degli operai, . nulla hanno fatto di più e nulla hanno prodotto gli stessi due operai fiat sata licenziati,  autori della ipocrita   dissociazione  dell'ultima ora  sono rimasti affidati alla raccolta di firme della 'cosa rossa' rivolti a  Napolititano perchè interceda...
tocca ancora a noi e al cartello del primo dicembre rilanciare la palla e  combattere a viso aperto su scala locale -alla fiat sata, come nei posti  di lavoro e nelle città toccate dalla montatura e licenziamenti - come su scala nazionale la nuova proposta è come è stato già detto nell'assemblea nazionale di rionero del pomeriggio del 1 dicembre di una giornata nazionale di lotta su tutti i posti di lavoro e nelle piazze contro tutti i licenziamenti alla fiat, contro la montatura giudiziaria in corso  e  contro ogni repressione contro le lotte e le organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori. da realizzarsi entro gennaio
riprendiamo a tessere la tela dei contatti adesioni e organizzazioni  a partire da chi il 1° dicembre ha partecipato e aderito se si ritiene necessario una riunione nazionale siamo pronti a
organizzarla    
Slai COBAS per il sindacato di classe

 

 La rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro si riunirà, come già annunciato, a Roma, in Via del Policlinico, 131, Saletta Libertini (sede nazionale Rifondazione gentilmente concessa), dalle ore 10 alle 14 del 12 gennaio 2008. La sala è a un quarto d'ora dalla stazione Termini (stazione metro più vicina Castro Pretorio). All'Ordine del Giorno sono: - piano di iniziative
 - legge di iniziativa popolare - altre proposte - per informazioni: 3471102638

 

A proposito di morti sul lavoro
La tragedia che si è consumata in questi giorni a Torino, ha colpito e indignato l'Italia intera.
I giornali ne hanno riempito le prime pagine, le televisioni le edizioni dei tg, scavando nella rabbia e nel dolore dei protagonisti, i quali hanno urlato a gran voce che i riflettori non devono spegnersi su questa vicenda.
E' stata aperta una sottoscrizione in tutta Italia a sostegno delle famiglie.
E' stato chiesto che le rendite inail vengano corrisposte al più presto e che sia dato un posto di lavoro alle vedove, trattandosi di nuclei monoreddito.
Che delle figure professionali supportino psicologicamente i familiari per elaborare la perdita.
Che si avvii una rapida inchiesta per un rapido processo.
Come tutti, anch'io ho provato indignazione, anche più di altri; anch'io ho provato pena, così tanta che ho dovuto spegnere il televisore per non sentirne più parlare. Per sensibilità ci si può immedesimare nel dolore altrui, ma viverlo sulla propria pelle è tutt'altra cosa.
Non è facile accettare la morte, mai. Ancora meno se si tratta di una morte improvvisa. Ancora peggio se è una morte ingiusta: come ingiusta è quella che si trova sul posto di lavoro.
Come ingiusta è quella che hanno trovato in questi giorni i cinque operai della Thyssen , avvolti dalle fiamme. Come ingiusta è quella che ha trovato mio marito il 18aprile 2006 nell'Ilva di Taranto, avvolto in una nube di gas, che ha stravolto la mia vita e quella dei miei figli.
Per noi non c'è stato nessun supporto psicologico.
Per noi la sottoscrizione l'hanno fatta i suoi colleghi, che hanno sostenuto lo sciopero più lungo mai registrato in Ilva, 32 ore, con l'80% di adesione. Ma i giornali e le televisioni nazionali non se ne sono accorti,impegnati a raccontare i dettagli della celebrazione di un'importante anniversario della monarchia inglese.
Hanno scioperato perché gli volevano bene e perché non ne potevano più dei continui incidenti che avvengono in quello che è il più grande stabilimento siderurgico d'Europa.
Perché l'Ilva da sola ha mietuto 40 MORTI dal '93 ad oggi e i feriti non si contano. E non fanno notizia.

