Il presente opuscolo è stato diffuso gratuitamente ad operai delle seguenti fabbriche e situazioni: Petrolchimico, Montefibre, imprese, Sirma, Sidermarghera, Fincantieri, Raffinerie, Mira 25 aprile, convegno di Mesagne (BR) 20 aprile 2007, Biblioteche civiche. È richiedibile dalle situazioni autorganizzate a 0,50 € a copia e diffondibile a 2 € a copia.

 

 

 

 

 

S.L.A.I. CO.BAS. PER IL SINDACATO DI CLASSE

PROVINCIALE VENEZIA

 

QUADERNO FORMATIVO n.4

 

 

MORTI

SUL LAVORO
DEMAGOGIA
E REALTA'

 

 

 

 

Edizioni Lavoro Liberato, aprile 2007

 

 

 

 

 

 

 


SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE PROVINCIALE VENEZIA
CP 101 - 30034 MIRA VE
SEDE PERMANENTE E SPORTELLO SINDACALE E CONTRO LO SCIPPO TFR
VIA PASCOLI 5--30034 MIRA
041-5600258
334-3657064
PRESENZA SETTIMANALE MERCOLEDI’ MATTINA
MARGHERA PIAZZA MUNICIPIO 14 PRESSO SEDE ASSOCIAZIONE ESPOSTI AMIANTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BASTA MORTI SUL LAVORO

I RISARCIMENTI LI VOGLIAMO MA NON CI BASTANO

VOGLIAMO UNA SOCIETA' DIRETTA

DAI LAVORATORI

NON DAI BOIE, DAGLI AGUZZINI,

DAI PARASSITI E DAGLI SFRUTTATORI !

PER QUESTO DOBBIAMO INNANZITUTTO

AUTO-ORGANIZZARCI NEL SINDACATO DI CLASSE

In questo periodo si parla molto di morti sul lavoro. Si sono sbracciati in enfatiche affermazioni addirittura Presidente della repubblica (il filoamericano Napolitano), Capo del governo (il democristiano Prodi), componenti del Consiglio superiore della Magistratura (Palombarini, noto in passato come l'anti-Calogero ed oggi come uno dei propugnatori delle "modifiche" alla Costituzione). Hanno parlato molto, hanno detto e scritto che sono "martiri". Martiri lo sono, MA NON DELLA VOSTRA INGIUSTIZIA !
Noi, che lavoriamo dentro le fabbriche e tra gli operai, che patiamo le stesse ingiustizie e che cerchiamo una via nella AUTO-ORGANIZZAZIONE OPERAIA (e non nei patteggiamenti "di sinistra" dentro i sindacati DI REGIME, in ipotesi superate e sputtanate dalla Storia, di "riverniciatura" degli istituti stessi del potere sorto dal compromesso storico tra capitalisti -Agnelli- e rappresentanti istituzionali dei lavoratori -Berlinguer,Lama,Craxi- ), vogliamo dare agli Operai della nostra provincia e polo di Marghera, una indicazione specifica e generale su come questo problema possa essere affrontato CONTRO E FUORI DA OGNI DEMAGOGIA PADRONALE--ISTITUZIONALE.

PARTE 1

INNANZITUTTO

DI CHE STIAMO PARLANDO ?

Statistiche INAIL

L'INAIL è un'associazione costituita dai padroni, cui lo Stato loro vassallo, a dispregio della Costituzione, ha delegato il compito di gestire le assicurazioni sulla vita e sugli infortuni in relazione al lavoro ed agli stabilimenti, cantieri e luoghi ove il lavoro viene inglobato e gestito dai capitalisti, invece di farsi carico come Stato di ogni grave problema.
Le loro statistiche quindi, COME TUTTE LE STATISTICHE, risente della natura di chi le emette, ed infatti non risulta che includano TUTTI I LAVORATORI (e a volte pure i loro familiari) CHE SONO MORTI IN CONSEGUENZA DEL LAVORO NOCIVO E DELLA MANCANZA DI PRECAUZIONI SCIENTIFICHE SUI MATERIALI, I MEZZI ED I MATERIALI UTILIZZATI (CVM, anidride solforosa, fosgene, amianto, diossina, inquinamento elettro-magnetico, inquinamenti neuro-lesivi, ecc.).

