Ai Lavoratori in Lotta delle Acciaierie ILVA di Taranto.
Salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini non sono dei costi .
Quando la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini sono infranti per lungo tempo la legge giustamente, fa il suo corso. Si parla di 378 morti ma sappiamo bene che sono migliaia, così come i giornali riportavano 200 morti a Marghera per il processo CVM, e sappiamo che per il CVM sono 2500 e passa, e per l’amianto altri 3000, di cui non si vede ombra di rinvio a giudizio, dovendo in quel caso finire sotto processo anche Enel, azienda locale dei trasporti, e non solo Enichem.
L’esperienza che vivete ora la stiamo vivendo sul nostro territorio a Marghera da decenni ciò ci porta a delle affermazioni che portino ad una strada diversa da quella della deindustrializzazione motivata in modo fraudolento dai costi ambientali insostenibili.
I costi ambientali servono a migliorare la vita dei lavoratori e dei cittadini e spesso, bene non dimenticarlo, queste due condizioni coincidono.
Riteniamo da sempre sbagliato adottare delle soluzioni “localizzate” che non prevedano un successivo allargamento al tutto il territorio nazionale. Questo si è visto anche con le aree delle discariche.
La “localizzazione” sì che è un costo perché si determinano investimenti e migliorie sui processi produttivi territorialmente limitati, siamo concordi nello sviluppo di tecnologie avanzate in zone prescelte, una sorta di avanguardia tecnologica che una volta sviluppati ed industrializzate le migliorie vengano espanse a livello nazionale migliorando la vita di tutti i cittadini. Ma sappiamo che anche se tecnicamente valide, poi cozzano con gli interessi della spartizione della torta, e va tutto a remengo. Per fare un esempio il decreto Ronchi – Costa applicato solo alla laguna veneziana non ha senso e si presta alle speculazione di essere un mero aumento dei costi di produzione se non viene allargato alla completa territorialità nazionale, ciò fosse avvenuto l’I.L.V.A. sarebbe da tempo stata messa all’angolo per adeguarsi ai nuovi dettami ambientali. Siamo pure stati testimoni di accordi fiume come quello sulla chimica a Porto Marghera del 1997. Poi hanno distrutto 20.000 posti di lavoro lo stesso. Sono arrivati a bestemmiare “la logistica è il futuro della nostra economia” bonzavano i sindacalisti cgil-cisl-uil solo 5-6 anni fa. E adesso che dicono ? Bisogna fare molta attenzione a questo tipo di prassi, bisogna accertarsi che sia realmente applicabile in tutte le sue parti e che non dia il fianco a palesi strumentalizzazioni o a delle aree di preferenza. A Marghera ci si è trovati di fronte a notevoli squilibri applicativi volti verso le bonifiche e a scarsa applicazione degli altri articoli sul tessuto industriale trovandoci spesso di fronte a promesse mai mantenute, un esempio su tutti le celle a membrana che dovevano sostituire quelle a mercurio per la produzione del cloro il risultato è stato quello di chiudere completamente il ciclo del cloro e delle celle a membrana non si è mai vista l’ombra il tutto si è tradotto in perdita di posti di lavoro e deindustrializzazione. Per arrivare ai clamorosi casi della Raffineria, dove i confederali silenziano gli incidenti, e noi che li denunciamo rischiamo assai per essere coerenti ad una linea operaia di difesa della sicurezza sui posti di lavoro.
Inutile dire che da anni il ns.Sindacato a Taranto porta avanti una importantissima battaglia, che è risaltata con la manifestazione nazionale dell’aprile 2009, mettere insieme salute sicurezza e lavoro non è cosa facile, un punto vincente è di coinvolgere Tutta Taranto, come in alcuni casi in passato è avvenuto per denunciare l’ILVA fabbrica di morte, nel processo di istituzione della “nuova“ ILVA, ovviamente contrastando ogni scontro con le esigenze della popolazione civile.
Tutto questo devono farlo i lavoratori in prima persona, staccandosi definitivamente da quei sindacati confederali che hanno svolto il loro lavoro assecondando Riva e portandovi alla attuale situazione. Giusto contestare i Talò. Di diverso rispetto alla Vostra situazione c’è che qui quelli della Uil a Marghera erano e sono sempre stati con De Michelis, che era il preconizzatore della distruzione della IIa zona industriale, sin dagli anni ’70 e poi 80-81 in cui era ministro delle partecipazioni statali. Ma alla fine è la stessa cosa, i confederali filopadronali quando difendono il lavoro bleffano, quando difendono le scelte politiche dei padroni e dei loro governi, cercano di non farsi notare.
Siamo con Voi in questo momento in cui dovete prendere delle robuste decisioni, con coscienza di classe, di classe operaia, per un futuro di salute sicurezza e lavoro sul Vostro territorio, lasciando un chiaro segno per l’importanza del sito industriale e della Vostra stessa città. Sosteniamo la Vostra lotta
S.L.A.I.Co.Bas. per il Sindacato di Classe -Coordinamento provinciale di Venezia
Marghera, 28-07-2012