La rendita che percepisco è ancora parziale, l'Inail non ha ancora aggiornato i calcoli.
Io non ho un posto di lavoro, la nostra era una famiglia monoreddito.
La situazione processuale, dopo 20 mesi, è ancora in un limbo che si chiama "fase d'inchiesta".
Vittime e familiari di Torino hanno la mia solidarietà e li abbraccio idealmente tutti,compresi i compagni di lavoro che si battono per i diritti di chi non c'è più.
L'unica polemica che vorrei sollevare è nei confronti degli organi d'informazione, che "cavalcano l'onda" delle notizie, sfruttando il dolore di chi lo vive per stimolare l'attenzione di chi ascolta.
E il dolore e la rabbia inducono a raccontare. E queste storie sono per certi versi simili, accomunate dall'impossibilità di trovare un lavoro diverso,più a misura umana. E tante storie sono sconosciute, come quella di Vito Antonio, di Natale,di Andrea e di Domenico, tutti deceduti
in Ilva dopo mio marito, e che non hanno avuto voce per essere raccontate.
Ed é per il rispetto di tutti coloro che sono morti sul posto di lavoro(non solo in Ilva) che ho pudore a scendere in particolari toccanti, quando mi viene chiesto di raccontare la storia che mi riguarda.
Lo scorso giovedì sono stata invitata nella trasmissione di rai2 "AnnoZero", incentrata sulla vicenda di Torino.
Oltre a parlare dell'incidente di mio marito, non mi è stato permesso di parlare dell'Associazione12giugno, che abbiamo costituito con altri familiari di vittime Ilva e che intendiamo estendere su tutto il territorio nazionale per tutte le vittime sul lavoro. Per noi è uno
strumento per reagire collettivamente al dolore e cercare di scongiurare altre morti.Ci proponiamo di sensibilizzare in modo sistematico l'opinione pubblica su questa piaga che riguarda tutti.
Ci sosteniamo a vicenda nelle udienze durante il lungo iter processuale.

Forse sarebbe stata una notizia utile per qualcuna di quelle famiglie "senza voce".
Appoggiamo dunque le richieste fatte a gran voce dagli amici di Torino, ma vorremmo fossero adottate automaticamente per tutti i casi di morti e invalidati gravi sul lavoro, senza misure straordinarie, perché ogni vittima ha la sua dignità ed ogni famiglia il suo dolore.
Franca Caliolo dell'associazione 12 giugno Taranto Brindisi

 

Dopo quello di Mimmo Mignano delegato Cobas alla Fiat di Pomigliano, il nuovo licenziamento politico-sindacale di Vittorio Granillo a Pomigliano mostra come la Fiat voglia liberarsi del sindacalismo di classe per proseguire nei suoi piani di sfruttamento, fiancheggiata dallo stato e del governo che sviluppano montature giudiziarie come quelle che colpiscono con base Fiat Sata, Slai Cobas per il sindacato di classe e delegati e lavoratori Fiat Sata.

Dovrebbe essere ovvio per tutti che occorre opporre una dura lotta unitaria e nazionale per far rientrare i licenziamenti politico-sindacali, far cadere le montature giudiziarie, opporsi a ogni repressione delle lotte operaie e sociali e delle organizzazioni dei lavoratori ma finora non lo è stato per settarismo, cecità politico-sindacale, spirito di faida ed egemonismo che caratterizza linee e prassi di organizzazioni sindacali di classe e di base che non esitano a tacere e boicottare la lotta contro padroni e stato se non riguarda sè stessi - nei casi recenti di Mimmo Mignano, Slai Cobas per il sindacato di classe, Fiat Sata l'esecutivo nazionale dello Slai Cobas di Delle Donne ha fatto anche di peggio unendo a dissociazione legame con il padrone, istituzioni e procure.

Ma il problema resta lì intatto e solo l'iniziativa nazionale del 1° dicembre alla Fiat Sata ha posto sia pure in forme ancora molto al di sotto della necessità diversamente e correttamente le cose.

