Unità di classe operai italiani e immigrati
Costruire lo sciopero nazionale degli immigrati del 1° marzo
Con gli immigrati di Rosarno: prima sfruttati, poi sparati, ora deportati
Questa città e anche le sue istituzioni dichiarino apertamente che non applicheranno il “pacchetto sicurezza” del governo
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe aderisce e partecipa alla manifestazione antirazzista cittadina a Ravenna del 16 gennaio.
Va proseguita la mobilitazione a fianco dei lavoratori immigrati che ha avuto il suo punto più alto con la manifestazione di 100 mila immigrati il 17 ottobre a Roma.
Padroni sempre più arroganti, razzismo di Stato e razzismo criminale e fascista che si è dispiegato a Rosarno oggi e ieri a Castelvolturno, respingimenti e aggressioni xenofobe attaccano pesantemente la condizione di vita degli immigrati. Servono manifestazioni ovunque contro il governo e il Ministero degli Interni , le sedi leghiste e razziste, servono iniziative ai CIE dove i proletari immigrati sono stati deportati, serve organizzare nel territorio una rete di contrasto e solidarietà contro il razzismo.
La vicenda di Niang Mor, e come lui tanti immigrati, che si è visto revocare il permesso di soggiorno dalla Questura, nonostante fosse in Italia da vent'anni, per la mancanza dei requisiti di reddito (non può stare in Italia un immigrato con un salario da 610 euro!), incarcerato a Gorizia ed espulso, è una vergogna di cui si è reso responsabile questo governo con il pacchetto sicurezza.
Come non bastasse, citiamo anche il caso di Ibrahim M'bodi, operaio 35enne in un cantiere edile, che è stato ucciso nel Biellese dal datore di lavoro con 9 coltellate perchè reclamava lo stipendio che da tre mesi non gli veniva pagato.
Dopo essere sfruttati, sottopagati, dopo avere dato persino la vita per il profitto dei padroni italiani (ormai sono moltissime le vittime di omicidi bianchi nei luoghi di lavoro proprio tra i lavoratori immigrati, regolari e non, e molti di essi vengono buttati per strada come bestie), secondo questo governo, ma anche secondo le politiche securitarie, la cosiddetta lotta agli "abusivi" dei sindaci-sceriffo come Matteucci a Ravenna (di “sinistra”) per esempio, le sue dichiarazioni di apprezzamento delle decisioni del governo e della ministra Gelmini sul limite del 30% per i figli degli immigrati nelle scuole, i lavoratori immigrati vengono condannati alla paura e all’invisibilità, ad una condizione di schiavitù disumana.
Per questo il pacchetto sicurezza con l’odioso reato di clandestinità costituisce un salto di qualità nell’attacco ai diritti degli immigrati e dev’essere abolito.
Così come è arrivato il momento di portare apertamente in piazza la parola d’ordine della chiusura dei CIE, veri e propri lager di Stato.
Sosteniamo la Rete per la sicurezza sul lavoro e partecipiamo alla riunione nazionale del 16 gennaio a Roma per preparare iniziative e la manifestazione nazionale con al centro la lotta contro le morti sul lavoro degli operai immigrati. Costruiamo assieme lo sciopero nazionale del 1 marzo.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe sostiene la piattaforma della manifestazione del 17 ottobre a Roma ed invita i lavoratori immigrati ad autoorganizzarsi in comitati di lotta, e mette a disposizione la propria sede per uno sportello immigrati.
SLAI Cobas per il sindacato di classe Ravenna v. G. Di Vittorio,32.
Tel: 339/8911853 e mail: cobasravenna@libero.it