CITTADINE E CITTADINI DI TREVISO ! LAVORATRICI E LAVORATORI !

Siamo venti e più tra i cento lavoratori e lavoratrici della Cooperativa Quadrifoglio che aveva sedi a Treviso e a Padova ma che è nata a Chioggia. Questa “cooperativa” oggi è stata messa in “liquidazione volontaria” senza l’accordo e la votazione di noi soci lavoratori. La operazione è ancor più truffaldina però !

Infatti la motivazione della chiusura è che non c’è lavoro, ma nel contempo è stata aperta una “cooperativa” nuova, la QuadriCoop, che continua lo stesso lavoro della precedente. In questo modo si vogliono disfare comodamente di 100 lavoratori, di noi che come tanti lavoratori non solo immigrati come noi ma anche italiani, siamo diventati “di troppo”, e allo stesso tempo continuare il lavoro con nuove vittime di questo modo antiCostituzionale ed antiDemocratico, di aprire delle “cooperative” per poi chiuderle e riaprirle ! Le leggi che permettono di fare cose come queste sono leggi sbagliate !

Una Cooperativa che si rispetti lo è per davvero, non per il motivo di esistere al fine di non pagare tasse e contributi e di lasciarci a casa disoccupati e senza indennità perché ci chiamano a contratto “facchini” o “operaia delle pulizie” e invece dovremmo essere contrattualmente degli operai ! Se una azienda chiude, che chiuda davvero ! Una azienda che frega per primi i propri dipendenti, come può avere la fiducia dei suoi “clienti” ? Solo se i suoi clienti, come nel caso della Cooperativa Quadrifoglio, sono gli stessi padroni delle fabbriche che in questo modo evitano di assumere operai, e magari risultano avere MENO di 15 dipendenti !

Siamo stati assunti divenendo soci della Cooperativa, lavorando tra molti sacrifici per anni in moltissime fabbriche della provincia di Treviso, e in parte della provincia di Padova e di Venezia, da Vittorio Veneto fino a Marghera. Essendo soci, ci spettavano per legge ogni anno le quote degli utili, ma utili per noi questa “cooperativa” non ne vedevamo mai, e non ci facevano lavorare nemmeno tutti i giorni, lasciandoci a casa anche per settimane, a volte per mesi, con buste paga irrisorie, anche di 100, o 200 euro.

Abbiamo vissuto in questa maniera, prendendo ordini da due padroni diversi, in fabbriche spesso diverse, e quando ci pagavano gli straordinari, lo facevano di nascosto alle leggi, perché altrimenti avrebbero dovuto ammettere che dovevano darci più lavoro. Per contratto, ci spettava di lavorare 40 ore a settimana, ma questo, appunto, non avveniva sempre, mentre in certi periodi ne facevamo anche 50 di ore alla settimana ! Se ad uno di noi capitava un infortunio sul lavoro, ci dicevano di non denunciarlo, che sennò perdevano l’appalto, e poi ci lasciavano a casa lo stesso ! Queste sono state le condizioni in cui abbiamo vissuto e lavorato in molte fabbriche, Arredo 3 a Scorzé, Aceto Ponti, D.R.B., Global Magazzini, Europoligrafico, Galvea, Pasta Zara, Idromacchine, ecc.ecc.

Avremmo dovuto essere operai come gli altri, con pari diritti. Adesso dobbiamo lottare, ed affidarci alla giustizia, per riavere quello che forse nessuno ci vuole ridare più: un LAVORO !

Per questo siamo solidali con chi lotta come noi in tutta Italia, con gli immigrati che rivendicano diritti ed eguaglianza, perché nel mondo di oggi non ci sono confini per sfruttare gli esseri umani, ed allora non ci debbono essere confini nemmeno per l’eguaglianza ed il diritto !

DISOCCUPATI ORGANIZZATI SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE

COOPERATIVA QUADRIFOGLIO TREVISO-PADOVA

            In distribuzione dal 12 novembre 2010