rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro - 14.9.2009
Comunicato Comitato Giuseppe Coletti dopo ennesima provocazione di Giorgio Del Papa
GIUSTIZIA PER GIUSEPPE, MAURIZIO, VLADIMIR E TULLIO !
DEL PAPA RISPONDI ALLE TUE RESPONSABILITA' !
Ogni estate Giorgio Del Papa, l'amministratore delegato dell'Umbria Olii non manca di deliziarci con le sue spiacevoli sorprese alle famiglie degli operai uccisi e all'unico sopravvissuto, il 25 Novembre del 2006 durante un'esplosione in cui persero la vita quattro lavoratori di una ditta esterna morendo carbonizzati nel piazzale della sua azienda mentre effettuavano interventi di manutenzione.
Nel luglio del 2008 ha scioccato tutti chiedendo 35 milioni di risarcimento danni, dichiarandosi così non responsabile della tragedia, ma ritenendosi parte lesa.
Non ha mai accettato un confronto diretto con i parenti di Giuseppe Coletti, Vladimir Toder, Tullio Mottini, Maurizio Manili e con il giovane albanese, unico sopravvissuto alla tragedia.
Non ha mai mostrato il benchè minimo cordoglio a chi ha perso delle persone care in quella circostanza dolorosa.
Ha sempre risposto con denunce a chi ha dimostrato la sua responsabilità con prove e con perizie, rifiutando sempre un confronto civile e responsabile.
Dal giorno in cui quegli operai hanno perso la vita, sono state organizzate diverse e tante manifestazioni per opporsi alla mancanza di giustizia e verità, ed è nato un Comitato, Il comitato Giuseppe Coletti per non dimenticare la strage dell'Umbria Olii e per affrontare una battaglia sempre più ampia perché in Italia non si piangano più morti sul lavoro, perché i lavoratori e le lavoratrici possano avere garantiti i diritti fondamentali.
Lorena e Fiorella, la sorella e la moglie di Giuseppe Coletti, e tutti gli altri familiari delle vittime chiedono che sia fatta giustizia, che se effettivamente è provata la responsabilità di Del Papa nella tragedia che ha causato la morte dei propri cari, paghi effettivamente penalmente ed economicamente.
Dal 2006 ci sono stati continui rinvii del processo con nuovi e puntuali colpi di spugna di Del Papa e dei suoi machiavellici avvocati.
Lo scorso Agosto l'imprenditore ha deciso di promuovere nuovamente un procedimento civile, ma con una novità ben precisa: infatti, non sarà più la Umbria Olii Spa ad avere pretese risarcitorie, ma un'altra azienda, di cui per ora si sa ben poco.
L'atto porta la firma della "Gestoil Srl, società in liquidazione, già Umbria Olii". L'azienda, secondo le prime informazioni, sarebbe rappresentata legalmente dallo stesso Giorgio Del Papa che alla Umbria Olii, nei mesi scorsi, aveva lasciato il testimone a un suo ex collaboratore, Sergio Montano. La Umbria Olii, dopo quel passaggio di consegne, era diventata Umbria Olii international, pur mantenendo la denominazione di società per azioni ma con una sede legale diversa, geograficamente collocata fuori dall'Umbria.
Se i nuovi cambiamenti restano ancora da decifrare, appare tuttavia evidente che l'ennesima novità, soprattutto per quanto concerne la messa in liquidazione della società, potrebbe avere ripercussioni nel caso in cui l'esito processuale si rivelasse sfavorevole a Del Papa.
Simili vicende impoveriscono il tessuto della giustizia italiana e ledono l'anima della democrazia.
In questi giorni tanti lavoratori sono protagonisti di atti estremi di protesta per porre l'attenzione sulle loro condizioni difficili e disperate.
I lavoratori e le lavoratrici italiani non chiedono altro che lavorare e poterlo fare in condizioni dignitose.
Recentemente il governo Berlusconi ha approvato il decreto correttivo del 3 Agosto 2009 n.106 che riduce la libertà delle classi lavoratrici, favorendo di gran lunga gli imprenditori e consentendo loro in caso di infortuni o di morti, di spostare la responsabilità su altre figure e che colpisce rovinosamente la persona dei rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori che già come Dante De Angelis e Salvatore Palumbo pagano a caro prezzo la difesa della sicurezza dei lavoratori.
Con diversi e pericolosi articoli, questo decreto, firmato dal Presidente Napolitano sancisce la piena libertà degli imprenditori di sfuggire alle proprie responsabilità e a vedere sempre più svilita la vita e la dignità del singolo lavoratore.
In questa grigia e drammatica realtà non siamo assolutamente rallegrati dai dati Inail, che parlano di calo di vittime sul lavoro, non tenendo conto del lavoro sommerso e dell'aumento di morti di lavoratori immigrati, spesso non regolarizzati e penalizzati, proprio perché stranieri.
Come cittadini italiani, come lavoratori, come donne e uomini, ci stringiamo a tutti i parenti delle vittime sul lavoro, a tutti coloro che lottano per la sicurezza nei posti di lavoro, per una vita dignitosa e a chiunque creda che lottando uniti si possa abbattere il muro omertoso e indifferente di chi per il mero profitto calpesta lo stato sociale, affossando la verità e la giustizia.
Il 14 Settembre è la ricorrenza della nascita di Giuseppe Coletti e noi che portiamo il suo nome vogliamo ricordarlo con questo comunicato, ricordando a tutta l’opinione pubblica che dopo 3 anni non è ancora stata fatta giustizia a queste 4 persone morte lavorando.
Il Comitato Giuseppe Coletti, segna un prossimo appuntamento a Campello (con data da definire) perché non si dimentichi la sua morte e degli altri 3 operai e perché che chi ne ha le mani insanguinate non rimanga impunito.
COMITATO GIUSEPPE COLETTI