Sono lividi di rabbia i padroni della metalmeccanica, spesso impegnati anche in ben più turpi settori dei "cattivacci" che si ostinano a demonizzare perché giustamente scendono in campo. Ieri 14 gennaio a Monfalcone, oggi a Marghera, Ancona, blocchi e dure forme di contestazione, su tangenziali e ferrovia. Anche a Mirafiori proteste, e così in tutti i maggiori centri operai, le richieste schiavistiche di Confindustria non trovano spazio, la Stampa titola "è rottura" e giocano sulle cifre forfettarie, mentre la richiesta dei 30 euro aggiuntive al mese per i non aderenti al contratto, su 24 mesi, trova gli industriali neri di rabbia, perché vorrebbero anche estendere ad un periodo maggiore il contratto.
Ribadiamo che i problemi fondamentali non sono solo di reddito ma anche di normativa e di rispetto delle regole e degli orari, di stop agli straordinari ed alle morti sul lavoro, fine della precarizzazioni ed assunzioni, e possibilmente fine del sistema degli appalti e subappalti ed ingresso in azienda di tutti i lavoratori ivi impegnati.
PROPOSTA DI TESTO DA FAR APPROVARE AD OPERAI E DELEGATI
La trattativa per il contratto dei metalmeccanici si sta rivelando una sceneggiata che non porterà niente di buono agli operai che continuano giustamente a scioperare contro l’arroganza dei padroni.
Le ultime proposte che la delegazione sindacale ha fatto a federmeccanica sono un cedimento sul tema centrale dell’orario di lavoro e in particolare la fiom, si è accodata a fim e uilm proponendo come base di discussione con i padroni l’accordo aziendale concesso all’Elettrolux (che prevede una modifica in peggio dell'orario plurisettimanale eliminando il presupposto della stagionalità; rimanda alle RSU la discussione per portare a 64 le ore di straordinario comandato, con la previsione di un intervento delle segreterie nel caso in cui non si arrivi a un accordo, in barba alla tanto sbandierata tutela del ruolo delle RSU)
Come sempre gli accordi aziendali peggiorativi diventano la base per poi essere introdotti nel ccnl (vedi banca ore, polifunzionalità, recuperi produttivi …..vedi anche articolo del sole 24 ore del 4-11-07 dal titolo:”bergamo laboratorio per il contratto”)
E’ evidente a tutti gli operai che subordinare la ripresa delle trattative alla mediazione del governo, un governo apertamente schierato nei fatti con gli interessi dei padroni (cuneo fiscale, pensioni, legge biagi….) significa rischiare di chiudere il contratto accettando lo scambio con più flessibilità d’orario e nessun limite alla precarietà; Il ministro del lavoro Damiano è chiaro:” Il Governo vuole capire, separatamente, quali sono i punti di reciproca convinzione a cui Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica sono arrivate".
Il problema riguarda però più in generale la linea concertativa perdente di cgil-cisl-uil che in maniera banditesca e senza nessun mandato dei lavoratori hanno aperto tavoli di trattativa con padroni e governo sulla modifica dei contratti (allungamento dei rinnovi, subito riproposto da federmeccanica) e sul tema del salario (legare gli aumenti salariali alla produttività ed efficienza delle aziende, come dice la cisl:”lavorare di più, per guadagnare di più” sole 24 ore 6-11-07), indebolendo di fatto la trattativa dei metalmeccanici a favore delle tesi padronali.
Inoltre è bene ricordare che l’accordo sul welfare di luglio aveva già minato alla base le rivendicazioni (seppur insufficienti) contenute nella piattaforma su precarietà e mercato del lavoro. Non è un caso che dopo manifestazioni provinciali e regionali non si sia passati ad una sciopero generale con manifestazione nazionale a Roma per non disturbare il governo “amico”…
Come operai e delegati vogliamo ribadire fin da ora che qualsiasi chiusura di questa trattativa non risolverà nessuno dei nostri problemi su salario, precarietà, orario e sicurezza sul lavoro, e per questo è necessario ripartire da dove è stata bocciata la piattaforma, respinto l’accordo sul welfare e dove la determinazione della lotta, in particolare dei giovani operai, si è espressa in maniera forte con blocchi, picchetti, manifestazioni redicali, per costruire il necessario collegamento e organizzazione e dare fin da subito battaglia senza aspettare ne limitare tale battaglia al no al referendum farsa che verrà fatto.
A partire da ogni fabbrica in lotta dobbiamo collegarci e organizzarci per contrapporre alla concertazione perdente piattaforme di rivendicazioni unitarie dal basso che riaprano con forza nelle fabbriche e nei reparti la necessità della lotta autonoma degli operai unica strada per ottenere risultati, anche tenendo conto della campagna terroristica dei padroni verso chi lotta, fatta di repressione, licenziamenti politici di massa (avviati ad esempio in Fiat) e manganellate sulla testa degli operai in lotta.
Operai e delegati: propongo che mettiamo nome cognome RSU (se delegati) e città
mandate al più presto le adesioni.
Qui la Stampa, dalla rassegna della Camera dei deputati http://www.slaicobasmarghera.org/rassegna/immagineContentPDF.pdf