ABRUZZI 10 LUGLIO 2009
IN TRAPPOLA
Batterie di missili, caccia F16, cecchini sui tetti, elicotteri
assordanti e molesti, oltre al Predator, che
"discretamente" a quota
oltre 3000 metri spia ogni nostro movimento anche quando ci
"infrattiamo" per cagare. Noi non lo
vediamo, ma sappiamo che è lì che
ci scruta, come uno scienziato nazista osserva le sue cavie da
laboratorio. Militari, polizia, digos
da tutta Italia a sorvegliare ogni
10 metri la statale 80 dir, quella che dovrebbe essere interdetta al
traffico veicolare e pedonale all'arrivo e alla partenza delle
delegazioni. Facevano paura anche 2 giorni fa, quei mitra e quelle
batterie di missili e quei cecchini piazzati sui tetti, che noi non
vediamo, ma sappiamo che sono lì. Facevano paura anche
2 giorni fa,
quando è scattata l'ordinanza di interdizione per il
G8 anche per le
greggi di animali, anche per i cani randagi sopravvissuti al terremoto,
che animalisti e vigili del fuoco andavano ad alimentare nel centro
storico. Tutti in gabbia adesso! Gli 8 grandi devono guardare le rovine
del centro storico, ma non possono essere infastiditi da cani e da
"cristiani". I cani li rinchiudono nel lager di Bazzano
(da dove non
usciranno più, perché essendo cani convenzionati frutteranno almeno 3
euro l'uno al giorno all'associazione che gestisce
quel canile a
L'Aquila) e i "cristiani" che non sono riusciti a fuggire dal G8
restano
rinchiusi nelle tendopoli. Agli sfollati di piazza d'armi hanno imposto
addirittura di non uscire dalle tende e hanno circondato con altre reti
la tendopoli. "Neanche un giro dentro il campo potrete fare" gli
hanno
detto. Un ragazzo, un proletario residente in piazza d'armi uscì a
comprare le sigarette qualche giorno fa ed è stato aggredito e quasi
linciato da 2 agenti americane in borghese ed altri, forse dei servizi
USA o dell'FBI, che lo avevano individuato come
"sovversivo" per via dei
suoi tatuaggi. Gli hanno detto che, come tutti, doveva rifornirsi di
viveri, medicinali e sigarette prima del G8, perché poi non sarebbe più
potuto uscire dal campo e avrebbero chiuso anche tutti gli esercizi
commerciali, compresi i tabaccai.
E così è stato. Può essere fiero ora il sindaco Cialente di essere
"stato costretto" a chiudere, per ordine delle forze dell'ordine,
almeno
78 attività produttive per il G8. Non che il suo parere sarebbe valso a
qualcosa, ma almeno avrebbe salvaguardato la sua dignità e quella di
un'intera città.
Lamenti, paura e rabbia, questo è quel che sta
seminando questo G8 per
l'evidente ingiustizia. Gli sfollati sempre più rinchiusi
nelle tende; i
pastori e le loro greggi non possono mangiare e circolare durante il G8;
i lavoratori pendolari residenti nella zona rossa, che in seguito al
censimento della digos hanno ottenuto un pass, devono
subire controlli
col cuore in gola ogni volta ai posti di blocco, per paura che parta
"per sbaglio" un colpo dai mitra o un missile; gli abitanti della
zona
nord-occidentale della provincia di L'Aquila, quella fuori dal cratere,
non hanno neanche avuto la possibilità di chiedere un pass, perché "non
censiti dalla digos". Questi ultimi non hanno
via di scampo. In caso di
malore o di forti scosse, non possono neanche fuggire:
la S.S 80 è off
limits. Al distretto sanitario di Montereale, a 36 Km
a nord-ovest di
L'Aquila, tra i monti della Laga e quelli del Gran
sasso, c'è un
cartello con su scritto: "non si effettuano esami
del sangue ed altri
accertamenti, causa G8". L'ospedale da campo del G8 è DEL G8, per
recarsi lì, in caso di necessità, bisognerà essere scortati dai
carabinieri e superare una serie di filtri e controlli incompatibili con
una situazione di pronto soccorso.
