La azienda Calzaturificio Ca' d'Oro, con la copertura della ben nota Acrib, autentico centro di potere nella Riviera del Brenta, nel chiedere la procedura di cassa integrazione straordinaria per un anno, si è guardata bene dal comunicare alla Provincia di Venezia l'esistenza di altre (almeno altre 2) sigle sindacali nell'azienda, tra le lavoratrici interessate alla chiusura del proprio reparto, il finissaggio.
Inoltre, non ha rispettato le norme INPS, che prevedono che le ferie residue dell'anno precedente debbano essere interamente consumate prima dell'avviamento della procedura.
Inoltre, Denunciamo politicamente, e sarà oggetto di cause civili e di lavoro a 360°, la propensione delle organizzazioni confederali a scavalcare la ns.O.S. in alcune occasioni significative, in particolare denunciamo l'accordo di cassa integrazione straordinaria per la chiusura del reparto finissaggio del Calzaturificio Ca' d'Oro di Fiesso d'Artico (Ve) come sbagliato e scorretto, sia nei ns.confronti che nei confronti di una lavoratrice nigeriana ns.iscritta che regolarmente pagava le trattenute in busta paga, che non ha sottoscritto alcun accordo in tal senso e che era ancora a credito di oltre 180 ore di ferie, sia della ns.O.S, ben nota alla Ca d'Oro, dato che la lavoratrice era stata reintegrata nel 2009 dopo precedente esperienza al Calzaturificio collegato Elisa, sempre di Fiesso d'Artico zona industriale 1a strada, così come per il fatto che dall'anno scorso sulla stessa strada è presente il Calzaturificio collegato Avatar, dove molto personale della Ca d'Oro era già transitato. L'accordo prevede la cassa integrazione per un anno e quindi la messa in mobilità, pure con "brevi distacchi" presso altre aziende.
Troviamo allucinante che una assemblea di iscritti della Cgil, senza mozioni finali e firme delle lavoratrici interessate, tenutasi all'inizio di febbraio, possa dar luogo ad una consenziente procedura come questa, senza che si sia dato modo a chi tutela le lavoratrici, di dire la propria.
comunicato 4.3.2011