La lotta di Melfi e quella di Pomigliano, le lotte dei disoccupati a Taranto e Napoli, la rottura nazionale tra Fiom e Fim-Uilm, il continuo spostamento a destra della politica della Cgil con il passaggio da Cofferati ad Epifani alla Camusso, passando per la messa in mora della Fiom dentro la Cgil, le lotte nelle cooperative, da Palermo a Milano, l'ampliarsi del movimento sindacale dell'autorganizzazione di base e di classe, fuori dalle centrali sindacali di Cgil-Cisl-Uil-Ugl-Usb ed affini, nonché i movimenti spontanei che si vanno creando, la crescita dei Cobas nel ns.Sindacato in Veneto, dagli autisti, alla Fincantieri a Marghera, nelle cooperative, persino al Porto, dove il monopolio di ogni respiro e minuto è la legge vigente e non scritta, i movimenti di studenti, accompagnati da una praticamente scomparsa soggettività politica delle "iniziative di dibattito", che se persistono, lo fanno come mosche sulle spalle dei bisonti.
Un aspetto. Dall'altro, il teatrino tragicomico del potere, lo scialo di risorse, il fascismo di Stato, il gigantismo delle "grandi opere" e le città distrutte dalle calamità naturali, il tutto in un torpedone di gasolio e benzine che si dirama su 40 milioni di macchine e 5-10 milioni di camion in movimento, che assediano una vita sociale di cui non si scorgono che rari momenti.
Tutto questo, di fronte alle condizioni di vita sempre più gravi delle masse, per uno come Diliberto deve spingerci alla "Unità contro la crisi", come se la crisi fosse il nemico, e non il capitalismo, oramai in Italia e non solo, preda della malavita e degli Stati militaristici e polizieschi.
Dove leggi come il neonato "collegato lavoro" (e bravo Napolitano ! un'altra delle tue clamorose firme !), limitano ulteriormente i diritti di impugnazione e di ricorso dei lavoratori, in una situazione già tragica dove la borghesia malandrina gode oltre che di di vantaggi incredibili nelle aule di giustizia, specie nel campo del recupero dei crediti dei lavoratori, di enormi ingiustizie comminate negli ultimi 15 anni dalla genia infame degli "economisti" di Stato e filo-confederali, i quali hanno permesso una miriade di casistiche ulteriori dietro le quali truffare i lavoratori e trasformare il lavoro in una forma di cottimo e di schiavitù.
Di fronte a questo, se siamo solidali ai cittadini del mondo, clandestini alle infami leggi "europee", che sono saliti a Brescia sulla gru, e a quanti hanno solidarizzato con loro a costo di sfidare una oscena discesa in campo di forze di polizia di stampo mussoliniano, è perché viviamo in prima persona, essendo una organizzazione sindacale di classe ed autorganizzata che nella ns.regione conta i 3/4 degli iscritti tra gli immigrati, queste stesse forme di fascismo.
Un esempio ?
La storia di carcerazione in CIE a Modena vissuta in questi giorni da Amran Hossain, lavoratore del turismo, che nel 2008 aveva fatto in regola la stagione al Cavallino vicino a Jesolo (Ve), nel 2009 l'aveva fatta in nero, e quest'anno dopo 4 giorni si è visto cacciato, e la risultante dell'essersi rivolto con il ns.Sindacato, all'Ispettorato del lavoro, nonostante il possesso di un regolare Contratto di soggiorno firmato e sottoscritto alla Questura di Venezia da colei che l'ha poi cacciato dal suo albergo, è stata quella di una assolutamente incredibile "segnalazione" alla Questura da parte di un paio di ispettori della DPL di Venezia, segnalazione dell'essere "scaduti" i 6 mesi, e, cosa velocissima, l'arresto e la procedura di espulsione, senza alcuna colpa. Un ricorso complesso per la documentazione non completissima della vicenda di questi 4 lavoratori, e quindi non ancora presentato, nonostante l'essere stata svolta la procedura obbligatoria da due mesi, e la vita alla ricerca di lavoro di Amran, in questi due mesi, che l'avevano tenuto lontano dai ns.incontri e sedi; un ricorso che se fosse stato presentato prima forse avrebbe evitato questa "mossa". Ora un compagno avvocato emiliano sta seguendo la vicenda, sapremo più avanti. Rimane che il Ministro Sacconi ha ben irrigimentato anche la DPL di Venezia, mosca bianca nel Veneto razzista, sino a poche settimane fa.
Evidentemente nulla accade per caso, ci sono "passaggi" che l'esecutivo vuole imporre nelle situazioni dove la Confindustria, la Confartigianato e le varie associazioni padronali (magari anche quelle dei trasporti come la Fai, dove vanno a lavorare ex sindacalisti Cgil), non avevano completamente mano libera, ed il "passaggio" è ben rappresentato anche dall'attacco sibillino e demagogico dell'Autorità Portuale Veneziana contro ciò che rimane della chimica nella IIa zona industriale a Marghera. Intanto i caporali dei padroni si organizzano con assemblee parasindacali condotte insieme ai rappresentanti confederali in Fincantieri.
SE NON E' FASCISMO QUESTO ...
MA SE QUESTO E' FASCISMO, quale è il problema dell'Unità ?
Il problema è che le rivolte degli "immigrati" rappresentano eloquentemente la mancanza di rivolte organizzate e continue e incessanti, dimostrano la ns.divisione ed i nostri limiti, la necessità di una autentica Unità ma di classe, la necessità di distruggere i sindacati gialli e di costruire il NS.SINDACATO, di classe, dei lavoratori e delle lavoratrici, dei disoccupati e di tutti gli sfruttati, ossia di estendere la costruzione dell'autorganizzazione nella costruzione di un FRONTE UNITO DELLE MASSE. l problema dell'Unità è che noi l'Unità con i paraculi e gli opportunisti NON LA FACCIAMO ! Dobbiamo costruire l'Unità non nell'autoreferenzialità ma nella costruzione dei COBAS ! Di COBAS e non di sedicenti Sindacati di base !
Tanto sono solo pesi da trascinarsi sui sentieri della attuale e prossima RESISTENZA !
(10.11.2010)