SLAI Cobas per il sindacato di classe

Alla Nuova Venezia Mestre - comunicato stampa e richiesta di pubblicazione da parte del coordinamento provinciale di Venezia - 14-3-2010

L'importante servizio apparso con la firma del redattore Carlo Mion sulla Nuova VeneziaMestre di oggi 14 marzo 2010, contiene alcune affermazioni che secondo il nostro punto di vista meritano alcune precisazioni.

Noi non concepiamo la lotta di classe dal punto di vista della forma di lotta più dura, ma delle forze che è in grado di mobilitare, arricchire di coscienza e capacità autorganizzativa, dal punto di vista degli sfruttati, ossia degli operai, delle loto famiglie, della classe operaia. Pertanto il taglio dell'articolo in qualche misura di allarme sulla "violenza", non lo condividiamo perché di violenza in Fincantieri come in moltissimi luoghi di lavoro, ce n'è molta, ed è tutta prodotto delle decisioni di governi reazionari e delle forze padronali.

Secondariamente, noi non abbiamo mai affermato che Fincantieri "non c'entra assolutamente", anzi, lo stesso Ruggi è stato amico personale dell'ex direttore della Fincantieri, Bianco, di recente sostituito. Il punto è che in Francia nella cantieristica, gli appalti costano alle committenti, nei lavori operai normali, 35 euro all'ora, e agli operai arrivano delle retribuzioni più decenti, e vi sono certo problemi di sicurezza ed infortuni, ma non con la cadenza quotidiana che avviene in Fincantieri a Marghera ed in molti altri cantieri. Il punto è che invece qui le ditte di subappalto prendono 17-18 euro all'ora, e quindi poi si arrangiano "come possono", come ha tranquillamente ammesso già un anno fa Ruggi ai giornalisti ("così fan tutti").

Per questo il ns.sindacato è contro la drammatizzazione della situazione e per condurre una seria e vincente lotta contro questo sistema schiavistico le cui responsabilità non si fermano a Fincantieri, a Berengo, Demont, Comis, Costa, ecc., ma vanno ben oltre, fin dove si organizzano gli arrivi di manodopera dietro compenso in nero, pagato in patria, da persone che poi non avranno nemmeno un futuro sicuro, contrariamente a quanto scritto nei contratti di soggiorno.

Questo ci porta ad affermare che il trattato di Schengen, le leggi Bossi-Fini, e tutto quanto concepisce i flussi migratori come reato di "clandestinità", è una grandissima violenza razzista e fascista, che serve unicamente a creare il mercato dei disperati, la guerra tra poveri, l'ingrossamento dell'esercito industriale di riserva e in ultima analisi, la distruzione della democrazia come rapporto di mediazione tra le classi normato dal riconoscimento delle forze sociali.

E che l'unica soluzione per ora, non è certo la politica leghista, ma è l'abolizione di tutte le norme che restringono i diritti dei lavoratori del mondo che si spostano per necessità.

 

Dorigo Paolo

per il coordinamento provinciale