S.L.A.I. Cobas per il Sindacato di Classe

Coordinamento provinciale di Venezia

 

            Sulla raffineria e.n.i. di Venezia che continua a  perdere pezzi.

 

Distillazione primaria n°2 , trattamento effluenti , produzione lubrificanti, sono i pezzi che abbiamo già perso.

La gestione di tutte e tre le chiusure è stata uguale .

La r.s.u. considera ogni unità produttiva a se stante come se non facesse parte del ciclo integrato della raffineria di Venezia , lo dimostra il metodo con il quale si sono affrontate queste chiusure. Noi pensiamo sia sbagliato coinvolgere solo i lavoratori direttamente interessati e solo con loro decidere la linea da tenere nei confronti dell’azienda, vediamo in questo metodo la miniaturizzazione di quanto già fatto in petrolchimico con i nefandi risultati che sono sotto gli occhi di tutti .

Ci ponemmo, con altri compagni in seno alla c.g.i.l. di settore, con forza contro la polverizzazione della r.s.u. di tutto il petrolchimico in singole r.s.u. facenti riferimento alle proprietà e non alle integrazioni tra cicli produttivi, perdemmo e se ne ottenne una secca frammentazione della vertenzialità e purtroppo anche degli scontri interni dei quali fu felice solo il padronato.

Abbiamo la netta sensazione che si stia gestendo un robusto ridimensionamento della raffineria di Venezia, un cambio di strategia rispetto alla chiusura totale, ma con gli stessi effetti di devastazione occupazionale ed industriale dell’area, senza che i lavoratori tutti ne siano coinvolti, ci domandiamo, a quando la prossima chiusura?

Il metodo che noi consideriamo ideale è quello di affrontare tali questioni sicuramente dando voce e priorità ai lavoratori della unità produttiva interessata dalla chiusura ma coinvolgendo anche tutti i lavoratori della raffineria in assemblea generale perché, non va dimenticato, ogni chiusura è un indebolimento di tutta la raffineria di Venezia .

Il comune con il P.A.T. riserva la zona della raffineria ad un uso industriale ma, senza l’arrivo della linea del metano che ci consente di abbassare le emissioni della raffineria e con il comune di Venezia impegnato a garantire i sogni di gloria del signor Cardin e non a “forzare” l’arrivo del metano il futuro della raffineria ci pare ancora più incerto.   

Sulla questione produzione lubrificanti ci è d’obbligo porre un inciso che fa riferimento alla ultimo appuntamento del “cascade”, in cui si spiegano ai lavoratori le strategie del gruppo per il futuro, quello del 6 Giugno.

Il nuovo gruppo dirigente, dal palchetto della sala gialla, in risposta ad un quesito posto da un lavoratore sul futuro della produzione lubrificanti dopo la cessione di alcune produzioni alla raffineria di Livorno lo accusò di essere disinformato, dicendo che A.P.L. non correva alcun rischio ed anzi stava concorrendo alla fornitura del lubrificante per le paratie del “mose” .

Il 19 Giugno lo stesso comunica la chiusura della produzione lubrificanti.

Invitiamo quindi i lavoratori tutti a disertare le prossime puntate del “cascade” nel quale ci si è spinti a dire che l’e.n.i. non si macchia di eventi tipo quello del golfo del Messico, ma che ci credono così stupidi da pensare che e.n.i sul golfo del Niger pianti alberi?

Constatiamo che la linea è la stessa del vecchio gruppo dirigente che si è contraddistinto per non aver comunicato a noi diretti interessati la decisione di metterci in  cassa integrazione, per aver tentato di censurare la rassegne stampa per non far conoscere le notizie sulle manifestazioni di tutti i lavoratori della raffineria a difesa del loro posto di lavoro, per aver effettivamente fatto di tutto per impedire l’accesso in assemblea a giornalisti e rappresentanti di Comune Provincia e Regione costringendo i lavoratori a portarli in assemblea “di forza”. Tutto ciò non va dimenticato. Il clima in raffineria risente inoltre della pessima gestione degli addestramenti durante la cassa integrazione che ha creato una difficile situazione gestionale del personale che si “risolve” in una robusta mole di straordinari per sopperire ad una polivalenza ridotta all’osso che complica la fruizione delle ferie estive, invece che spingere sugli addestramenti e sul modo corretto di farli si fa un accordo per pagare gli straordinari al 100% dal 15 Luglio al 1°Settembre, la speranza di molti è di vederlo prolungato e questo dimostra che i soldi contano più del futuro della raffineria con buona pace di chi parla di gestione dei cambiamenti.

Altro punto che grava sui lavoratori è il mancato riconoscimento delle professionalità maturate nei tempi stabiliti dal c.c.n.l., i lavoratori coinvolti e la r.s.u. devono affrontare queste problematiche.

Per contrastare un metodo aziendale  che assolutamente condanniamo, invitiamo i lavoratori interessati a contattarci per studiare legalmente come affrontare le questione. La raffineria di Venezia deve puntare a garantirsi il futuro con le regole cardine di condivisione di tutte le problematiche da parte di tutti i lavoratori. Uscire da questa direttrice significa non essere Sindacati.