GLI ISPETTORI DEL LAVORO DI TARANTO A FIANC\O DEI LAVORATORI DELL’ILVA:


NOI NON CI STIAMO !

ECCO DI CHI SONO LE RESPONSABILITA’

 

In occasione dell’avvio della discussione, mercoledì 6 giugno, in Parlamento del nuovo T.U. sulla sicurezza, gli ispettori del lavoro di Taranto – città che ha il più alto indice nazionale di infortuni mortali, con l’Ilva, più grande fabbrica siderurgica a livello europeo con record di operai morti e

infortuni gravi sul lavoro (ultimo ieri, un operaio dell’appalto Ilva di appena 19 anni) - inviano questo documento.

 

QUAL’È LA REALTA’ DEGLI ISPETTORI DEL LAVORO E QUALI INTERVENTI SONO

EFFETTIVAMENTE NECESSARI PER INCREMENTARE L’ATTIVITA’ ISPETTIVA.

 

Negli ultimi mesi, a fronte di un aumento degli infortuni sul lavoro, si sono sollevate voci, dal Pres. della Repubblica Napolitano al pres. Del Consiglio Prodi, Dal Min. del Lavoro Damiano all’On. Battafarano, che richiedono e annunciano un incremento dell’attività degli ispettori del lavoro; sono usciti anche vari servizi stampa e trasmissioni televisive sono state interamente dedicate a questa problematica.

Sembrerebbe un buon segnale che finalmente dovrebbe porre al centro il problema della prevenzione e dovrebbe dare più poteri e mezzi all’azione dell’Ispettorato del Lavoro.

Ma in realta’ le cose non stanno cosi’, e i segnali sono o inadeguati o vanno in altra direzione.

 

Andiamo per sintesi:

 

Organici - Il governo, e anche il Min. del lavoro Damiano, la sua sottosegretaria la lavoro, in occasione della loro recente venuta a Taranto hanno dichiarato che c’è stato un incremento degli organici ispettivi, visto che a livello nazionale sono stati assunti ben 700 nuovi Ispettori, e

inoltre si annunciano altre centinaia di assunzioni.

Ma quanti di questi sono andati ad incrementare le ispezioni nel settore sicurezza? Se dobbiamo giudicare da quello che è successo a Taranto – città dove sicuramente sarebbe necessario questo aumento per il record di infortuni sul lavoro soprattutto nella grande industria, e dove vi sono solo

6 ispettori - NESSUNO! Nè si prevedono seri corsi di formazione affinché personale nuovo, pur non essendo in possesso di titoli di studio adeguati, possano essere impegnati in questa vigilanza.

D’altra parte, non si possono spacciare queste assunzioni come “incremento”, quando da anni era bloccato il turn over e questi nuovi ispettori sono andati a riempire vuoti di organico.

 

Competenze ispettive  L’incremento dell’attività ispettiva dovrebbe necessariamente andare di pari passo con i ‘poteri’ per esercitare l’azione ispettiva. Bene, è da anni che sono stati tolti all’Ispettorato del Lavoro, per affidarle alle Asl con un’esperienza sicuramente inferiori, le

competenze per l’attività di prevenzione e di intervento in occasione di infortuni sul lavoro nelle realtà industriali, limitandole al settore edile.

Questo, in una realtà come Taranto, con la più grande fabbrica siderurgica a livello nazionale e una estesa realtà industriale, ha significato un grave ridimensionamento dell’azione ispettiva, colmato solo parzialmente dall’intervento della Procura e dall’impegno di singoli ispettori, ma solo

ad infortunio accaduto, a lavoratori già morti sul lavoro.

A tuttora, nessuno di coloro che parla di “incremento”, parla di RITORNO DELLE COMPETENZE !

Non solo. A fronte della catena di infortuni e morti in Ilva, che ne fa tragicamente una fabbrica simbolo a livello anche europeo, dallo Slai Cobas, dalla neonata Associazione familiari vittime del lavoro da tempo è stata fatta una proposta, presentata al Ministero del Lavoro e fino al Capo dello

Stato, di una POSTAZIONE DELL’ISPETTORATO DEL LAVORO in grandi realtà industriali con alto, come appunto l’Ilva di Taranto. Finora non vi è stata nessuna risposta. Anzi, come una beffa, da quest’anno vi è invece in Ilva uno sportello dell’INAIL che non ha sicuramente compiti di vigilanza sulla sicurezza, ma il cui Direttore, Gigante, si arroga il diritto di dire che la responsabilità degli infortuni non è dell’azienda e della non applicazione corretta delle norme di sicurezza, ma degli operai giovani, che vanno la sera a divertirsi, a ballare, o che addirittura si drogano e poi “muoiono sul lavoro”.

 

Fondi e mezzi - “Incremento attività ispettiva” dovrebbe avere come conseguenza un incremento di mezzi e di fondi per rendere più efficace  la stessa attività. Ma la realtà è che questi fondi invece di aumentare sono stati tagliati e i fondi inviati dal Ministro Damiano (i famosi 3 milioni) bastano appena a pagare le indennità di missioni arretrate.

