Volantino in distribuzione negli stabilimenti della
petrolchimica di Marghera il 9 e 10 luglio
SICUREZZA
E OCCUPAZIONE
LA
NOSTRA POSIZIONE
I molti che scrivono oggi
parole di fuoco sulla “chimica cattiva” di Marghera (poi regolarmente
smentite dagli stessi controllori dell’ARPAV), si dimenticano gli anni di
sacrifici, malattie professionali, morte da CVM ed amianto, e relative lotte e
coscienza che DALLE FABBRICHE PETROLCHIMICHE di Marghera si sono estese
all’intera popolazione, lotte che hanno lasciato ancora oggi una IMPORTANTE
ESPERIENZA alla classe operaia di questa parte del paese.
Noi quindi nell’affrontare la situazione che si è creata
negli ultimi anni nella petrolchimica, lo facciamo su quegli stessi contenuti:
egualitarismo, diritti sindacali, lotta alla nocività, difesa del polo chimico
(che è stato giostrato da tutte quelle vendite e cessioni che lo hanno
caratterizzato dal 1981 in poi), con la perdita complessiva di decine di
migliaia di posti di lavoro.
Sorgono oggi troppi interrogativi sullo sviluppo della
vertenza dei chimici a partire dal mancato rispetto dell’accordo base del
1998-1999, passando per il piano di bonifiche (2001) e per le progressive
chiusure di diverse lavorazioni (azotati, caprolattame, TDI e richieste di
chiusura di altre come il clorosoda) e
di fabbriche di Marghera di altri settori (Feltrificio, Vidal, Galileo, ecc.),
con tanto di demagogici attacchi a tutto il polo nel suo complesso, e riducendo
le problematiche alla necessità di investimenti (peraltro come vedremo poi
sempre indefiniti o “lanciati” spettacolarmente al momento giusto) per
potenziare il “terziario” (dove lavoreranno magari altre migliaia di
terzializzati senza alcuna garanzia di sicurezza, diritti sindacali e di
occupazione) ed a contingenti problematiche di ricollocazione.
il
tutto mentre
· il processo
Fincantieri – amianto ed il convegno della Associazione Esposti Amianto, sono
stati trascurati dal grosso delle forze in campo nella città di Venezia.
· la CISL si
è espressa a favore della privatizzazione della cantieristica, contro gli
stessi lavoratori che hanno scioperato.
· le conquiste
delle lotte dicembre 2005-gennaio 2007 in particolare gli impegni su
sostituzione delle celle a catodo mercurio con le celle a membrana – il
bilanciamento CVM-PVC, sono rimaste ancora sulla carta.
· la triplice
confederale dei chimici ed energia non ha più indetto manifestazioni di rilievo
trattenendo la mobilitazione (a partire dall’accordo in Comune del 19 gennaio
scorso al quale ha fatto seguito la cassa integrazione per metà dei lavoratori
DOW) ad assemblee di delegati e presidi in delegazione, mentre è stato
chiaramente dimostrato più volte che i lavoratori non si fanno certo pregare
per scendere in piazza su questi problemi.
· gli impegni
delle varie aziende a soluzioni concordate sulla fornitura di materie prime
sono ancora fumosi.
· nessuno sottolinea
che INEOS dovrà pagarsi a prezzo pieno il Dicloretano fornito dal DL1 e DL2.
Prima della chiusura di DOW, INEOS riceveva quale semilavorato da produzione
del TDI, il 50% del suo fabbisogno. Con un effetto negativo sulla sua bilancia
commerciale, anche a causa dei due impianti di Assemini (Sardegna) e Marghera
da mesi al minimo tecnico. Ricordiamo i problemi avutisi già a Monfalcone da
INEOS, che pur essendo un gruppo di una certa rilevanza, non supera i 3.500
dipendenti tra Europa ed India. Il tutto fa pensare che ENI punti
strategicamente alla chiusura di INEOS.
· Non c’è
notizia alcuna dell’allegato sugli investimenti – parte dell’accordo di metà
giugno 2007.
· ENI fa
girare i lavoratori in un vortice sempre più stretto, tendente a trattenere gli
animi rispetto ai ripetuti esempi di chiusura di comparti della chimica, da
anni non assume ma ricolloca i lavoratori ad aree di suo interesse primario. Ci
troviamo di fronte ad un palese ricatto, dopo aver venduto il TDI a chi ne ha
ricavato un incidente e la relativa chiusura (americani della DOW), lucra sulla
ricollocazione dei lavoratori legandola rigidamente all’applicazione del suo
piano di investimenti nel polo.