Quindi le loro statistiche sono PER DIFETTO, e tuttavia sono abbastanza significative, anche se la cifra totale è ben superiore e di molte volte al DOPPIO delle loro stesse statistiche.
In pratica si vuole nascondere ai nostri occhi di lavoratori e proletari, che il "progresso" non appartiene al capitalismo né alla "scienza", ma esclusivamente agli Operai, ai proletari ed ai lavoratori che crepano, inclusi quelli che crepano per raggiungere prima un fornitore od un cliente, in autostrada o su qualche marcia strada statale, provinciale o che altro, la cui gestione, anche qui, è affidata ad un ente (ANAS).
Lo Stato imperialista italiano, in realtà è anche semi-feudale perché delega a poteri locali, corporativi, reietti alla fatica ed alla passione, che sfruttano ed ammazzano con i loro interessi, ogni LIBERA ESPRESSIONE E CREATIVITA' DELLE MASSE, chiudendole dentro gli stretti circuiti casa, lavoro, ferie, weekend (per chi può), ospedale, cimitero.

Eccoci comunque alle statistiche INAIL.
A tal proposito ecco cosa ci scrive Medicina Democratica:
"Cinque morti sul lavoro in un giorno sono davvero tanti. Eppure sono dentro la statistica! Forse molti ignorano che la statistica che parla di una media di quattro morti al giorni per infortunio sul lavoro è comunque sottostimata. Mancano quei lavoratori, non solo immigrati, che non sono registrati come tali, mancano quegli altri lavoratori che sono rimasti vittime di incidenti stradali perché stanti e affaticati dalla guida o dal lavoro precedente. E muoiono anche altri lavoratori, vittime di esposizione ad agenti cancerogeni e tossici che quasi mai o a grande fatica riescono a dimostrare che la causa della loro morte è il lavoro. Ogni giorno, anche nel 2000, si compie una strage di qualche decina di persone per il lavoro tanto più grave quanto più culturalmente accettata .
L'amaro in bocca resta se pensiamo che le leggi ci sono, ma che le responsabilità della loro applicazione è ascrivibile a molti, prima di tutto chi ha il dovere di salvaguardare la salute a norma dell'articolo 2087 del codice civile, e cioè al datore di lavoro e poi a tutti coloro che non intervengono a vigilare, a denunciare e a condannare. Non solo, ma anche a produrre coscienza, ad organizzare iniziative e lotte contro questi serial killer.
Ma non basta: se la causa principale di questa epidemia che sconvolge migliaia di famiglie è l'organizzazione del lavoro e ciò che vi sta attorno vediamo come in questi ultimi anni mentre si facevano delle leggi a migliore tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro si sono fatte altre leggi si è comunque aperta la strada alla deregolamentazione del lavoro, fino addirittura con gli incivili referendum proposti dai radicali, a volerlo completamente liberalizzare. Se questi dovessero passare conteremmo altri morti, altri feriti, altri disperati.
Partiamo da questa massima espressione di incoscienza e arretratezza, che comunque sottende grandi interessi economici di chi sa che le conseguenze degli infortuni e delle malattie professionali vengono fatte pagare alla collettività e non a chi le ha provocate, e vediamo di rovesciare il discorso:
Il riconoscimento degli infortuni e delle malattie professionali deve essere affidato alle A-USL e non più all'INAIL,
i dati sugli infortuni e malattie professionali devono essere pubblicati, oltre che tempestivamente, non solo a livello nazionale, regionale e provinciale, ma anche per A-USL, per comune e per azienda,
ogni giorno i telegiornali devono raccontare la storia di un morto sul lavoro, spiegando chi fosse, quale lavoro svolgeva, quali sono state le cause immediate o mediate che ne hanno provocato la morte e cosa questo ha voluto dire per i famigliari, gli amici i compagni di lavoro."
(F.Aurora, www.medicinademocratica.org)

Il bello delle statistiche INAIL è che sono utilizzabili però come si vuole, come tutte

