29-12-2010 BERGAMO AZIONE DI LOTTA DEL COBAS DAVANTI ALLA CISL
COMUNICATO STAMPA
Oggi nel pomeriggio si è tenuto un presidio di operai del Cobas presso la sede
territoriale del “sindacato” CISL di Castelli Calepio nella provincia di
Bergamo, dove ha sede la Technymon, media azienda metalmeccanica. Una protesta
che aveva come obiettivo l’arroganza del padrone e la connivenza dei sindacati
confederali grazie alla quale quest’ultimo cerca di liberarsi dei lavoratori
scomodi e sindacalizzati usando la cassa integrazione per riorganizzare la
produzione e continuare a fare profitti.
Questi operai da 2 anni sono in cassa senza mai poter rientrare, costretti a
vivere con meno di 500 euro al mese (la rotazione è prevista per legge nella
CIGS), mentre in azienda si continua a lavorare, anche di sabato e recentemente
ci sono state 4 nuove assunzioni. Alcuni giorni fa l’ennesima beffa per gli
operai in CIGS, cui è stato consegnato il cedolino della tredicesima per un
ammontare di ZERO euro!!!.
Con questa protesta abbiamo voluto denunciare il ruolo di “consulenti aziendali”
dei rappresentanti territoriali della Fim-Cisl che collaborano con l’azienda per
far passare i suoi piani, negando il voto agli operai nelle assemblee, facendo
incontri separati con l’azienda, accettando il volere del padrone che negli
incontri sindacali si è permesso di dire che lui è libero di far lavorare chi
più gli aggrada, proprio come Marchionne alla Fiat! ma in questo caso forti
dell'avvallo silente della FIOM territoriale....
Segue il volantino diffuso ai passanti e automobilisti
ALLA TECHNYMON COME ALLA FIAT – I PADRONI SCELGONO DI TRATTARE CON I
SINDACATI AMICI - MA GLI OPERAI NON ASPETTERANNO IN SILENZIO IL LICENZIAMENTO!
PERCHE’ CHI LOTTA PUO’ ANCHE PERDERE MA CHI NON LOTTA HA GIA’ PERSO!
Dal 9 marzo 2009 ad oggi, alla Technymon di Castelli Calepio, un gruppo di
operai che ha fatto entrare il sindacato in fabbrica, viene tenuto fuori dai
cancelli perennemente in cassa integrazione: una grave discriminazione con
pesanti danni economici e morali e con l’evidente intento di licenziarli.
Questi lavoratori si sono organizzati con lo Slai Cobas perché la Fiom, il
sindacato a cui erano iscritti, ha dimostrato di non tutelare i loro interessi e
di non difenderli dagli attacchi del padrone al quale si chiedeva di rispettare
gli accordi sottoscritti per la cassa ordinaria. Così come, anziché supportare
il delegato alla sicurezza che faceva il suo mestiere, facendo intervenire Asl
per la verifica dei macchinari, si sono defilati proprio nel momento in cui
questo era sotto l’attacco aziendale.
Organizzandosi col sindacato Cobas questi operai hanno deciso di lottare per
vendere cara la pelle, contrastando così la connivenza tra sindacati confederali
e padroni, tanto che da anni oramai i primi sono, chi più chi meno, diventati
pari a consulenti aziendali contro gli interessi dei lavoratori. In questo modo
inoltre intendono denunciare la situazione di moderno schiavismo che si vive in
tante medie e piccole industrie che costituiscono la gran parte del tessuto
produttivo bergamasco, dove, col ricatto del licenziamento si è costretti ad
accettare condizioni di lavoro infami.
Alcuni mesi fa, lo Slai Cobas, ha inoltrato agli organi competenti un esposto
sulle anomalie riscontrate nell’apertura della CIG, questo esposto è stato
sostenuto da mobilitazioni dei lavoratori alla direzione del lavoro, all’INPS e
alla procura della repubblica, ottenendo l’attenzione dei responsabili di questi
enti. Questo atto, assolutamente legittimo e necessario, potrebbe bloccare il
meccanismo che porta ai licenziamenti, ma nessuno dei sindacati confederali l’ha
mai fatto! Poiché questi oramai non fanno altro che firmare accordi e far
accettare ai lavoratori come se fossero inevitabili queste procedure, che non
sono altro che l’anticamera dei licenziamenti.
Ora questi operai non accetteranno ulteriori deroghe o altra cassa integrazione,
vogliono tornare al lavoro perché alla Technymon il lavoro c’è, tanto che
recentemente sono state fatte nuove assunzioni!
Abbiamo chiesto con forza che tutti i sindacati facessero il loro mestiere,
chiedendo loro di mettere nei verbali delle assemblee la nostra richiesta di
dati certi sulla “crisi” aziendale e che non ci si fidasse di parole dette dal
consulente del lavoro pagato dall’azienda; abbiamo chiesto il numero dei
lavoratori che hanno ruotato in cassa e le modifiche fatte all’organizzazione
del lavoro, ma sia Fim che Fiom non hanno mai appoggiato queste richieste, anche
di fronte all’arroganza del padrone che ha affermato che “..fa lavorare solo
quelli che gli vanno bene a lui…”
Ma il fatto più disgustoso è stato il comportamento del rappresentante
territoriale della Fim, che durante l’ultima assemblea, ha attaccato il
rappresentante dei Cobas dicendo che, essendo quella assemblea indetta da Fim e
Fiom, la sua era una presenza illegittima, dimenticando che LE ASSEMBLEE SONO
DEI LAVORATORI E NON DEI SINDACATI e che sono i lavoratori che scelgono da chi
farsi rappresentare. A questo punto il sig. Luciano Baldi della Fim senza
nemmeno ascoltare le proposte del Cobas, ha cercato di buttarla in rissa e non
riuscendoci, se ne è andato provocando la reazione di alcuni lavoratori che
l’hanno apostrofato definendolo servo del padrone!
Così come la Fim-Cisl a livello nazionale chiede ai lavoratori di svendere i
propri diritti in cambio di un posto di lavoro da schiavi (es: fiat), così alla
Technymon supporta il terrorismo padronale per far passare una ristrutturazione
eliminando i lavoratori scomodi.
A differenza di certi sindacalisti il Cobas non scappa, non ha paura né dei
padroni né degli altri sindacati, perché sa bene che il suo ruolo è quello di
supportare le rivendicazioni degli operai quindi perché gli altri sindacati
temono la volontà dei lavoratori?
Sindacato Lavoratori Autorganizzato Intercategoriale COBAS per il sindacato di
classe cobasdalmine@infinito.it
a breve video sul canale http://www.youtube.com/user/cobasinforma