L’ENNESIMA STRAGE NELLE CISTERNE
12 settembre 2010
Proletari Comunisti
L'ennesima cisterna della morte a Capua, la terza nel giro
di un mese, si
aggiunge alle sei cisterne assassine degli ultimi tre anni, da Molfetta in
poi - insieme alla nuova catena di morti sul lavoro di questa estate, tra
cui operai immigrati, l'ultimo ieri un operaio rumeno a Pistoia - dovrebbe
portare all'ordine del giorno di tutti come sia importante la lotta reale
contro questa espressione concentrata dello sfruttamento del capitale e
della condizione operaia odierna; dovrebbe riproporre l'urgenza di una
costante mobilitazione di massa operaia e popolare, sociale e politica,
perfino ideologica e culturale, su questo fronte, aggravatosi per la
crisi,
per la precarietà diffusa, per la mancanza di difesa sindacale reale, per
l'azione criminale al servizio dei padroni da parte del governo Berlusconi
con ruolo di punta di ministri quale Sacconi e Tremonti nello smantellamento
del testo unico della sicurezza, nel camcellare le norme e i controlli,
nell'incentivare la giustizia negata a lavoratori e familiari.
Ebbene solo la rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro si batte
constantemente su questo e ha cercato con manifestazioni nazionali e
campagne di dare una risposta a questa esigenza- poche altre realtà sono
attive,segnatamente i ferrovieri e le forze attive per la strage di
Viareggio, alcune associazioni amianto, alcune associazioni familiari...
Sindacati confederali e sindacati di base sono poco attivi o assenti,
perfino i gruppi che si dicono operai o che si dicono comunisti non
producono azione e ancor meno in questi ultimi mesi sostegno alla attività
della rete.
Proletari comunisti che ha avuto un ruolo promotore, insieme allo slai cobas
per il sindacato di classe della rete si battono spesso da soli e oltre le
proprie forze su questo terreno, ottenendo invece frequente il sostegno
delle masse in forme trasversali.
Per questo tocca ancora a noi rilanciare la rete nazionale e la sua azione
sin da questo autunno, nelle condizioni concrete di questa fase politica e
sociale.
Lo facciamo da taranto a Napoli, da Palermo a Ravenna, da bergamo a
Marghera, dalle città delle stragi delle cisterne, dal imporre la lotta sul
legame immigrati-morti sul lavoro, dalla presenza e mobilitazione per i
processi Thyssenkrupp, quasi ala conclusione, Eternit a Torino, dalla catena
dei processi Ilva-Taranto verso la costruzione di una nuova campagna
nazionale e di una nuova manifestazione nazionale di lotta e di
combattimento nel senso letterale della parola, come parte della
affermazione della necessità dello sciopero generale contro padroni e
governo, della lotta operaia contro il fascismo padronale che uccide sul
lavoro, come lotta per far pagare un costo politico il più alto possibile ai
ministri e al governo dell'abolizione delle norme della sicurezza, come
risposta alternativa alla giustizia negata nei tribunali del padrone ,come
percorso dentro la rivoluzione politica e sociale che metta fine al sistema
del primato del profitto sulla vita degli operai e lavoratori,
proletari comunisti
12 settembre 2010