In questa situazione pare che i sindacati ufficiali si
riducano a co-gestori degli spostamenti occupazionali, mantenendo è vero i
posti di lavoro per i non pre-pensionati e coloro che non hanno scelto la buona
uscita, ma accettando di fatto una perdita occupazionale complessiva a Marghera
ed una perdita di importanza di quello che un tempo era il primo polo
petrolchimico d’Europa.
Questo aspetto non è dissimile da molte analoghe situazioni
di stabilimenti e poli di rilevanza nazionale.
L’aspetto politico non è qui mascherabile oltre. Ci sono forze ed
interessi che intendono distruggere il settore delle grandi industrie, e con
esse le conquiste di decenni di lotte e di conquiste sociali per l’intera
popolazione. La “soluzione” non è affatto nella “logistica d’impresa”, che
sottende ad una “terziarizzazione totale” di Marghera. Non a caso, mano a mano
che diminuisce la occupazione nel polo chimico, aumenta l’incidenza del
trasporto delle merci nella zona di Marghera, con un aumento da smog delle
strade, degli incidenti spesso mortali con blocchi estenuanti delle strade, del
tempo di lavoro complessivo della gente. Il “flessibile è bello” si rivela una
grande bugia, che non sta a noi sostenere, che ha dei costi sociali ben più
pesanti della “chimica cattiva”.
A proposito della Sicurezza sul lavoro e della Sicurezza
degli impianti nei confronti della popolazione intera, abbiamo da dire
qualcosa:
1. Come mai le
rotte aeree di Tessera non sono state ancora modificate per evitare che grandi
jet passino sopra la Raffineria e gli impianti petrolchimici ? Il nostro sindacato esprime disappunto e
disistima verso i “pianificatori cittadini” che arrivano sempre sul luogo delle
tragedie quando i giochi sono oramai fatti, chiedendo poi lumi ai cittadini
solo dopo che le loro proteste per l’ennesima giovane vita perduta si sono
fatte sentire (es.Via Orlanda).
2. Come mai si
considera sicuro il ricorso alla terzializzazione nel polo petrolchimico ? In
generale, non solo in questo strategico e particolare settore, va detto che i
lavoratori che sono costretti dal “mercato” a cambiare spesso lavoro e ditta di
appalto, sono giocoforza meno preparati, e quindi oggetto di maggiori rischi
per la loro incolumità e la generale sicurezza. Il nostro sindacato è per
l’assunzione diretta di tutti gli occupati, e sostiene che la pianificazione e
la sicurezza si possono ottenere solo con la responsabilizzazione generale e
con la certezza dell’occupazione, la quale non è compatibile con le attuali
“regole” del mercato del lavoro.
3. Come mai i
media non intervistano mai i lavoratori responsabili della sicurezza ? Il nostro sindacato propone l’estensione
della figura degli RLS e che la loro esperienza e parola pesi di più nei
processi produttivi.
4. Come mai gli
stessi vertici sindacali non assumono coerentemente le necessità espresse dai
loro stessi RSU ? Il nostro sindacato
fa propria la recente presa di posizione della RSU Raffineria laddove si invita
l’azienda ad una posizione chiara sulla gestione della forza lavoro e ad
incentivare il turn over con tutti i mezzi a disposizione.
Questi aspetti specifici non escludono il nostro doveroso
omaggio all’ultimo nostro compagno di lavoro Mauro, caduto per un misero pugno
di euro, all’Alcoa, l’ultima vittima del capitalismo a Marghera, che si poteva
evitare come in molti altri casi, se i mezzi di movimentazione merci fossero
utilizzati in appositi magazzini e non in luoghi ove i lavoratori si spostano
anche a piedi (peraltro è noto che tra le norme specifiche di sicurezza sul
lavoro vi è la definizione delle vie per la movimentazione merci).
Ci impegniamo a dare il nostro contributo a monitorare
l’effettivo rispetto degli impegni assunti negli accordi del 14 dicembre, 19
gennaio, 19 giugno, nelle parti che sono condivisibili nell’interesse di
lavoratori e popolazione civile.
Invitiamo tutti i lavoratori che si sentono colpiti dalla
politica di dismissione di Marghera e dalle condizioni di sfruttamento ed
ingiustizia sociale, ad aderire all’auto-organizzazione e quindi al nostro
comitato di base.
www.slaicobasmarghera.org
SLAI – COBAS per
il sindacato di classe
petrolchimica
Marghera