CONTRO LE TRUFFE PADRONALI ED
ISTITUZIONALI
PER IL MANTENIMENTO DEL PATRIMONIO LAVORATIVO DI MARGHERA
Lavoratori e
lavoratrici di
Porto Marghera,
dopo due anni di balletti e
sostanziali inganni istituzionali, con la Montefibre
di fatto ferma, Vinyls Italia bloccata con tutti in
cassa integrazione, Sirma chiusa, interventi tampone limitati ad un anno di
cassa integrazione, ancora da reintegrare parte dei lavoratori di Dow, la Nuova Pansac a rischio di
chiusura, tutto questo, ci fa capire che la classe politica e le forze sociali
non hanno compreso che uccidendo il polo petrolchimico di Marghera,
non ci saranno spazi nuovi per nuova economia, ma solo miseria di massa.
Di fronte a
questo, va chiarito che le politiche di difesa dei siti e dei distretti
produttivi, è a due pesi e due misure, se si fanno confronti con altre zone del
Veneto e del nord stesso. Pare a noi che la scellerata politica “secessionista” non sia stata compresa dalle forze sociali, una volta che si
sarà distrutto tutto e le deleghe saranno regionalizzate
per ogni problema, anche i residui istituti tampone esistenti come la cassa
integrazione, non avranno più motivo di esistere per chi gestisce il potere. A
quel punto ???? Una economia
“nucleare” sarà più sana della petrolchimica ?
O il nostro futuro sarà come lo smaltimento di tonnellate e tonnellate
di rifiuti industriali al SG31 ?
Come si fa a dire che il comparto
della petrolchimica è fondamentale per il paese ma nel contempo arrivare ad un rinnovo del contratto
nazionale nel quale un nuovo assunto viene privato
degli scatti di anzianità... dopo i turni e tutto quanto comporta una
produzione a ciclo continuo si vuol rendere il comparto chimica-energia
maggiormente profittevole a chi cerca lavoro sopprimendo diritti su diritti ?
Così si
da già per spacciato l'intero settore smantellandolo anche contrattualmente.
Dividere i lavoratori su basi
generazionali è un errore imperdonabile ma che si continua a fare.
Pensare che si possano sacrificare
i giovani sapendo che nella petrolchimica ne entrano assai pochi significa
“accontentarsi” delle ricollocazioni pure queste al
ribasso, come dimostrano gli ingressi in Raffineria dei lavoratori ex Dow.
C'è una forte necessità di
ricambio ma la situazione rimane impantanata.
Le aziende vanno costrette alla
chiarezza sui piani di investimento non si può
accettare che la crisi attuale sia l'ennesima scusa.
C'è fame di lavoro e c'è esigenza
di arrivare alla pensione, questo è un diritto pari al posto di lavoro.
Ci sono valori importanti che vengono lasciati passare in secondo piano è più conveniente
tacere quale sia il futuro che ci aspetta ?
Se si chiude la petrolchimica a Marghera si bloccano mortalmente
produzioni che rispetto al resto d'Italia sviluppano tecnologia per abbassare
l'impatto ambientale, allargarle invece a tutto il territorio nazionale sarebbe
un vanto e diventerebbe un punto di eccellenza di cui un paese sempre più
deindustrializzato ha un gran bisogno.
Secondo noi questo deve essere
evidenziato perché è un punto fermo nella lotta dei lavoratori da sempre.
Non si può stare appesi ad accordi
istituzionali che puntualmente non vengono rispettati,
la proposta deve essere espressione dei lavoratori !
Si deve arrivare ad uno sciopero intercategoriale del petrolchimico, gli appalti sono una
forza con cui condividere obbiettivi e lotta.
La solidarietà con i lavoratori
della Nuova Pansac è dovuta
ma non basta, occorre che gli Enti Locali, come avrebbero dovuto fare per la
Sirma, anziché portare gli operai a fare i giardinieri, avvii la politica di
applicazione della legge sulla REQUISIZIONE. Chi chiude unilateralmente, come Gavioli, NON deve poter fare il “prezzo” per mantenere lo
spazio industriale a far ragnatele !
OPERAI UNIAMOCI
NELL’AUTORGANIZZAZIONE ! SOLO CON L’AUTORGANIZZAZIONE POSSIAMO IMPORRE CIO’ CHE E’ GIUSTO E NECESSARIO !
S.L.A.I. Cobas per il sindacato di classe – Raffineria / Petrolchimica Marghera
15.2.2010
manifestazione chimica-energia Marghera