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Iscritti Fim e Uilm contestano i sindacati cui sono iscritti

 

 

di Anna Maria Bruni

Sciopero alla Fiat di Melfi. Assemblee negli stabilimenti Fincantieri. Il punto più contestato è quello del salario

ROMA - Il giorno dopo la firma delle regole attuative dell’accordo separato da parte di Confindustria, Cisl e Uil, mercoledì 15 scorso, la risposta arriva dai lavoratori Fiat di Melfi che sono fra  i 3.474.178 che hanno già bocciato sonoramente la riforma attraverso il referendum indetto dalla Cgil.

 

Il 16 mattina gli operai Fiat Sata hanno fermato per due ore le linee di produzione dando vita a cortei interni. “Alta la partecipazione allo sciopero”, si legge in una nota delle Rsu e della Fiom Basilicata, “per ribadire il No all’accordo separato”. Lo stabilimento è fra i pochi Fiat in questo momento in piena produzione, con sabati lavorativi e straordinari all’ordine del giorno. Non è quindi solo la preoccupazione per il futuro che muove questi lavoratori, bensì il fatto che “differenzia i diritti e reintroduce le gabbie salariali per i lavoratori del Sud”, conclude la nota.

Stesso destino per l’accordo separato della Fincantieri, già bocciato dalle Rsu a maggioranza assoluta, che continua a incontrare la ferma opposizione in tutti gli stabilimenti. “Anche dalle assemblee convocate da Fim e Uilm per raccogliere qualche consenso all’accordo separato emerge una sonora bocciatura”, fa sapere la Fiom. “Questo sta a dimostrarecontinua il comunicato “un bisogno concreto e condiviso dalle lavoratrici e dai lavoratori del gruppo”.

L’esito delle assemblee indette da Fim e Uilm in diversi cantieri del gruppo (Riva  Trigoso, Sestri Ponente, Muggiano, Monfalcone) sui contenuti dell’accordo integrativo separato del 1 aprile è sempre lo stesso. In tutti i cantieri dove si sono presentate, dice ancora la Fiom, “Fim e Uilm hanno subito dure critiche e contestazioni da parte dei lavoratori sia sul merito dell’accordo, sia sul fatto che queste organizzazioni hanno impedito il referendum e finora non hanno neanche riconosciuto il pronunciamento della maggioranza assoluta delle Rsu del gruppo". È significativo, si legge, che le contestazioni siano state mosse da tanti lavoratori iscritti a Fim e a Uilm, prima ancora che da iscritti alla Fiom. In alcune assemblee iscritti Fim hanno presentato degli ordini del giorno con la richiesta del referendum, ma la Fim e la Uilm si sono rifiutate sia di metterli ai voti che di assumerli”.

In particolare i lavoratori del cantiere di Monfalcone, il più grande del gruppo, non avendo avuto risposte adeguate alle loro domande da parte di Fim e Uilm, hanno abbandonato l’assemblea.
Il punto più contestato dell’accordo è quello del salario. Le ambiguità denunciate dalla Fiom nel corso della vertenza si sono rivelate  esatte, lì dove Fim e Uilm non sono in grado di chiarire come si raggiungono i 1.500 euro del premio di efficienza, punto  che la Fincantieri non ha chiarito neanche al tavolo della trattativa. Contestato anche il tentativo di Fim e Uilm di far passare il pagamento degli arretrati della vecchia produttività come se fosse una “una tantum”, così come voluto dall’azienda, piuttosto che una cifra dovuta.

“A questo punto – commenta il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi – sarebbe necessario che Fim e Uilm prendessero atto della realtà. Il loro accordo non passa nemmeno nelle loro assemblee. Il dissenso dei lavoratori è totale. Chiediamo a Fim e Uilm una scelta di consapevole coraggio: ritirate la firma e tornate con noi a chiedere la riapertura del tavolo. L’accordo è infatti non solo formalmente, ma sostanzialmente privo di qualsiasi legittimazione e consenso”.

E’ del 10 aprile la lettera che il leader della Fiom Gianni Rinaldini ha inviato ai segretari generali Fim e Uilm Giuseppe Farina e Antonio Regazzi nella quale, dopo aver ribadito la posizione della maggioranza delle Rsu contro l’accordo, ricorda che “il pronunciamento unitario Fim, Fiom, Uilm assegna esplicitamente titolarità negoziale alla Rsu nelle vertenze di secondo livello” e che “per il regolamento tale titolarità si esprime anche con decisioni assunte a maggioranza” e chiede perciò formalmente di riconoscere tale pronunciamento. Ma ad oggi nessuna risposta. La prossima mossa è ancora della Fiom, lunedì 20 in conferenza stampa.