Le statistiche: è il caso del "come" il Governo italiano presenta nel suo sito il problema:
"Nel dopoguerra, cioè nella prima metà degli anni Cinquanta, si registravano ogni anno oltre 3.000 morti per infortuni sul lavoro. Questo dato si è trascinato fino alla metà degli anni Settanta.
Dopo il 1975 il fenomeno comincia lentamente ma progressivamente a decrescere, pur mantenendosi generalmente al di sopra dei 2.000 casi per tutti gli anni Ottanta e Novanta: ancora nel 1990 i morti erano oltre 2.400.
Si ha un più significativo decremento del fenomeno a partire dal decennio successivo: nel 2000 si contano 1.400 vittime del lavoro; nel 2005 gli infortuni mortali scendono a 1.206.
Oggi si registrano meno vittime e conseguentemente meno drammi umani e sociali, e minori costi economici per il Paese. Se, infatti, si fa il confronto con l'Europa, si vede che negli ultimi anni l'Italia si è collocata sotto le medie europee, quanto ad infortuni con assenza dal lavoro superiore a 3 giorni e ad infortuni indennizzati, mentre i casi mortali sono 2,8 ogni 100.000 occupati in Italia, contro 2,9 della media nell' EUROZONA."

(cfr. http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/infortuni_lavoro/index.html  verrebbe da dire ma che buono questo Governo, è nostro, è di "centro-sinistra", è democristiano-revisionista, ragazzi, ci diamo una mossa o cosa ?)
A questa "logica" non si sottraggono molti tra i cosiddetti "noglobal", "antagonisti" o via dicendo. A differenza dei fascisti, che i morti li producono (infatti tra i datori di lavoro i fascisti sono in percentuale maggiore che tra gli elettori), questi amici dei "diritti globali" si sprecano nel pubblicare i  dati in maniera acritica, statistica.
Il Corriere della sera (domenica 15 aprile 2007), citando Napolitano, anziché darci uno strumento interpretativo (la intera serie statistica) ha pubblicato il suo "grafico ANSA-CENTIMETRI", dal quale comunque si ottengono dei numeri:
Nel 1963 ci sono stati 4.644 morti sul lavoro in un anno registrati dall'INAIL
Nel 1973 ci sono stati 3.774 morti sul lavoro in un anno registrati dall'INAIL
Nel 1980 ci sono stati 2.565 morti sul lavoro in un anno registrati dall'INAIL
Nel 1989 ci sono stati 2.417 morti sul lavoro in un anno registrati dall'INAIL
Nel 2000 ci sono stati 1.261 morti sul lavoro in un anno registrati dall'INAIL. Il calo pare appartenere anche agli effetti nel campo speculativo-immobiliare delle indagini su "Tangentopoli".
Nel 2001 la cifra sale a 1.546
SI STIMA che nel 2006 i morti sul lavoro siano stati 1.280.
Veniamo ad una critica di metodo.
Non esiste in Italia un quotidiano ufficiale di tutte le sentenze della magistratura penale né un quotidiano ufficiale di tutti i morti.
Se un lavoratore si infortuna e muore dopo mesi o anni per le conseguenze dell'"incidente", non è chiaro se rientra nelle statistiche o meno.
Tantomeno in queste statistiche rientrano come dicevamo prima, i morti per cause mediche di patologie contratte nel posto di lavoro o a contatto con vestiti o mezzi di lavoro.
Uscendo da questo argomento, entriamo nella cruda realtà, e cerchiamo di capire perché, nonostante tutti i "miglioramenti" della scienza moderna, debbano ancora esistere i Palazzinari, perché gli Amministratori degli enti locali per lo più si debbano "preoccupare" di permettere di costruire case che poi alimenteranno la speculazione degli immobiliaristi e delle compagnie finanziarie, e non di risolvere le cose.

Infatti, nel “gioco delle parti” delle Istituzioni al servizio dei padroni, le case popolari IACP non esistono più, quelle che non sono state riscattate sono diventate patrimonio di un consorzio, l’ATER, che ha i comportamenti tipici delle aziende padronali, e che peraltro non si preoccupa di manutenere adeguatamente gli immobili. Anche questo crea malasanità delle case popolari, e di conseguenza fuga da esse, per cadere nelle mani dei pescecani quando non degli usurai.

Per delle case fatte con mattoni forati dove magari per costruirle sono pure morti dei lavoratori immigrati.

A costo zero.

Chi li pagherebbe infatti più di quel poco che in nero viene a volte dato alla moglie, i morti in nero dei cantieri ?

Tempo fa in Umbria si arrivò ad un padroncino che insieme al suo compare seppellì sotto terra un lavoratore marocchino morto nel suo cantiere.