"C'è stato uno spostamento della crisi sismica verso nord dell'area
epicentrale del movimento tellurico del 6 aprile...Nessuno
può escludere
che lungo questo asse si possano verificare altre
scosse di notevole
entità...la Protezione civile sa quello che deve fare", dichiara Emanuele
Tondi, docente di rischio terremoti presso l'Università di Camerino.
Secondo i calcoli ufficiali dell'INGV, interpellata dalla protezione
civile per l'organizzazione del G8, la probabilità che queste forti
scosse si verifichino durante il G8 è del 26%.
Ora la caserma "Vincenzo Lo Giudice", la cui antisismicità è stata
opportunamente verificata in vista del G8, si trova ben 10-15-20 Km a
sud del nuovo epicentro che potrebbe essere teatro di altre scosse al di
sopra di 5-6 gradi Richter, ma la sola preoccupazione
del duo
Berlusconi-Bertolaso è stata quella di assicurare gli
8 grandi.
Per loro e solo per loro sono stati spesi oltre 500milioni per la
sicurezza. Per loro e solo per loro è pronto un immediato piano di
evacuazione in caso di forte sisma. Per loro e solo per loro i vigili
del fuoco saranno impegnati a controllare la "tenuta" del bunker dove
alloggeranno. Per loro e solo per loro si mobilita la protezione civile.
I comuni fuori dal cratere, prossime probabili vittime
al 26% di un
altro disastroso terremoto, attendono ancora risposta alle richieste di
prevenzione da rischi sismici, lanciate dai sindaci alla protezione civile.
Ma se ci saranno altre scosse al di sopra dei 4 gradi Richter, gli 8
grandi saranno immediatamente evacuati verso Roma e gli abitanti di
Arischia, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Montereale, Borbona e
frazioni limitrofe, fino al reatino, staranno freschi
ad aspettare i
soccorsi! La SS. 80 è bloccata!
Nessun problema! A piazza d'armi sono arrivate da un po' 1.500 bare
(confidano alcuni finanzieri e forestali), saranno le casette su misura
per i vecchi sfollati o per i residenti a nord di Coppito
che potranno
morire sotto altre scosse causa G8? Oppure il foglio di via per gli anti G8?
Intanto la zona rossa del G8 è ancora più ampia e deserta di prima, non
volano neanche le mosche, l'unico rumore assordante che scuote i
timpani, i vetri delle finestre e le mura già lesionate di Arischia,
Pizzoli, Preturo, Coppito, Pettino, S. Vittorino e Cansatessa,
è quello
prodotto dalle eliche degli elicotteri militari.
Stanno uccidendo un'intera città 2 volte. Chi è sopravvissuto al
terremoto è scappato per il G8. Si allunga la lista degli esiliati. Gli
8 grandi sciacalli deprederanno una città morta proprio
grazie a loro,
alle loro banche, al loro malaffare, alle loro speculazioni.
E' vero, al peggio non c'è mai fine, ma chi resiste conosce anche
un'altra verità, l'altro lato della medaglia di questa filosofia della
rassegnazione, che ha ben sintetizzato una compagna che ha perso la
madre e la sorella sotto le macerie, per mano di padroni assassini:
AL MEGLIO NON C'E' MAI FINE!
Ed è con questo ottimismo, che deriva dalla nostra
volontà, dalla nostra
lotta, che diamo il nostro abbraccio di solidarietà a tutti gli studenti
e i compagni che hanno perduto la loro libertà per la libertà di tutti.
Ed è con questo saluto che diamo il caldo benvenuto a tutti coloro
che
vorranno essere al nostro fianco in un momento come questo, drammatico
ma di lotta.
Vi aspettiamo a L'Aquila, venerdì 10 luglio, ore 14 alla stazione di
Paganica
Per sentire insieme che "al meglio non c'è mai fine"
perché noi, uniti, siamo 6 miliardi, loro sono solo 8
Oltre la casa, il lavoro, la libertà e la vita dei nostri cari
non abbiamo più nulla da perdere
NOI CI SAREMO!
Rete di soccorso popolare