S.L.A.I. CO.BAS. - SINDACATO LAVORATORI AUTORGANIZZATI INTERCATEGORIALE – COMITATI DI BASE - PER IL SINDACATO DI CLASSE

il volantino programmatico deciso dal CoBas nel dicembre 2008 e spontaneamente affisso in queste settimane ai cancelli della Bica

Clicca qui per le critiche al CCNL firmato da Fiom-Fim-Uilm gennaio 2008

Tutti sappiamo quanto sia importante oggi il posto di lavoro, e questo vale sia per i lavoratori italiani che per i lavoratori immigrati, che spesso debbono iniziare la loro carriera lavorativa dai gradini più bassi.

Noi siamo d’accordo che il patrimonio industriale del Paese sia difeso e che la nostra economia non venga distrutta dalle speculazioni finanziarie, dagli abbagli di chi vuole profittare della povertà altrui per chiudere le fabbriche in Italia ed aprirle all’Est od in lontani paesi.

Ma tutto questo NON deve portarci a sottovalutare le questioni interne dei lavoratori, le loro difficoltà, e le scelte sbagliate del padronato allorquando nel tentativo di aumentare il profitto non tiene in dovuta considerazione sia la sicurezza fisica dei lavoratori che le loro condizioni di vita e lavoro.

Noi intendiamo proporre ai lavoratori della Bica, che attualmente sono senza Rappresentanza sindacale unitaria, di discutere alcune importanti questioni.

  1. Sono avvenuti in Bica alcuni incidenti sul lavoro, dovuti in alcuni casi alla contiguità tra lo spazio destinato alla produzione e lo spazio destinato alla movimentazione dei muletti. Noi chiediamo una netta separazione interna tra le corsie dei muletti movimentati a motore per il carico-scarico dai-ai camion, ed i mezzi di spostamento dei prodotti movimentati manualmente dagli operatori.
  2. Da un anno e mezzo a Candiana nello stabilimento di stampaggio c’è stata una scelta aziendale di aumentare la velocità di stampaggio di diverse gamme di prodotti. Inoltre in precedenza ad ogni lavoratore era assegnata una macchina di stampaggio, mentre ora gli vengono assegnate due macchine diverse e vicine, il che comporta non solo un maggiore carico di fatica nelle 8 ore di ripetute operazioni di assemblaggio a caldo dei prodotti da parte dei lavoratori, ma anche dei problemi se un lavoratore deve prendersi una piccola pausa anche solo di 5 minuti. Infatti non vengono mai fermate queste macchine, e se qualcuno lo fa ci sono dei problemi. I problemi tuttavia ci sono anche se non vengono fermate e un lavoratore va solo al bagno, perché la catasta dei pezzi da assemblare aumenta di volume e non è facile recuperare per tempo con la possibile e conseguente perdita di materia prima.
  3. Gli straordinari purtroppo sono necessari in questa fase a causa del fatto che le retribuzioni contrattualmente stabilite da CGIL-CISL-UIL con la Confindustria, non sono all’altezza del costo della vita, per quanto siano certo in alcuni casi migliori di quelle di alcuni altri settori. Ma in Bica gli straordinari non vengono concessi a quei pochi lavoratori che sono iscritti a dei sindacati, come al nostro. Questa discriminazione deve cessare.
  4. La mensa in Bica non c’è. È vero che molti lavoratori sono del posto, ma non tutti. La mensa è anche un luogo per rendere la fabbrica meno dura, e per evitare che degli equivoci si trasformino in problemi più gravi, questo attraverso il confronto che naturalmente può venire dal fatto di passare un certo tempo insieme e non, uno per uno, di fronte a queste gigantesche e rumorose macchine.
  5. Formalmente la Bica si comporta in maniera corretta con noi sindacati, tuttavia recepiamo in certe occasioni notizie e commenti da lavoratori anche non iscritti al ns. sindacato, di un atteggiamento troppo aggressivo da parte di taluni capi.  È opportuno ribadire che il rapporto di lavoro ha delle regole e che nessun lavoratore in Bica ci viene per prendersi lo stipendio senza fare niente. Crediamo che la istituzione di una RSU interna possa servire a prevenire e gestire eventuali problemi di modo che i lavoratori non debbano subire alcuna forma di paura o timore a dire le cose.

 

Delegati e lavoratori per il NO ad un accordo ingiusto!
 
