8/3/08
I.T.I."Omar"Novara"
Ho partecipato con molto interesse all'iniziativa proposta dal collettivo studentesco.ha aperto l'assemblea uno studente ponendo la domanda su che mondo del lavoro li attendesse alla fine degli studi.
Nel primo intrvento si faceva notare che le cause principali degli infortuni derivano da un modello che si basa sul precariato e quindi sulla ricattabilità salariale del lavoratore e dai continui spostamenti che non fanno radicare la percezione della sicurezza.
I relatori provenivano da realtà territoriali molto vicine a Novara; Thyssen Torino che nel suo intervento ha posto l'accento sugli effetti devastanti della routine,sulla tracuratezza degli impianti anti incendio dovuta al cilma da "chiusura", all'agire errato dei deceduti che avrebbero dovuto tenersi alle spalle un supervisore nel caso servisse aiuto esterno; Rete Ferroviaria Italiana che ha fornito una relazione tecnica di alcuni incidenti mortali avvenuti nel novarese durante la manutenzione e la messa in opera di linee elettriche evidenziando che spesso si "perdono" particolari macroscopici come nel caso di un autista di un camion che nello scaricare ha alzato il ribaltabile andando a toccare cavi di alta tensione che lo hanno ucciso , notare che solo poi è stato posto il segnale di altezza massima.intressante pure il riferimento, con tanto di foto a tre tralici di alta tensione di tre fornitori diversi che sono separati da poche decine di centimetri con tutti i rischi che ne derivano.
Io sono intrvenuto in maniera sciolta nel senso che ho aperto dicendo che per fare sicurezza ci si rompe i maroni si rompono al datore di lavoro e pure ai colleghi ma è l'unico modo che poi ripaga, ho descritto la mia esperienza di lavoratore del nord est passando dalla difficoltà di procurarmi un paio di tappi anti rumore alla mercificazione della sicurezza che prevede che dopo un anno senza infortuni ci sia il "regaletto" ai dipendenti, sono poi passato ai rischi latenti che non ti ammazzano all'istante ma che accumulando nel tempo effetti nocivi ti fanno arrivare alla pensione per poi schiattare appena puoi godertela vedi amianto ed altre malattie professionali.
C'è stato l'intervento di un professore presente in aula che diceva che non tutte le ditte sono assasine ma che ne esistono di virtuose criticando ragionevolmente la nostra visione nera...siamo operai il nostro punto di vista e quello di chi crepa per lavorare a cui seguono condanne minime ai responsabili è evidente che tanto rosa poi non la possiamo vedere!
Resoconto del compagno Bego di SLAI Cobas per il sindacato
di classe Raffineria-Petrolchimico di Marghera sulla iniziativa del 8 marzo
2008 a Novara