Ma D’Alema dice che Marx è superato !

A NOI NON SEMBRA PROPRIO !

I giovani lavoratori ed operai che debbono faticare e fare straordinari e trasferte per campare risicatissimi pagando affitti da capogiro e spese tanto da lasciare al massimo lo spazio per un film ogni tanto al cinema con la fidanzata, sono MARTIRI già in vita, e per scelta vostra, signori del potere da 10 a 50 mila € al mese se non più, che non vi curate certo dei prodotti della vostra politica, dato che li avete deliberatamente considerati come il “prezzo da pagare” per un progresso che nella VOSTRA concezione corrisponde alla fine del conflitto sociale.

Già, meno scioperi più grasso che cola !

Il costo della vita a Venezia, a Mestre, Marghera, nella provincia, soprattutto per quanto riguarda le abitazioni, è vertiginoso.

Per poi pagare spese condominiali per amministratori che nemmeno si curano di mantenere la decenza delle fognature in sesto !

In Veneto e nel ricco Nord-Est non sono mancate le situazioni limite, negli ultimi mesi, tanto che coraggiosi e dignitosi lavoratori sono scesi in sciopero, in maggior parte immigrati, albanesi e non solo, per incidenti assolutamente evitabili, per i quali “Non vi sono responsabili”.

Nel contempo, il processo alla Fincantieri, in corso a Mestre, sta vedendo lo sfilare di parti civili e dell’INAIL, che cercano di smentire la verità dei fatti, e le responsabilità di chi ha avvalorato produzioni nocive con mezzi e materiali già noti per la loro pericolosità, cercando di arrivare ad una declaratoria (come nel caso del processo al Petrolchimico) di “Non responsabilità” per i dirigenti dello stabilimento. Qui si processano dei dirigenti per 14 morti (11 operai e 3 mogli di altri operai) causati dall’utilizzo in produzione dell’amianto. Si vuole sostenere una cosa subliminale e fascista, cioè che le persone non portano responsabilità perché tanto c’è sempre qualcuno o qualcosa che sta “sopra” che ha determinato quelle scelte.

Di questo passo Hitler sarà nominato benefattore da papa Ratzinger !

Napolitano da parte sua promuove una nuova “Legge”.

Un’altra bufala.

Cosa c’entrano le leggi. Ci sono, le leggi. Incuria, tentato omicidio, mancanza di sicurezza, il problema non è tanto nella legge che può pure servire (ma che sarà applicata solo sui più poveracci tra i padroni), bensì in CHI LA DEVE APPLICARE. E finché il potere giudiziario non sarà del popolo (come Costituzionalmente definito) ma nella borghesia d’élite del paese, cosa ci potremo aspettare, è già tanto che vi siano ogni tanto dei giudici coraggiosi che istruiscono dei processi.

PARTE 2

NELLA NOSTRA PROVINCIA E REGIONE

 

L'incidente in Montefibre a Natale 2006. La mancanza di mobilitazione è dipesa da valutazioni della RSU che non condividiamo completamente. Quale che sia la dinamica di un incidente, a meno di un atto suicidario, qui escluso, non si può mai considerare ciò che accade come fattore casuale o fortuito o di dubbie responsabilità. La sicurezza della vita nostra non deve avere un limite in alcuna "ragionevolezza". Si produce per il benessere, non per il denaro. Si produce in una considerazione del lavoro come progresso per il benessere e per il socialismo, altrimenti non avrebbe senso nemmeno vivere in questa merda.
Scrivevamo nel nostro sito all'inizio di gennaio
"Abbiamo appreso da fonti operaie la effettiva dinamica dell'accaduto del 25 dicembre mattina alle ore 6,50 in Montefibre, nel reparto AT8, che smentisce nettamente l' "incidente" per porre un'altra grave accusa sulla scarsità dei sistemi di sicurezza nelle fabbriche. Non è la prima volta che in quel reparto in quella data lavorazione succedono incidenti. Il trascinamento dell'operaio fino alla vasca è durato vari metri e il nastro su cui operava, che lo ha trascinato, non si è fermato automaticamente. L'intervento era una emergenza. SLAI COBAS farà una pubblica denuncia. La solidarietà operaia ad Alessandro Basso va indirizzata all'Ospedale civile di Padova reparto grandi ustionati."
Non abbiamo poi fatto alcuna denuncia perché abbiamo rispettato l'opinione degli operai di questo stabilimento, ma in futuro attraverso nostri compagni in ogni fabbrica, non staremo ad assistere a queste cose impotenti.