Serve una nuova giornata nazionale di lotta unitaria entro gennaio che tocchi il maggior numero di fabbriche a partire dalle fabbriche fiat, piazze, città e occorre battersi senza esitazione, spirito di gruppo e di rivalsa perchè essa si realizzi, assumendosi in forme proletarie e di classe la respondabilità

Slai Cobas per il sindacato di classe

 

morte alla fiat sata. quanta ipocrisia

comunicato stampa

lo slai cobas per il sindacato di classe puglia basilicata esprime la sua solidarietà alla famiglia dell'operaio Simeone "ucciso" dentro i cancelli della fiat sata e il suo appoggio alle
 iniziative di lotta dichiarate ma nello stesso tempo non possiamo che esprimere tutta la nostra
 indignazione per le ipocrite reazioni che assistiamo da parte della  Fiat, delle istituzioni e delle OO.SS presenti attualmente in fabbrica anche in questo caso come è avvenuto alla Tyssen, come avviene nelle  fabbriche in cui siamo presenti dall'Ilva alla dalmine dall'enichem si
 tratta non di tragica fatalità ma di una sorta di morte annunciata la verità è che ora si muore anche alla Fiat, si era rischiato alcune  settimane fa a mirafiori, è morto un operaio alla fiat cassino non più di  due settimane fa

ritmi, precarietà lavoro in ogni condizione, ricatto dei capi massima  produzione, inosservanza delle norme della 626 sono diventae la regola e  non l'eccezione anche alla fiat sata alla tragedia della morte, si aggiunge la morte lenta delle malattie  professionali provocate dal ciclo produttivo
 dove sono gli organi ispettivi ?
 quante ispezioni sono state fatte nell'ultimo anno nella fiat e  nell'appalto ? come e da chi sono state fatte ? con quali risultati ?

 che dire della asl - abbiamo recentemente denunciato come e con quale  esito ad esempio la asl di Venosa ha fatto le ispezioni sul tmc 2, comminando una multa di 1032 euro alla fiat  laddove per le stesse cose a torino giudice guariniello abbiamo avuto 68  condanne di dirigenti - quali controlli ha mai realmente fatto in sata,  appalto ecc.?
 e la tanto invocata magistratura ? stendiamo un velo pietoso per non  ripetere argomenti fortemente denunciati in queste ultime settimane da più  parti - ma in maniera organica da noi e solo da noi
 ma lamentarsi non basta se non si mette il dito nella piaga dell'assenza  di un reale sindacato di classe combattivo e determinato o di rls capaci  di contrastare sul campo i pericoli e gli attacchi costanti ma alla fiat sata vigono altri modo di far sindacato (concorrenza anche  sporche tra sigle) dilagante uso del sindacato per privilegi personali e  di gruppo, personalismo esasperato che contagia anche il cosiddetto  sindacalismo autonomo e alternativo e potremmo continuare :::
 noi da parte nostra il 26 ottobre abbiamo fatto una assemblea nazionale a  roma sulla sicurezza con partecipazione di operai e delegati di diverse  fabbriche e posti di lavoro, stiamo costituendo una rete e la proposta di  una carovana nazionale che a questo punto toccherà anche la Fiata sta
 melfi per costruire un movimento reale capace di abolire lo stato di cose  esistente anche in materia di sicurezza sul lavoro compreso con una  proposta di legge di iniziativa popolare che sancisca
 - definizione delle morti bianchi e delle violazioni della sicurezza del  lavoro come crimini e non contravvenzioni

 - postazioni ispettive interne alla fabbriche medie e grandi
 - aumento del numero dei rappresentanti lavoratori per la sicurezza -rls-eletti da tutti i lavoratori, senza liste sindacali (la sicurezza non ha sigle9
 - estensione della procedura d'urgenza a tutte le cause del lavoro aventi  per oggetto la sicurezza sul lavoro
 - costituzione automatica ai processi come parti civili delle associazioni  familiari e delle sindacali effettivamente sul campo a sostegno di queste richieste chiameremo tutti a un convegno sin da
 gennaio - sempre se solerti magistrati ce lo permetteranno - si sa per loro noi siamo "una associazione  sovversiva con finalità di terrorismo", mentre la fiat sata è "la fabbrica del benessere del sig.marchionne !
 saremmo su 'scherzi a parte' se la tragedia del 18 dicembre non ci  richiamasse a una dura, dolorosa e inaccettabile realtà anche alla fiat  sata BASTA MORTI PER IL PROFITTO, LA VITA OPERAIA VA DIFESA !

