Volantino
distribuito da lavoratori italiani ed immigrati ai 5.000 manifestanti dell’ANPI
presenti alla manifestazione nazionale di MIRANO del
12 dicembre 2009
Il Sindacato Lavoratori Autorganizzati Intecategoriale – SLAI Cobas per
il sindacato di classe, ricostituito a Venezia da 3 anni, e composto da operai ed
operaie, lavoratori e lavoratrici di venti nazionalità, tutti sfruttati e
costretti a dure vertenze ed a subire licenziamenti e discriminazioni, in
fabbriche, cooperative, appalti, magazzini, cantieri, e sulle strade, aderenti
ai coordinamenti provinciali di Venezia, Treviso, Belluno, Verona e Padova dà l'adesione
alla manifestazione nazionale dell’ANPI contro il razzismo del 12 dicembre 2009 a Mirano
e chiede in ragione del lavoro svolto ed in corso sul piano del diritto del
lavoro e sociale dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie, di poter avere
lo spazio per un intervento. Contesta che si sia fatta la locandina con le
firme già preparate, mentre si sarebbe dovuto in precedenza fare l'appello per
le adesioni. Saluta l'ANPI di Mira e di Venezia con forza e determinazione
antifascista in questo 40° anniversario della strage di Stato voluta dal regime
democristiano e dai golpisti neri il 12 dicembre 1969 ed attribuita per alcuni
anni ai capri espiatori anarchici Pinelli e Valpreda, prima che venisse alla
luce la verità, del coivolgimento del potere centrale
e della cellula nazista di Freda e Ventura, che
proprio tra Padova, Venezia e Treviso, aveva le sue basi. Colpevoli noti a
tutti, che poterono sfuggire alfine alla Giustizia, in nome del diritto e della impossibilità di ripetere un processo che, per evitare
di doverlo rendere alla Popolazione di Milano, venne fatto a Catanzaro.
OGGI
OGGI, in una situazione per certi versi molto simile, con
l’aggravante della guerra, l’aggravante del silenzio-consenso di un paese, il
nostro, impegnato sin dal 17 gennaio 1991 in azioni militari imperialiste di invasione, bombardamento ed in certi casi persino di
saccheggio e distruzione dei beni culturali di altri paesi (come per esempio la
Biblioteca di Baghdad), gestite generalmente dalla alleanza militare “NATO”, la
quale è stata sin dall’inizio un sopruso sulla Popolazione e sulla nostra
Costituzione.
OGGI, in una situazione di impoverimento
e di dipendenza economica e ricatto per le grandi masse del nostro paese, dove
le leggi ed i diritti conquistati anche a caro prezzo, per decenni, dalla
classe operaia e dalla popolazione civile, come l’equo canone, le assunzioni
non nominali, la scala mobile, e tanti altri, ci sono stati strappati da scellerate e concertative
decisioni che hanno ridotto ESSE PER PRIME, LA DEMOCRAZIA, perché hanno ridotto
la forza delle masse.
OGGI, in
un momento in cui assistiamo a balletti multicolori, pro o contro il dittatore
dello “Stato libero delle banane” o giù di lì, perché è questo, il livello cui
è stato ridotto il nostro paese.
OGGI, in
un paese in cui si può stare 2 o 6 mesi in un carcere pestati e maltrattati,
solo perché si proviene senza documenti, da paesi in guerra o devastati dalla
fame e dalla miseria, essi sì, prodotti delle scelte dei paesi “ricchi” di
viltà e di denaro, come anche il nostro, che non disdegna le perforazioni e le
ricerche petrolifere oltre confine.
OGGI SIAMO QUI
per dire a chi lo vorrà
sentire, che la Costituzione è innanzitutto rispetto dei Lavoratori,
indipendentemente dalla loro esperienza, formazione, colore della pelle, e
condizione economica.
UN RISPETTO che manca,
che non c’è, perché esistono violazioni enormi del nostro diritto e della
nostra Costituzione, che sono state elevate a legge, a
circolare, a decisione di poteri burocratici e di immane distanza dalle
esigenze e necessità vere della popolazione non abbiente.
1.
Violenza brutale e
sessuale, con costrizione alla prostituzione – VOGLIAMO AUTENTICA DIFESA DELLE
DONNE E DEI BAMBINI, NON TOGLIENDOLI ALLE LORO FAMIGLIE NON RICCHE, MA AIUTANDO
LE MADRI E LE FAMIGLIE.
2.
Persecuzione degli
ambulanti, dei questuanti – VOGLIAMO UN FORTE
RIDIMENSIONAMENTO DELLE REGOLE TUPS E DELLE MULTE INFLITTE LORO.
3.
Irrigimentazione
delle regole dei “permessi di soggiorno”, delle norme sulla detenzione
preventiva – VOGLIAMO IL RITIRO DELL’ITALIA DAL PATTO DI SCHENGEN E
L’ABOLIZIONE DEI CPT E DELLE LEGGI RAZZIALI quali sono tutte le misure che
discriminano i cittadini stranieri anziché aiutarli.
4.
Militarizzazione del paese
– VOGLIAMO L’ABOLIZIONE DELLE SPESE MILITARI E IL
RITIRO DELL’ESERCITO E DEI CARABINIERI DALLA NATO E DAI PAESI STRANIERI. La
guerra è razzismo.
5.
Diritto alla casa –
VOGLIAMO CHE GLI AFFITTI TORNINO ALL’EQUO CANONE E CHE LE CASE SFITTE SIANO
REQUISITE E DATE A CANONI ACCESSIBILI AI NON ABBIENTI.
6.
Mutui e affitti – VOGLIAMO CHE SIANO SOSPESI I MUTUI PER I DISOCCUPATI, E
FORTEMENTE RIDIMENSIONATI GLI AFFITTI.
7.
COOPERATIVE ED AGENZIE
INTERINALI – Vogliamo che le cooperative siano
effettivamente tali o che siano dichiarate Aziende a tutti gli effetti di legge,
noché l’abolizione delle agenzie interinali e il
ritorno agli uffici di collocamento a graduatoria per qualificazione, per
comune o comprensorio.
8.
Vogliamo lavoro sicuro e
duraturo. Siamo per l’abolizione della precarietà in tutte le sue forme. Questo
modello si è dimostrato fallimentare in particolare oggi. Non aiuta le aziende
a crescere, ma i padroni a diventare schiavisti.
9.
DIRITTI CIVILI E POLITICI –
Ogni lavoratore con almeno 1 anno di attività, ed i
suoi familiari, devono poter votare ed avere la cittadinanza senza grandi
difficoltà. Ciò renderebbe tutto più chiaro e più semplice.
10.
CRIMINALITA’. VOGLIAMO Che tornino ad essere reati penali il falso
in bilancio, i morti sul lavoro, e che siano condonati i reati dettati dalla
fame e dalla necessità e penuria economica.
Lavoratori, Cittadini, Il razzismo
nasce dalla discriminazione per ragioni economiche e di potere. Essere contro il razzismo non può che
voler significare essere anche contro questa divisione sociale esistente. Perché non è ricchezza,
creare povertà. E soprattutto, secondo
noi, essere contro il razzismo significa andare oltre il rigetto delle
provocazioni attuate da partiti neocorporativi o da giunte comunali o d’altro
genere che si sono dimostrate faziose e violente con i “diversi”.