Pertanto, non ci sono i soldi sufficienti per rimborso spese e missioni (il cui importo orario di 1650 vecchie lire (!) è rimasto fermo a 30 anni fa), o arrivano con forte ritardo, costringendo gli ispettori ad anticipare di tasca propria le spese per le macchine - che gli ispettori mettono a disposizione, altrimenti non si potrebbe fare vigilanza in provincia o nei cantieri, campagne, ecc; e il paradosso è che più si parla di aumento del ruolo degli ispettori e più, mai come in questi ultimi anni e mesi, sono state tagliate tutte le spese, anche per la carta, anche quelle minime di cancelleria, anche le spese postali, del telefono, ecc. Per quanto riguarda i mezzi, la gran parte degli ispettori non è dotata di telefonino, assolutamente necessario in molti casi, e se vogliono essere aggiornati devono comprarsi i testi.

Nonostante il lavoro particolare, a rischio degli ispettori, non vengono, poi, riconosciute indennità di disagio, indennità di reperibilità. Sono stati nettamente ridimensionati i fondi per il lavoro straordinario; tanto che ad un certo punto è stata anche data disposizione perché gli ispettori,

anche quelli impegnati sul fronte della sicurezza, intervenissero solo in orario d’ufficio (8/14) - ci si era dimenticati di dire parallelamente ai lavoratori di infortunarsi o di morire solo dalle 8 alle 14 !!

La mancanza di fondi certi impedisce, di conseguenza, una seria e oculata programmazione dell’attività ispettiva di iniziativa in provincia, essendo di fatto questa legata all’esistenza o meno di fondi.

 

Lotta al “lavoro nero” - Questo governo si picca di starvi dando un grosso colpo perchè ha aumentato alcune sanzioni e introdotto la cosiddetta “maxi sanzione”.

Ma, cosa succede nella realtà? Facciamo un esempio: vi è la piccola ditta ‘A’ che ha 4 dipendenti, di cui tre da anni in regola e 1 a ‘nero’, se questo lavoratore irregolare sta da 5 anni, questa ditta si becca, insieme alle normali sanzioni, circa 300 mila euro di “maxi sanzione”, lo stesso avviene se per es. si tratta di una lavoratrice domestica “in nero”; vi è, poi, la multinazionale ‘B’ che per anni ha utilizzato “lavoro grigio”, contratti a progetto invece di regolari contratti di lavoro subordinato; a

questa multinazionale la finanziaria del governo Prodi ha stabilito che non solo non si applicano le sanzioni, non solo viene azzerato il pregresso, ma che riceve anche agevolazioni fiscali e contributive.

In questo modo il ruolo sanzionatorio dell’ispettorato è aumentato nelle piccole e piccolissime aziende, ma non è aumentato, anzi viene legislativamente ridotto nelle grandi !

Poi non si pu=F2 parlare di lotta al lavoro irregolare e, nonostante gli impegni preelettorali del governo Prodi, lasciare immutata la legge 30.

Questa legge, infatti, da un lato ha reso norma i rapporti di lavoro “usa e getta”, i contratti precari, l’utilizzo dei lavoratori interinali, dall’altro ha legato le mani agli ispettori per tutta una serie di realtà su cui prima vi erano gli strumenti legislativi per intervenire (normativa appalti che ha sostituito la 1369/60, contratti di inserimento in sostituzione dei CFL, ecc.).

Tutti a parole dicono che precarietà di rapporto di lavoro e sicurezza vanno di pari passo, ma allora come è possibile permettere che anche una grande azienda, come l’ILVA di Taranto, ad alto indice di infortuni, possa utilizzare come sta facendo negli ultimi tempi i contratti interinali ?

Il Ministro Damiano, inoltre, non dice che. Primo: non altrettanto sono aumentate le sanzioni per la violazioni delle norme di sicurezza; secondo, che anche il suo governo ha mantenuto ed esteso la depenalizzazione di tutta una serie di norme la cui inosservanza provoca infortuni e morti; terzo, il

min. Damiano non dice che anche le “maxi sanzioni” di cui ci si riempie la bocca sono più virtuali che reali, visto che la stessa finanziaria da un lato ha previsto pesanti importi, ma dall’altra ne ha previsto la sanatoria.

Infine, sulla lotta al lavoro nero, dobbiamo constatare che purtroppo non è cambiata la politica dei tempi di Berlusconi: molta propaganda degli interventi dei carabinieri, della guardia di finanza, esagerazione dei loro risultati, silenzio assoluto, invece, sull’ordinario controllo e regolarizzazione dei lavoratori in nero fatto, non una tantum ma ogni giorno, dagli ispettori del lavoro che non vogliono certo le televisioni al seguito ma non vogliono che si oscuri l’attività costante dell’Ispettorato del Lavoro e soprattutto non vogliono che il messaggio ai lavoratori sia di

interventi/blitz, da “ordine pubblico” da parte di forze militari, invece di interventi che devono esserci sempre e da parte di un organo civile.

Ma SI VUOLE, COME BERLUSCONI, COPRIRE COL FUMO, UNA REALTA’ CHE VA SEMPRE PEGGIO PER I LAVORATORI ? 

NOI ISPETTORI DEL LAVORO A QUESTO NON CI STIAMO.

Occorrono fatti. Organici, competenze, fondi, mezzi, normative, abolizione di leggi e prassi che favoriscono le grandi aziende !

TA. 4.6.07

Ispettori del Lavoro di Taranto

SLAI COBAS Isp. Lav. TA

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347/5301704