 slai cobas per il sindacato di classe puglia basilicata
  22-12-07

 

Mercoledì 9 gennaio sciopero generale dei lavoratori della SMA Puglia manifestazione dalle ore 9 a Bari sotto la Presidenza della Regione
invece che tempo pieno lettere di licenziamento per gli oltre 300 lavoratori della SMA puglia !
 La vertenza degli otre 300 lavoratori della SMA Puglia (ex-LSU Forestali) ha avuto in questi giorni un inatteso sviluppo e i lavoratori hanno avuto come auguri del nuovo anno la lettera di licenziamento dopo una convenzione fatta dalla giunta fitto con la SMA durata 5 anni, al termine di una dura e clamorosa lotta – tutti ricorderanno la cosiddetta 'aggressione a fitto del 27 novembre 2001 -la convenzione e scaduta e le OO.SS.

Slai Cobas e Cobas confederazione che organizzano la stragrande maggioranza dei lavoratori hanno fatto un accordo con la regione PUGLIA per una nuova convenzione frutto di una gara d'appalto che contenesse le clausole di reimpiego di tutti i lavoratori, di salvaguardia dei diritti acquisiti, di passaggio al tempo pieno per tutti i lavoratori.
Questa convenzione avrebbe dovuto partire dal 1° novembre 2006, invece siamo a gennaio 2008 e non è ancora partita e i lavoratori sono a tempo parziale, inoltre la gara d'appalto è andata deserta e ora dobbiamo trovare una soluzione.
L'azienda SMA con la lettera di licenziamento vuole istigare la lotta dei lavoratori per avere più fondi di qui le lettere di licenziamento.
I lavoratori non sono nè dalla parte della regione nè dalla parte della SMA MA VOGLIONO IL LORO lavoro a tempo pieno senza interruzioni , il servizio di manutenzione boschiva e di prevenzione intervento contro gli incendi è troppo importante per essere abbandonato a sè stesso penalizzando lavoratori che da nni lo svolgono, la regione deve farsene carico, bisogna trovare ora una soluzione che permetta la continuità del lavoro per tutti e il passaggio a tempo pieno dal 1° febbraio.
i lavoratori della SMA Puglia
Slai Cobas per il sindacato di classe
Cobas lavoro privato

 

blocco al cimitero di taranto
l'assemblea a partecipazione totale dei lavoratori dei servici cimiteriali della cooperativa l'ANCORA SERVICE indetta per questa mattina dallo slai cobas per il sindacato di classe,
 dopo uno stato di agitazione che perdura da circa un mese ha deliberato l'astensione totale dal lavoro dalla giornata di oggi i lavoratori sono stanchi di richiedere incontri al Sindaco e
 all'amministrazione per ottenere vere e trasparenti garanzie circa l'orario di lavoro, gli organici, gli adeguamenti contrattuali incontri che non si tengono, non ci sono risposti se non gneriche
 assicurazioni verbali qui e là i lavoratori hanno detto in tutti questi mesi che non accetteranno tagli
 delle ore come esito di una gara di appalto al ribasso che è in dirittura d'arrivo, nè vogliono aspettare fatti compiuti che li mettano davanti a soluzioni prendere o lasciare penalizzanti, per questo chiedono un tavolo di discussione e confronto per cercare una soluzione il Sindaco ha affermato più volte che l'appalto sarà poi integrato di un 20 per cento con attività aggiuntive
 ma diciamo noi: questo non deve prevedere periodi transitori con il taglio delle ore se si tagliano le ore, peggiora il servizio ai cittadini se si tagliano le ore, si incentivano straordinari e fuoribusta, si
 chiederà ai lavoratori di fare in quattroore quello che adesso si fa in 6 se intanto si tagliano le ore la integrazione della gara d'appalto, vista la situazione finanziaria del comune, potrebbe avvenire chissà quando o non avvenire proprio i lavoratori vedono il loro salario eroso e non hanno goduto finora degli aumemti contrattuali che li toccano occorre quindi ora tutelare e garantire i lavoratori, confrontandosi con loro per le soluzioni e bisogna farlo adesso i lavoratori cimiteriali sono nella quasi totalità rappresentati dallo slai cobas per il sindacato di classe di taranto
per questo il confronto deve essere tra comune, cooperativa l'ancora service, slai cobas per il sindacato di classe
senza questo incontro e questo tavolo
ci sarà la continuazione dello sciopero
i lavoratori della cooperativa l'ANCORA SERVICE
slai cobas taranto per il sindacato di classe
8-1-2008