Noi sottoscritti delegati/e e
lavoratori diamo un giudizio profondamente negativo dell’accordo
firmato da Federmeccanica e Fim-Fiom-Uilm per il rinnovo del
contratto nazionale. Con questo appello invitiamo tutti i lavoratori
e lavoratrici metalmeccanici a votare NO al referendum che si terra
tra il 25 e il 27 febbraio in tutte le aziende.
I principali punti critici
dell’intesa con Federmeccanica sono:
 
1.
Sulle flessibilità si aumenta di 8 ore lo straordinario obbligatorio, portandolo a 40
ore per le aziende sopra i 200 dipendenti e a 48 per quelle sotto.
E’ un fatto negativo perché, oltre che aumentarlo, rischia di
rilanciare nelle aziende l’utilizzo dello straordinario
obbligatorio, che in molti posti di lavoro era progressivamente
venuto meno. Inoltre le aziende potranno trasferire all’anno dopo un
giorno di riposo tra quelli collettivi (Par). L’orario flessibile
(64 ore all’anno), viene esteso anche ai picchi produttivi e in
questo caso le aziende hanno la possibilità, previo accordo con le
Rsu, di non effettuare più il riposo, ma di trasformare tutto in
straordinario.
 
Nella sostanza c’è un
aumento dell’orario di fatto dei metalmeccanici di due giornate di
lavoro e un peggioramento del regime delle flessibilità.
 
 
2.
Sul mercato del lavoro non vengono realizzati gli obiettivi della piattaforma.
L’unico risultato è il limite di 44 mesi, dopo il quale c’è la
conferma, per chi fa sia lavoro a tempo determinato  sia lavoro
interinale. Però per chi fa solo contratti a termine i limiti sono
quelli dell’accordo del 23 luglio 2007, mentre per chi fa solo
contratti interinali non c’è alcun limite né vincolo, se non quelli
di legge.
 
Il mancato conseguimento
degli obiettivi di riduzione della precarietà del lavoro contenuti
nella piattaforma è anche conseguenza dell’accordo del 23 luglio
2007, che accetta la Legge 30.
 
 
 
3.
Sull’inquadramento unico non c’è nulla rispetto alla piattaforma presentata, se non il
rinvio ad una commissione. La 5^S diventa una categoria a tutti gli
effetti e si introduce la 3^ ERP (3^ più). Quest’ultima soluzione è
molto negativa, perché rischia di bloccare, invece che favorire, i
passaggi dei lavoratori dal 3° al 4° livello.
 
Complessivamente uno degli
obiettivi fondamentali della piattaforma, la riforma
dell’inquadramento unico, quello che più era stato valorizzato dalle
organizzazioni sindacali, non viene realizzato.
 
 
 
4.
La parità normativa operai-impiegati, che era stata richiesta dalla Federmeccanica e non
dalle organizzazioni sindacali, viene realizzata con diverse
penalizzazioni per i lavoratori. In particolare aumenta il periodo
di prova per gli operai, sulle ferie ci vogliono 10 anni per avere
un giorno in più e ben 18 per ottenere la settimana in più che hanno
già gli impiegati e, infine, c’è la penalizzazione salariale per i
nuovi assunti. Infatti la mensilizzazione del salario crea uno
svantaggio per gli operai. Chi è al lavoro riceve 11 ore e 10 minuti
di salario (circa 110 euro all’anno) per compensare lo svantaggio. I
nuovi assunti e coloro che si licenziano e cambiano lavoro, non
hanno questa compensazione e quindi perderanno ogni anno una quota
di salario rispetto agli altri lavoratori.
 
Considerato che la
Federmeccanica aveva dichiarato che nessuno ci avrebbe rimesso e che
molti ci avrebbero guadagnato, la penalizzazione degli operai sul
periodo di prova e sulla mensilizzazione del salario è ingiusta,
mentre il mancato calcolo dell’anzianità di lavoro per le ferie
rende il risultato concretamente inesistente.
 
 
 
5.
Sul salario il risultato è insufficiente rispetto agli obiettivi della piattaforma,
che erano di 117 euro entro i due anni e di 101 al 3° livello per lo
stesso periodo. L’aumento finale è di 127 euro, al prezzo del
prolungamento di 6 mesi della durata del contratto. E’ bene
ricordare che gli industriali offrivano spontaneamente 120 euro per
allungare di 6 mesi. Inoltre, gli scaglionamenti sono ingiusti. Per
tutto il 2008 l’aumento è di 60 euro al 5° livello e di 51 euro
lordi al 3°. Nell’arco dei due anni, luglio 2007-luglio 2009, di
durata formale del contratto, l’aumento al 5° livello è di soli 97
euro, quello del 3° poco più di 80. I 30 euro successivi scattano da
settembre 2009, quindi già nei sei mesi del prolungamento
contrattuale.
 
Inoltre nel testo
dell’accordo si definisce una clausola di assorbimento di alcuni
aumenti dati individualmente dalle aziende. E’ un punto negativo,
perché così diverse aziende non pagheranno alcun aumento reale ai
lavoratori, ma assorbiranno nei minimi contrattuali una parte della
paga individuale già corrisposta.
 