In genere le giustificazioni che si danno all'interno delle fabbriche nascono da una concezione di paura di ciò che i magistrati faranno se si mette in discussione la sicurezza di un impianto.
Ma se si afferma ciò si mette in discussione il vero Potere, la LOTTA, tutti sappiamo che a creare problemi ai lavoratori i padroni hanno solo da perderci.
Sempre che non siamo in schiavitù. Ma ciò, a ben guardare dal diritto formalmente conquistato sin dal 1947, non è.
Allora il punto è che ciò che non possono fare con la Costituzione (rubare in nome del diritto alla proprietà privata dei mezzi di produzione), possono con leggi come la 30/2002, le false cooperative, le agenzie immobiliari.


È ciò di cui non parla Napolitano né Prodi né Palombarini. Non dicono che la maggiore precarizzazione del lavoro causa perdita di professionalità e maggiori rischi per i lavoratori e per la popolazione. Non dicono che l'aumento del traffico merci su gomma aumenta i rischi di stragi sulle strade. Dicono che occorrono nuove leggi.


Noi diciamo NO. Occorre abolire le aberranti leggi come la 30/2002, come le leggi e norme che hanno sciolto gli uffici collocamento per dare alle agenzie interinali il potere di fare ciò che vogliono con i lavoratori, occorre abolire le false cooperative e permettere solo autentiche cooperative di autentici soci su scala paritaria e senza ruoli fissi tra di loro.
IL LAVORO è alla BASE DEL PROGRESSO, NON GLI ABUSI ED I PRIVILEGI.

Permettendo che lo siano abusi e privilegi, si scioglie il patto sociale tra le masse ed i poteri, e lo Stato si trasforma nel fascismo.
Cosa che del resto si è subliminata con il sistema pubblicitario dominante ("tutto è "servizi""), e con le privatizzazioni.


Si è passati addirittura ad un Parlamento che attraverso il Governo (in questo caso Berluskoni) vende a privati dei palazzi sedi dei gruppi parlamentari, di proprietà del popolo (ossia dello Stato) e poi li prende in affitto per darli agli stessi gruppi

.
In pratica la crisi finanziaria generale produce delle accelerazioni e delle forme di accumulazione e di profitto assai simili alla rapina a mano armata con spargimento di sangue.
E questo viene assunto a "norma" dai poteri stessi del nostro paese, che può ricavare una fetta assai scarsa dalle avventure militari imperialiste della NATO e degli Stati Uniti (con qualche eccezione, ed ecco gli scandali, Telecom in testa).
Gli incidenti dunque che avvengono nella nostra provincia e regione, non possono chiamarsi fuori da queste dinamiche.


Anche perché fu nell'Adriatico che piombarono le "bombe a grappolo" durante la guerra di aggressione alla Jugoslavia. Costruita (questa guerra) su falsa ricostruzione storica delle responsabilità serbe sui kosovari, mentre le responsabilità stavano da tutte le parti come in tutti i conflitti interetnici, e in particolare di quei vicini paesi che sulle difficoltà altrui ci campano e ci hanno sempre campato.


A Genova pochi giorni fa il Porto ha reagito con dignità e forza all'ennesimo "incidente".
Secondo noi è un'indicazione seria e corretta per tutti.
SE NON SI RISPONDE CREANDO PROBLEMI, COME E' POSSIBILE RISOLVERE PROBLEMI CHE SONO CONSIDERATI NORMALITA' ?
I carabinieri recentemente, anche nella nostra zona, hanno visitato molti cantieri, qualcuno è stato anche chiuso. Ma in generale il problema è: che cos'è il territorio, se non una giungla ?  Ma se è una giungla con 500.000 persone armate al servizio dello Stato, questi 500.000 cosa fanno da mane a sera ?   Di sicuro i loro comandanti non gli permettono, quand'anche ne avessero intenzioni, "colpi di testa". Viaggiano dentro binari ben prestabiliti. Poi, ogni tanto, le "campagne pubblicitarie". Come quella dei cantieri in nero.


