AGGIUNGIAMO AL COMUNICATO QUI SOTTO RIPORTATO, CHE CONDIVIDIAMO IN TOTO, CHE ALLORQUANDO A LUGLIO ABBIAMO FATTO UNA VISITA A NAPOLI E PRECISAMENTE ANCHE A POMIGLIANO NELLA SEDE SLAI COBAS, PARLANDO CON UN COMPAGNO RESPONSABILE DELLA SEDE, E SOLIDARIZZANDO CON  LORO A PROPOSITO DELLA VICENDA DELL’ATTACCO A SLAI COBAS DI UN DELEGATO POI ESPULSO, CI SI E’ SOFFERMATI ANCHE SULLA DIVISIONE IN ATTO NEL NOSTRO MOVIMENTO SINDACALE, E SULLA NATURA POLITICA E NON FORMALE DELLA STESSA, TANTO PIU’ CHE ANCHE QUANDO GLI SI E’ RIFERITO CHE USIAMO INDICARE ANCHE LA LORO SEDE LEGALE NAZIONALE DI POMIGLIANO NEI DOCUMENTI FORMALI DEL NS.SINDACATO, NON VI E’ STATA DA PARTE SUA ALCUNA CONTESTAZIONE, ANZI, CI SI E’ APPUNTO SOFFERMATI SUL FATTO CHE “NON SI E’ ANCORA UN SINDACATO DI CLASSE” E CHE SI LAVORA PER DIVENTARLO, DA PARTE SUA PERALTRO ANCHE SOSTENENDO CHE LA DIVISIONE IN REALTA’ NON HA MOLTI MOTIVI PER SUSSISTERE ANCORA. LO STESSO COMPAGNO CHIEDEVA ANCHE NOTIZIE DELLO SLAI COBAS DALMINE DATO CHE CONOSCEVA BENE IL COMPAGNO LAMERA.

Paolo Dorigo, coordinatore provinciale SLAI COBAS per il sindacato di classe di VENEZIA

 

COMUNICATO NAZIONALE DI SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE – 7 NOVEMBRE 2007

 

Al sindacalismo di base e di classe
 Al movimento proletario e comunista

 Grave attacco allo slai cobas per il sindacato di classe, ai lavoratori e  alle lotte dei lavoratori  di Taranto e delle altre città, oggettivamente al servizio dello stato dei  padroni, lo stato di polizia, dei padroni, Fiat Sata e Ilva/Riva in testa.

 In occasione della seduta del riesame presso la Procura di Potenza  tenutasi il 6 novembre in merito alla montatura  giudiziaria contro lo slai cobas per il sindacato di classe di Taranto,  Palermo, Marghera, Bergamo, Milano, Ravenna, e che ha toccato anche  compagni a Siena, Perugia, ecc e 4 delegati e avanguardie operaie della  Fiat Sata non appartenenti allo slai cobas per il sindacato di classe,  accusati tutti del 270bis e 272, per l'attività alla Fiat Sata, ma anche  all'Ilva Taranto, Cantieri navali e Fiat Termini Imerese, Dalmine BG,  Enichem Ravenna/Marghera,  abbiamo finalmente potuto leggere le carte, con tanti omissis e pagine  bianche, e sapere su cosa si basa la montatura giudiziaria in corso.
 Si tratta di una lettura, fatta dalla Digos e dall'antiterrorismo e  recepita integralmente dal PM di Potenza, tendenziosa e deformata della attività alla Fiat Sata e della stampa operaia e comunista che produciamo e diffondiamo, utilizzata per dire che l'intera attività di lotta e  organizzazione sindacale di classe che sviluppiamo in questi anni è  finalizzata al terrorismo e all'eversione dell'ordine democratico.
 Metteremo presto a disposizione dei lavoratori e di tutto il movimento di  classe queste carte, compreso la smentita confutazione dell'articolo di  Panorama n° 44, per fare chiarezza e lottare contro la montatura e a  sostegno dell'iniziativa nazionale che prepariamo alla Fiat Sata e in
 altre fabbriche del nostro paese.
 La cosa però che ci ha lasciato sgomenti è che la conclusione del rapporto  dell'antiterrorismo a base dell'inchiesta conclude così:  "l'affermazione investigativa in parola, vera e reale, trovava conferma  nella immediata quanto autorevole sconfessione giunta dall'esecutivo  nazionale dello "Slai Cobas" di Milano/Pomigliano d'Arco il quale  dichiarando gli odierni indagati assolutamente estranei alla loro  organizzazione sindacale e diffidandoli dall'utilizzare per comunicati  futuri la sigla sindacale "slai cobas", emetteva  in data 13/3/2006 il  seguente inequivocabile comunicato stampa:  in merito a comunicati stampa apparsi su Indymedia a firma "Slai cobas per  il sindacato di classe" e "Slai cobas Dalmine", coi quali si indice una  conferenza stampa sui fatti di sabato scorso a Milano, per lunedì  13.3.2006... (si tratta dell'immediata mobilitazione per gli arresti degli antifascisti dell'11 marzo, tra cui vi erano operai anche iscritti allo  slai cobas per il sindacato di classe - ndr)  ... e in merito a tutti i comunicati a firma "Slai Cobas per il sindacato   di classe" di Palermo, Taranto, Ravenna, o Melfi (il rapporto della   Questura sottolinea 'Melfi' - ndr), precisa che i firmatari di questi  comunicati non fanno più parte dello Slai cobas, da anni non sono più
 tesserati allo Slai Cobas e sono già stati più volte diffidati dall'usare  la sigla "Slai Cobas".