Di fronte al disastro delle buste paga e alle concessioni sulle flessibilità, il risultato
salariale è largamente insufficiente, anche rispetto alla
piattaforma presentata. E’ bene inoltre ricordare che questa volta
il prolungamento di 6 mesi del contratto non si giustificava, come
due anni fa, con la durata della vertenza, si poteva quindi puntare
a un aumento più consistente nell’arco dei due anni, senza accettare
le posizioni della Federmeccanica che sono determinate anche da una
Confindustria che vuole portare il contratto nazionale a 3 anni.
 
 
 
Complessivamente questi punti negativi rendono il risultato della vertenza per noi non
accettabile. Riteniamo che un risultato migliore sarebbe stato
possibile se il sindacato avesse fino in fondo scelto di far pesare
nella vertenza il dramma delle condizioni di lavoro, degli
infortuni, delle buste paga. C’era un’opinione pubblica favorevole
ai metalmeccanici e contraria alle aziende. C’erano lotte in corso
che potevano diventare più forti e decise, come hanno dimostrato
altre categorie.
 
Sarebbe poi stato giusto chiedere ai lavoratori di pronunciarsi sulla flessibilità e sui cambiamenti
della piattaforma, prima di giungere a un’ipotesi conclusiva che
cambiava e cancellava molte richieste. Questo non è stato e ora
tocca ai lavoratori esprimere un giudizio.
 
Non è accettabile che l’accordo venga presentato con il solito ritornello: “o mangi questa minestra
o salti dalla finestra”. I lavoratori devono poter dire se questo
accordo va bene o no. Noi diciamo di no e pensiamo che se lo diranno
anche tante lavoratrici e lavoratori metalmeccanici sarà chiaro che
bisogna ascoltare molto di più chi lavora e, soprattutto, che non si
può continuare a scambiare un  salario insufficiente con il continuo
peggioramento delle condizioni di lavoro.
 
 
 
Il 25-27
febbraio
 
Vota NO al
referendum
 
sul contratto
nazionale metalmeccanici
 
 
 
Santorelli Antonio (Rsu Avio Pomigliano) Ferri
Renzo, Daniele Manzini,Paolo Ventrella, Elvis Fischetti, Amedeo
Cusano, Todde Nicola, Matteo Parlati, Giovanni Parente, Sauro
Palazzi, Santo Gioffreda (Rsu Ferrari Maranello)Riccardo
Nonnis,Giuseppe Corveddu, Michele Adorni (C.D. Fiom Modena
Ferrari)  Santoro
Francesco (Rsu Terim), Piero Ficiarà (Direttivo Fiom Modena
Terim) Eugenio
Scognamiglio (Rsu Maserati)Giuseppe
Violante (C.D. Fiom Modena Maserati) Giuseppe
Corrado (C.D. Toscana Fiom),
Angela Recce,Angelo Cacelli,Susanna Girolami,Massimiliano
Malventi,Roberto Forti,Massimo Cappellini,Antonella Bellagamba,Rossella
Porticati (Rsu Piaggio Pontedera) Caboni
Daniele (Rsu Siemens Pisa) Stefano
Castigliego (Rsu Fincantieri Marghera) Rsu Fiom
Della Bosch Di Bari.Paolo
Brini, Leonardo Roverati, Michele Roncaglia (Rsu Smalti Modena)
Santo Carderopoli (Rsu Autogru Pm) Serena
Antonio (Rsu Sirti Modena) Giovanni
Colletta (Rsu Gsm) Giovanni
Iozzoli (Rsu Pfb) Tedeschi
Andrea (Rsu Siram) Orlando
Maviglia (Rsu Motori Minarelli)
Bacchelli Davide (Rsu Ima)
Giampietro Montanari (Rsu Cesab) Antonio
Felice, Giamplacido Ottaviano (Rsu Bonfiglioli Bologna)Fabio
Carboni (Rsu Md Microelectronics)Ciro
Bruno, Andrea Costa (Rsu Oam Bologna)Vincenzo
Guerrieri (Rsu Titan Bologna)Beppe
Faillace (Rsu Motovario)
Natali William (Rsu
Saimu Bosch Rexroth)
Francesco Doro (C.D. Fiom Veneto)Remo Di
Legge (C.D. Fiom Modena Tecmea)Soprani
Andrea (C.D. Fiom Ancona/Marche C.R.N.)
Costa
Irina Rsu Parpas
Fontana
Stefano Cd Fiom Pd
Moschin
Tiziano Cd Fiom Pd
Giura
Massimo Rsu Fin-Al
Zaramella
Renato Rsu-Rls Arneg
Coccoli
Gianfranco Cd Fiom
Alessandria Adriano Rsu Lear TorinoFabrizio
Rsu Bitron CuneoEva
Mamini Rsu Gruppo Pro BolognaMarco
Cleri Rsu Ocme ParmaCinzia
Dondi Rsu Wittur ParmaUgo
Bertinelli Rsu Sma ParmaGianni
Pistonesi Comitato Centrale Fiom