Tutti sanno che un ladro, se non può rubare in un mercato, va in un altro.
Se il capitalismo crea morte e disastri a tutto andare, perché Cacciari, Vattimo, Veneziani, e tanti altri intellettuali, parlano di post-modernità ?  Quale modernità ci ha preceduto ? Quella del 1963 ? O allora siamo più moderni adesso, per un fatto solo numerico ?
NO, NON C'ERA ALCUNA MODERNITA', SE NON NEI SOGNI DEGLI ARTISTI E DEI RIBELLI.


E l'hanno affossata nel più bieco sfruttamento.


Occorre ripartire da lì. Dall'AUTO-ORGANIZZAZIONE.


Non è possibile che degli Operai che guadagnano 1000 euro al mese se va bene si sentono chiedere 300 euro per una causa disciplinare da un qualsiasi CAAF filo-istituzionale, causa determinata dal semplice bisogno del padrone di iniziare una pratica di "mobbing" …
Se ciò avviene, significa che esistono ben poche strutture sindacali democratiche e rispettose dell'autentica condizione di sfruttati: tra queste, SLAI COBAS per il sindacato di classe pare essere l'unica che non chiede alcun contributo economico per avviare cause giudiziarie !
Il ministro Livia Turco promette "misure adeguate" per difendere chi non ha un contratto a tempo indeterminato. Quali misure ?  Discusse con chi ?   
L'UNICA MISURA CHE DOVREBBERO ADOTTARE E' ABOLIRE LA LEGGE BIAGI, ISTITUIRE UFFICI COLLOCAMENTO SENZA ALCUNA POSSIBILITA' DI CHIAMATA NOMINALE, ABOLIRE LE FALSE COOPERATIVE, RITORNARE ALLE COOPERATIVE SOLO PER MUTUALITA' RECIPROCA E VIETARE IL LAVORO IN AFFITTO IN ALCUNA FORMA, OBBLIGARE ALL'ASSUNZIONE DEI LAVORATORI CHE HANNO RESO SERVIZIO IN PROVA OLTRE UN MESE PER TUTTE LE AZIENDE, CANCELLARE LE POSSIBILITA' DI FAR LAVORARE LE PERSONE SENZA UN CONTRATTO IN MANO NEMMENO PER UN'ORA, ABOLIRE IL CAPORALATO, IL COTTIMO, RICOSTRUIRE GLI ENTI OGGI PARCELLIZZATI IN FORMA PUBBLICA, REQUISIRE I BENI PRIVATIZZATI, RESTITUIRE AL POPOLO CIO' CHE E' DEL POPOLO (FERROVIE COMPRESE), IMPEDIRE ALLE AZIENDE DEL POPOLO (COMPRESA L'ENEL E L'ENI) DI ACQUISTARE BENI STRUTTURALI DI APPARTENENZA DI ALTRI POPOLI (AZIENDA DEL GAS IN RUSSIA PER ESEMPIO).
I LAVORATORI DIRANNO: QUESTE SONO UTOPIE, ORAMAI IL SISTEMA E' COSI'.
NULLA DI PIU' SBAGLIATO.

E' così perché stanno andando verso la autentica guerra mondiale, e la rinviano continuando a mangiarsi tra di loro ciò che appartiene alle masse. Come i beni dell'ex socialismo nei paesi dell'Est Europeo.


COME E' POSSIBILE, signori del potere, difendere la sicurezza sul lavoro laddove non esiste SICUREZZA DEL LAVORO ?


ALCUNI ESEMPI NELLA NOSTRA PROVINCIA LO CHIARISCONO.
SIAMO NELLA REGIONE PIU' RICCA D'ITALIA, PIENO DI PICCOLE AZIENDE, STRADE PIENE DI MACCHINE NUOVE E LUCCICANTI, UN CAPANNONE OGNI CASA, EPPURE:

  • L'Associazione Esposti Amianto e ad altri rischi ambientali della provincia di Venezia subisce il sabotaggio della "sinistra", mentre ha invece difeso con onore e risultati processuali ben 1.067 lavoratori di Marghera e del Veneto (cfr. www.aeave.org)
  • Negli ultimi 5 anni ci sono stati almeno 3.000 morti causati dall'utilizzo lavorativo dell'amianto.
  • Dopo 60 anni di democratiche stragi, i "comunisti italiani" anziché proporre modifiche strutturali in senso socialista, si limitano a chiedere "risarcimenti" come fatto propagandistico.
  • Alla Italcementi di Monselice è partita una indagine su 6 tumori sospetti di altrettanti lavoratori (cervello, fegato, pancreas). Questo dimostra che anche grandi aziende provocano gravissimi danni anche mortali ai lavoratori, ancora adesso. (Corriere 21-3-2007)
  • Nella provincia di Venezia gli incidenti sul lavoro sono in aumento, in controtendenza rispetto alle altre province del Veneto.
  • Due padroncini morti in una cisterna in comune di Tregnago (VR) per le esalazioni di una autobotte. Questo dimostra che la ricchezza non corrisponde necessariamente al fatto di avere una piccola azienda. (manifesto 18-3-2007)
  • A Porto Marghera un operaio triestino, R.F., addetto ai containers perde 4 dita (ilMestre 14.3.2007)
  • Un volo fortunatamente non mortale per un operaio rumeno, M.V., di 24 anni in un cantiere edile al Cavallino. (ilMestre 14.3.2007)
  • Una cisterna di 25 quintali uccide un operaio di 52 anni, Franco Dossobuono, a Verona, mentre lavorava in un cantiere edile (manifesto 15-3-2007)
  • Due operai rumeni sono morti ustionati alle Fonderie Anselmi di Camposampiero, in realtà dipendenti di una ditta di Colognola ai Colli (VR), (Georghe Balla e Minai  Barbascu. Una protesta spontanea è avvenuta immediatamente. Uno sciopero di 3
    ore è stato indetto poco dopo dai sindacati confederali.(Mattino 13-3-2007)
  • 10-02-2007 - Ai cantieri De Poli di Pellestrina la giusta protesta di 24 ore dei lavoratori, in particolare croati, dopo la morte sul lavoro di uno di loro, Marijan Panic, 47 anni, ripropone le gravissime condizioni imposte ai lavoratori in diversi cantieri navali del veneziano e del chioggiotto.
  • Un operaio polacco di 53 anni, Stanislav Gradalski, schiacciato per la rottura di una catena che tratteneva un autotreno, all'interno della ditta costruzioni Grabari di Spini di Gardolo (Trento).(manifesto, 17-3-2007)


Sono solo alcuni degli "incidenti" più gravi delle ultime settimane nella nostra regione e provincia.
In realtà a questi vanno ad aggiungersi gravi fatti come incidenti stradali causati da tir in corsa o da stanchezza dei lavoratori, dal sistema stradale costruito come un formichiere impazzito, gestito dando per scontato che tutti debbano stare in coda delle ore per pagare il dazio ad un posto di lavoro che concede forse la sopravvivenza.


E il tutto viene abbellito e nascosto da giganteschi supermercati ove puoi trovare ogni cosa…
LA SICUREZZA NON ARRIVA IN CAMPER, ARRIVA CON LA GIUSTIZIA SOCIALE !
Una di quelle iniziative di promozione culturale, in materia di sicurezza, ha fatto scrivere ai giornali locali "la sicurezza non arriva in camper".


NOI DICIAMO LA SICUREZZA ARRIVA CON LA
AUTO-ORGANIZZAZIONE.
Arriva cioè con la presa di coscienza dei lavoratori contro lo sfruttamento, contro la precarietà, la giungla e la schiavizzazione del lavoro. Con il loro divenire SOGGETTO.

Con lo stesso spirito combattiamo quelle posizioni "ecologiste" che danno per scontata la dannosità di una data produzione senza lottare direttamente per una prospettiva sociale complessiva diversa, dove i lavoratori non siano oggetti di morte e nocività ma soggetti di trasformazione.
Non solo sulla base della motivazione correttamente definita da Marx dell'essere LORO, i lavoratori, cioè NOI, i produttori di OGNI ricchezza, ma sulla base anche di una motivazione etica e sociale: solo il lavoro socialmente organizzato al livello superiore, può e deve determinarsi come guida della società. E non sono superiori agli operai sfruttati dei cantieri edili, i programmatori parcellizzati che non conoscono quasi nulla dei processi autentici di trasformazione. La ricchezza non equivale alla moneta. La ricchezza nasce dalla produzione di benessere, e questa passa per la costruzione e per la trasformazione industriale, e per la produzione agricola e mineraria. Ma non per la mercificazione delle risorse industriali, minerarie ed energetiche altrui. E tantomeno per la mercificazione della vita umana dei lavoratori immigrati

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COSTITUIAMO COBAS E COMITATI DI LOTTA PER LA SICUREZZA SUL LAVORO IN OGNI FABBRICA. LAVORATORI UNITEVI A SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE ! PER LA DIFESA DEI DIRITTI UNIVERSALI !