 

 

Mobbing all'Ilva di Taranto: 6 sotto inchiesta
Fonte: Tarantosera 9/1/2008
TARANTO - Lo spettro del mobbing torna sinistramente ad aleggiare intorno alle ciminiere dello stabilimento Ilva di Taranto. Sospetti che sono al centro dell'inchiesta aperta dalla Procura dopo la denuncia presentata da un operaio. Il pm Enzo Petrocelli ha già effettuato sequestri ed ha iscritto sei persone nel registro degli indagati. Coinvolti vigilanza ed ufficio del personale.

 

 

 

   stato di agitazione alll'ispettorato del lavoro di taranto
    
     Controlli ispettivi:  basta con i discorsi demagogici e ipocriti del giorno dopo
    
     In questi giorni all'ispettorato del lavoro di Taranto, mentre esprimiamo il nostro cordoglio e solidarietà ai familiari, ai compagni di lavoro degli operai morti alla ThyssenGrupp, ci sentiamo direttamente coinvolti nel grave problema degli infortuni sul lavoro e della necessità di una    effettiva azione preventiva che impedisca questa strage quotidiana di morti di lavoratori, e sentiamo che dobbiamo far sentire la nostra voce.
     I lavoratori della ThyssenGrupp stanno denunciando la mancanza di ispezioni o che la azienda era avvisata prima dei controlli, o che alcuni ispettori della Asl in realtà facevano i "consulenti aziendali".
     Bisogna FARE UN'OPERAZIONE DI VERITÀ, sia in merito a quello che il Ministero del Lavoro sta dicendo in questi giorni sui controlli ispettivi, sia al proprio interno per una diversa assunzione di responsabilità.    
     Dopo le tragiche morti di Torino, il Min. del lavoro Damiano ha dichiarato più volte che ci sarà un aumento di 300 ispettori, ad incremento degli altri 700 assunti più di un anno e mezzo fa. E la stampa subito ha dato grande risalto a questo provvedimento come se risolvesse il problema  della carenza di controlli.
     Ma, primo, se dobbiamo giudicare da quello che è successo con le precedenti 700 assunzioni, le parole del Ministro hanno un triste sapore di ipocrisia; il Min. Damiano non dice che la stragrande maggioranza  dei nuovi ispettori, per la stessa impostazione data ai concorsi, NON è  affatto andata ad aumentare il personale ispettivo adibito alla vigilanza sulla sicurezza. A Taranto, per esempio, in una realtà a grande industrializzazione e con stabilimenti come l'Ilva che ha il record nazionale di morti e infortuni sul lavoro, l'Eni, ecc. e dove vi sono solo 5 ispettori effettivi per questa vigilanza, solo 1 interviene all'Ilva,NESSUNO degli 8 nuovi assunti è stato adibito alla vigilanza sulla sicurezza. E mi risulta che dei famosi ulteriori 300 ispettori nessuno è previsto per Taranto.
     Secondo, il Ministero del Lavoro non dice che da anni, senza un apparente motivo, sono state tolte all'Ispettorato del Lavoro le COMPETENZE sulla vigilanza delle norme di sicurezza, limitandole al solo settore edile, e affidandole alle Asl. Che senso ha, allora, sbandierare "300 nuovi     ispettori" se poi anche se fossero adibiti al settore tecnico, non avrebbero, come tutti gli altri ispettori,  poteri per intervenire nella stragrande maggioranza dei settori, per fare azione preventiva? A  Taranto, questo passaggio di competenze - in contrasto col dovere dello Stato di esercitare direttamente l'azione di controllo sull'applicazione delle leggi - ha significato non solo un grave ridimensionamento in termini di quantità dell'azione ispettiva, colmato solo parzialmente dalle richieste della Procura ma sempre ad infortunio già accaduto, ma anche un abbassamento della qualità delle ispezioni, perché viene meno la  possibilità di una vigilanza completa che verifichi il nesso tra infortunio e condizioni di lavoro, tra le violazioni sulle norme di sicurezza e altre violazioni di legge (per es. il nesso con lo straordinario, i turni di lavoro, come è successo alla Thyssen Grupp).