 Vale a dire questa "diffida" viene utilizzata dall'Antiterrorismo per dire  che non siamo e nè svolgiamo attività da Slai Cobas, bensì che siamo  un'"associazione sovversiva con finalità di terrorismo".
 Si tratta di un documento/diffida che è stato riproposto proprio in questi  giorni dall'esecutivo nazionale dello slai cobas a firma di Corrado Delle  Donne, per prendere le distanze dai lavoratori e dai compagni dello slai  cobas per il sindacato di classe.

 Che questa azione non sia isolata è stato immediatamente confermato da  alcuni fatti gravissimi avvenuti negli ultimi due giorni. L'esecutivo  nazionale dello slai cobas ha inviato alla stampa anche di Taranto questa  comunicazione di diffida, che è stata immediatamente presa a volo dai  padroni che gestiscono gli appalti comunali di Taranto - dove lo Slai  cobas per il sindacato di Taranto è forte e in alcuni casi assolutamente  maggioritario, dove conduce da mesi una grande, straordinaria lotta, una  vera rivolta sociale contro la precarietà - per disdire incontri  sindacali, inviando tale comunicazione per conoscenza a Corrado Delle  Donne; e viene utilizzata all'ILVA di Taranto e distribuita da attivisti  sindacali dei Confederali per togliere la legittimità della presenza dello
 Slai cobas per il sindacato di classe Ilva/appalto che ha messo sotto  processo infinite volte padron Riva per truffa ed estorcione, attacco ai  diritti dei lavoratori, orari di lavoro, salari e soprattutto per gli  omicidi bianchi, rendendo questa organizzazione un punto di riferimento  nazionale nella lotta per la sicurezza sui posti di lavoro.

 Ma non ci si è fermati neanche a questo. L'esecutivo nazionale, capeggiato  da Delle Donne, ha comunicato alla stampa di aver nominato "responsabile  per Taranto" Mara Malavenda, esponente dello slai cobas di Pomigliano.

 I lavoratori dello slai cobas per il sindacato di classe di Taranto hanno  usato espressioni molto colorite, dialettali e non, verso questa attacco,  oggettivamente filopadronal, statale, svolto all'esecutivo nazionale  dello slai cobas.

 Il tentativo di criminalizzare i coordinatori provinciale dello slai cobas  per il sindacato di classe di Taranto, Calderazzi Margherita e Ernesto  Palatrasio e quelli di altre città, di togliere la rappresentanza  sindacale e favorire anche il licenziamento dei suoi rappresentanti sui  posti di lavoro, costituisce un atto di una gravità inaudita che nessun  dissenso e contrasto sindacale anche radicale giustifica e può  giustificare. E' contrario ai principi base dello Statuto stesso dello  Slai cobas e ad ogni etica classista e proletaria.

 Si tratta di un'azione che contrasteremo in tutti i modi per proseguire la  lotta dei lavoratori e il nostro contributo al sindacalismo di base e di  classe.


 La Fiat, Riva, e padroni non hanno nessuna possibilità di riuscita.

 Ma non è una questione che riguarda solo noi e la nostra tuttora piccola  ma significativa esperienza in corso. Crediamo che debba riguardare tutti  gli operai e i lavoratori che tuttora fanno riferimento allo Slai cobas  nazionale, con i quali siamo stati sempre uniti nel sostegno alla loro
 lotta e nella solidarietà contro licenziamenti e repressione, come tutti  sanno; e riguarda l'intero sindacalismo di base e di classe e il movimento  proletario e comunista: se si deve ritenere simile degrado accettabile e  compatibile con la linea, la prassi e la battaglia che si sta facendo in
 questo difficile momento contro l'attuale governo dei padroni, lo Stato di  polizia e la repressione antiproletaria.

 A Taranto, come pensiamo nella altre realtà, le affermazioni  dell'esecutivo nazionale dello slai cobas sono risultate ridicole e si  sono unite allo sdegno dei lavoratori, e l'intero sindacalismo di base e  di classe della nostra regione è in queste ore saldamente unito, insieme a  tante forze della sinistra politica e sociale nell'organizzare compatti lo  sciopero e la manifestazione regionale a TARANTO il 9 novembre.
 Consideriamo che questa sarà anche una prima risposta alla sciagurata  azione dell'esecutivo nazionale.
 Così come nelle prossime settimane analoghe risposte verranno da  Melfi/Potenza e da tutte le realtà di fabbriche e di lavoro oggetto in  questo momento della criminalizzazione.

 SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE - NAZIONALE

 TA 6.11.07

 cobasta@libero.it