31-12-2008 MESTRE

abbiamo partecipato alcuni compagni, essendosi saputo all'ultimo momento ed ancora in una giornata ed orario lavorativo, alla manifestazione a mestre in piazza ferretto per Gaza, presenti numerose associazioni palestinesi, e di immigrati arabi, nonché palestinesi provenienti da Gaza.

Al sit in erano presenti circa 150 persone.

Molte le forze presenti, oltre a noi, il collettivo tazebao, il pac, la fiom, ya basta, che si sono alternati al

megafono (a parte fiom ed ya basta), assieme a molti palestinesi che sono direttamente intervenuti.

Di eclatante solo una bandiera del fplp e alcune bandiere palestinese, che sono state attaccate sui pali

della luce.

Notevolissima la presenza della polizia e carabinieri, quasi 1 per manifestante.

 

Slai cobas per il sindacato di classe venezia

 

comunicato stampa

 

FERMIAMO IL MASSACRO A GAZA

 

Nella mattinata di oggi 31 dicembre davanti alla stazione fs di Bergamo si è tenuto un presidio di solidarietà col popolo palestinese e per denunciare il massacro del regime nazi-sionista israeliano che da sabato scorso sta bombardando la popolazione della striscia di Gaza.

Contemporaneamente al presidio con speakeraggio sono stati effettuati volantinaggi ed affissioni di locandine(vedi allegato f/r) all'ospedale maggiore e in via quarenghi (zona ad alta concentrazione di immigrati).

 

Proletari comunisti e lo Slai cobas per il sindacato di classe, assieme a vari compagni italiani e palestinesi di diverse realtà, hanno condiviso la necessità di una mobilitazione immediata per chiedere la cessazione del bombardamento di Gaza e per esprimere il proprio appoggio incondizionato al popolo palestinese ed alle sue organizzazioni popolari.

 

Tutti i partecipanti alle iniziative di oggi hanno inoltre espresso la volontà di continuare nei prossimi giorni le mobilitazioni, in diverse forme e modalità. Seguiranno nuove comunicazioni.

 

Slai cobas per il sindacato di classe bergamo

 

 

 

CONTRO LA PULIZIA ETNICA E IL TERRORISMO DI STATO ISRAELIANO  FERMIAMO IL MASSACRO DI GAZA!

Sabato mattina è iniziata l’operazione dell’esercito israeliano  a Gaza, denominata “Piombo Fuso”. Un attacco militare, in corso tuttora, che ha già causato un’ecatombe con oltre 400 morti e centinaia di feriti. I raid israeliani sulla Striscia stanno colpendo una popolazione, quella palestinese, già stremata da un lungo embargo
che ha reso insufficienti e privi di strumenti adeguati gli ospedali della Striscia di Gaza. Nella notte tra sabato e domenica è stata colpita la moschea di Gaza City e nella giornata di domenica anche l’università. E’ proprio attraverso il massacro del popolo palestinese che Israele sta cercando di delegittimare il governo di Hamas e ne è conferma la dichiarazione agghiacciante del vice-capo di stato maggiore Israeliano: “Non resterà in piedi nemmeno un edificio di Hamas, la battaglia è solo all’inizio, questa è un’operazione diversa dalle precedenti…non colpiamo solo i terroristi e i lanciarazzi ma anche l’insieme del governo di Hamas”, in altre parole l’intera popolazione della Striscia di Gaza.Le autorità israeliane hanno preparato da tempo questo scenario, utilizzando il pretesto dell’attacco “difensivo” dai missili Qassam. Chiaro è il tentativo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dal fatto che a Gaza un milione e mezzo di persone sta rischiando la morte da quasi due anni per l’embargo e l’assedio dell’esercito, che ogni giorno producono vittime. Parallelamente a tutto questo prosegue il “silenzio complice” dei governi e dei media occidentali, per non parlare di molti paesi arabi che, con il Consiglio di Cooperazione del Golfo riunitosi lunedì 29 dicembre, hanno assunto una posizione di equidistanza. Mentre il ministro israeliano della difesa Barak minaccia una possibile azione di terra (pare che si stia già preparando l’ingresso dei tanks oltre la linea palestinese), l’Egitto ha schierato circa 10.000 militari e agenti di polizia per impedire un possibile sfondamento della frontiera da parte dei palestinesi. Un attacco di terra rappresenterebbe un disastro di proporzioni immani e certamente, dal punto di vista politico, allargherebbe le dimensioni del conflitto. Il leader politico di Hamas, Khaled Meshall, ha invocato una "terza Intifada", chiarendo che Gaza non si piegherà mai ad Israele e alle sue violenze. Hamas ha inoltre dato l'ordine, anche a tutte le formazioni, di prepararsi per la resistenza.
 

 

  

Di seguito stralci dalla testimonianza da Gaza di Vittorio Arrigoni (pacifista) 28/12/09 - La nottata è trascorsa insonne, non poteva essere diversamente. Boati e sirene su tutta la città. Ogni bomba quanti morti sono? sono stanco di ascoltare le esplosioni di contarli, i morti,ma non posso farne a meno. Siamo a 290 decessi,ma i feriti, per lo più gravissimi, con arti mutilati o maciullati,fanno impennare il bilancio verso l'alto ogni ora. Ho bisogno di tranquillanti.Non riesco a levarmi dalla mente i volti sorridenti di quei ragazzi che, appena sbarcato, la settimana scorsa con la Dignity del Free Gaza Movement, ho abbracciato uno per uno, giacciono ora due metri sotto terra.(…)Le linee telefoniche sono intasate,non riesco a contattare tutti i miei amici sparsi sulla Striscia. Ieri molti telefoni sono squillati a Gaza, minacce di morte. Sono andato a trovare un amico, saputa la notizia, abbiamo strappato il telefono fisso dal muro. Minacce di notte che di giorni si tramutano in orrende realtà.(…) Due ore fa, proprio di fianco all'ospedale, hanno tirato giù una moschea. Solo mezz'ora fa, duecento metri più avanti, una ha bombardato il parlamento e il carcere. Decine i detenuti sotto le macerie. Non so che succede fuori da questo inferno, ma mi auguro fortemente che le masse si mobilitino, così come ad Atene hanno fatto per la morte di un ragazzino ucciso da un fascista travestito da poliziotto. Qui siamo quasi a 300 morti, molte le donne e i bambini. E' il momento una volta per tutte di mettere Israele in un angolo, e condannarlo per i suoi atroci crimini contro l'umanità. Alzate la vostra voce di indignazione, come noi urliamo di dolore e disperazione(….)