     Terzo, l'"incremento dell'attività ispettiva", perché non resti ancora una parola, dovrebbe avere come conseguenza un INCREMENTO DI MEZZI E DI FONDI  PER ESERCITARE EFFETTIVAMENTE TALE ATTIVITÀ. Ma la realtà è che questi fondi invece di aumentare sono stati volutamente tagliati anche da questo Governo.
     Ma dobbiamo dire che nello stesso tempo accade anche il paradosso che mentre per 10 mesi gli ispettori devono penare per le indennità di  missioni, per avere mezzi, vengono poi spesi soldi per far venire ispettori da fuori, o a fine anno per "consumare" comunque i fondi residui anche con ispezioni inutili.
     Per cui si impiegano ben 4 ispettori per andare ad un negozio di cinesi dove sta solo il titolare e la moglie e non si manda nessun ispettore all'Ilva per controllare la sicurezza. Normalmente non si fanno visite  di iniziativa, mentre andiamo anche in 2/3, come sta accadendo ultimamente in  alcuni settori, a fare solo verifiche cartacee sui controlli fatti dalla Guardia di Finanza e dall'Inps.
     Infine sul fronte della "lotta al lavoro nero" e delle precarie condizioni di lavoro, dello straordinario, spesso concause degli infortuni, al di là delle parole, la realtà è che I CONTROLLI E L'AUMENTO DELLE SANZIONI  VANNO A COLPIRE LE PICCOLE O PICCOLISSIME AZIENDE, MA NON VANNO AFFATTO AD INTACCARE LE GRANDI, verso cui la stessa legislazione, anche quella recente, punta piuttosto a liberalizzare/flessibilizzare l'orario di
     lavoro, la legislazione sui contratti a termine, il lavoro interinale è rimasto, ecc.
     Nello stesso tempo, sul fronte dell' aumento delle sanzioni, non si è visto pari inasprimento delle sanzioni per le violazioni delle norme sulla sicurezza. Oggi il Ministro Damiano parla di condanna a tre anni di carcere per le aziende che sono colpevoli di gravi e reiterati infortuni (pur sempre pochi per stragi come quelle della Thyssen Grupp), ma nulla si dice ancora sul fatto che la maggioranza delle violazioni non sono considerate reato, ma prevedono solo una sanzione amministrativa.
     SE VOGLIAMO UN EFFETTIVO CAMBIAMENTO DELLA SITUAZIONE, PERCHE' SI PASSI DALLE "LACRIME DA COCCODRILLO" DEL GIORNO DOPO A UN REALE AZIONE DI VIGILANZA SULLA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO.
    
     Per questo è dichiarato lo stato di agitazione e rivendichiamo

1. un incremento reale del personale ispettivo adibito alla vigilanza sulla sicurezza, realizzando anche - da parte del Ministero - corsi di formazione dei nuovi assunti;
     2. il ritorno pieno delle competenze per le ispezioni delle norme sulla  sicurezza in tutti i settori;
     3. un pool di ispettori sia della DPL che della Asl, coordinato dall'ispettorato del lavoro, che intervenga periodicamente a scopo preventivo nelle grandi aziende e nei settori in cui avvengono più infortuni e che abbia pieni poteri repressivi ma anche dipositivi;
     4. Predisporre un numero verde per le richieste d'emergenza sulla sicurezza, che devono essere fatte immediatamente, anche se chieste da delegati e/o lavoratori;
     5.un adeguato aumento dei fondi e dei mezzi per svolgere l'attività ispettiva;
     6.la qualificazione come reati delle principali violazioni alle norme di sicurezza;
     7.porre al primo posto la vigilanza di iniziativa.
    
     Margherita Calderazzi
     ispettrice del lavoro taranto
     dello slai cobas per il sindacato di classe taranto