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PUBBLICAZIONI EDIZIONI LAVORO LIBERATO

www.lavoroliberato.org

(CERCASI LIBRERIE E CENTRI DI DOCUMENTAZIONE DISPONIBILI PER LA DIFFUSIONE –30% del prezzo di copertina- +20% di sconto per i pagamenti anticipati dalle 10 copie in su)


A disposizione (03-05-2007):

 
SOL ROJO, rivista del Movimento Popolare Perù, n.28, febbraio 2007, a disposizione ancora 1 copia

Proletari Comunisti, maggio 2007, n.35, 1€ a copia, a disposizione ancora 15 copie

Informa COBAS, SLAI Cobas Dalmine, ultimo numero marzo 2007

Fronte del Porto, SLAI Cobas per il sindacato di classe Ravenna

rivista GUARDARE AVANTI !, nuova serie, numero unico in attesa di autorizzazione, autunno-inverno 2007, 118 pagine, formato Executive, copertina plastificata, 5 € più spese di spedizione, tiratura provvisoria 100 copie, a disposizione ancora 10 copie

In pubblicazione:

maggio 2007

Giulio Stocchi, CIO’ DI CUI SI PARLA, pagg.82, poesie, in parte inedite, per gli Operai caduti, con prefazione e disegni di Paolo Dorigo, traduzione inglese a tergo di Deborah Strozier, 10 €

aprile 2007

Marco Sacchi, IL PROMETEO INCATENATO, 172 pagg. in brossura, saggio su servizi segreti, controrivoluzione, torture tecnologiche, maoismo, prefazione di Paolo Dorigo, edizione economica 10 €, edizione biblioteca 15 €

Già pubblicati:

marzo 2007
Hisila Yami (compagna Parvati),
GUERRA POPOLARE E LIBERAZIONE DELLE DONNE IN NEPAL, a cura del MFPR per l'8 marzo 2007, prima edizione italiana, pagg.196, brossura, 10 € a copia (per ordinazioni rivolgersi a mfpr@libero.it )
Comitato Operaio di Porto Marghera,
LOTTE OPERAIE E PROBLEMA DELL'ORGANIZZAZIONE: LUGLIO '68 - FEBBRAIO '70, ristampa edizione del 1970 Edizioni della Libreria, pagg.98, brossura, con prefazione (4 pagg.) e note (10 pagg.) di Paolo Dorigo, edizione SLAI COBAS per il sindacato di classe, tiratura provvisoria 250 copie, disponibili ristampe a 10 € a copia, per ordinazioni di 5 o più copie non vi sono spese di spedizione
Avae-m, IL NAZISMO SOFT - 60 pagine, con foto ed immagini di esami radiologici, 5 € più spese di spedizione, sostenitori 10 € - tiratura provvisoria 350 copie
 
febbraio 2007
CALENDARIO ANTIFASCISTA 2007, a cura dell'ANPI di Mira e della Riviera del Brenta, prima tiratura 1000 copie disponibili ristampe a 5 € a copia (quota ANPI 0,5 € a copia), per ordinazioni di 5 o più copie non vi sono spese di spedizione
VADEMECUM,
QUADERNO FORMATIVO n.3, prima edizione COLLETTIVO OPERAIO DI LAVELLO, aggiornamento SLAI COBAS sindacato di classe provinciale VENEZIA, dicembre 2006
STATUTO SLAI COBAS sindacato di classe provinciale VENEZIA,
QUADERNO FORMATIVO n.1, ottobre 2006
Ristampa MANUALE DI AUTODIFESA CONTRO LE SANZIONI DISCIPLINARI,
QUADERNO FORMATIVO n.2, curato da SLAI COBAS provinciale VARESE nel gennaio 2002
 
Inoltre:
poster, adesivi, magliette, manifesti, documentazione storica, copia materiali introvabili

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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