il comunicato di
Napoli chiarisce il senso politico sindacale dei
licenziamenti in corso negli stabilimenti fiat
giù le mani dal sinadacalismo di base e
di classe
tutti i licenziati devono rientrare
basta repressioni e montature
giudiziarie
31 gennaio giornata nazionale di lotta
slai cobas per il sindacato di classe
cobasta@libero.it
comunicato stampa
Pomigliano d'Arco, 17/1/2008
FIAT ALFA ROMEO/LICENZIAMENTI
LO SLAI COBAS DENUNCIA GRAVI
DISCRIMINAZIONI PER I LICENZIATI: RIENTRATI
QUELLI CONFEDERALI, FUORI TUTTI GLI
ALTRI
LA VICENDA DEI LICENZIAMENTI, AGGRAVATA
DAL SEQUESTRO 'PARITETICO' DELLE
DIECI ORE DI ASSEMBLEA RETRIBUITA
FINIRA' IN TRIBUNALE
I RICORSI GIUDIZIARI SARANNO ATTIVATI
CON LA PROCEDURA D'URGENZA PREVISTA
DALL'ART. 28 DELLO STATUTO DEI
LAVORATORI
Fiom-Fim-Uilm hanno gettato la spugna
ed hanno sottoscritto, nella
giornata di ieri, un accordo di
svendita e sottomissione sindacale e dei
lavoratori alle manifestate
volontà autoritarie dell'azienda accettando
supinamente la svolta repressiva delle
relazioni sindacali messa in atto
dalla Fiat con i licenziamenti e una
caterva di provvedimenti
disciplinari, nonchè con 'fantozziani'
corsi di formazione 'pesante'
decisi da Marchionne. Corsi ed
iniziative aziendali che violano le più
elementari norme di democrazia e della
libertà di espressione nonché
quella di libera organizzazione
sindacale dei lavoratori in fabbrica:
diritti soggettivi e collettivi
costituzionalmente protetti, tutelati
inoltre dai contratti e dallo Statuto
dei Lavoratori. I corsi in
svolgimento in Fiat (e fortemente
contestati dai lavoratori), nulla hanno
a che fare con qualsiasi, benché
minima, formazione tecnico-professionale,
ma puntano esclusivamente ad una
illecita forzatura disciplinare
'repressiva' condotta dall'azienda in
plateale repressione e contrazione
di ogni diritto soggettivo e collettivo
dei lavoratori nonché di quelli
sindacali. A conferma di ciò, oggi sono
rientrati in fabbrica ed al
lavoro, richiamati ad horas dalla Fiat,
solo tre dei sette licenziati
politici per lo sciopero dei corsi
giovedì e venerdì della scorsa
settimana. Non a caso sono della Fiom e
della Uilm: (Mario di Costanzo RSU
Fiom), Aniello Niglio (esperto
designato Fiom), Milena Gianmattei (della
Fim). Non a caso sono rientrati al
lavoro solo dopo l'<accordo di
sottomissione firmato ieri dai
sindacati con la Fiat. Alcuna
comunicazione aziendale di rientro al
lavoro hanno ricevuto invece i
lavoratori e delegati sindacali
aderenti a Slai Cobas, sindacato che
rifiuta di aderire a tale
accordo-capestro. Usare, come sta facendo la
Fiat, lo strumento dei licenziamenti
strumentali per imporre ai sindacati
l'accettazione di iniziative illecite è
sanzionato dallo Statuto dei
lavoratori e dallo stesso codice
penale. Tenere illecitamente fuori dalla
fabbrica i sindacati 'non graditi',
consentire le assemblee genralli solo
ai sindacati 'graditi' e
contemporaneamente attuare indisturbati
sondaggi-farsa tra i lavoratori per 'costruire'
presunti consensi ad uso
mediatico al comportamento aziendale
ricorda tanto le azioni di
sindacalismo corporativo del periodo
fascista. Iniziative tra l'altro
vietate dallo Statuto dei lavoratori
che definisce, tali comportamenti
come 'sindacalismo giallo'.
Il comportamento aziendale e le
collusioni sindacali in atto evidenziano
la grande difficoltà in cui si trova
l'azienda nel perseguimento dei suoi
piani a medio termine di
ridimensionamento impiantistico ed occupazionale.
Slai Cobas Fiat Alfa Romeo -
Slai Cobas coordinamento provinciale di
Napoli